quota di genere
loc. s.le f. Percentuale di rappresentanza basata sull’appartenenza a un genere sessuale, come strumento per assicurare un equilibrio tra i due generi.
• Il problema è che esiste una quota maschile, che in taluni casi è del 100%, e in altri poco meno, senza che venga nominata come tale. Nessuno si chiede se ci siano uomini con le competenze adatte a ricoprire quelle posizioni e se effettivamente coloro che le ricoprono siano lì perché sono migliori di qualsiasi donna, o non invece perché protetti da una quota di genere, tanto smisurata quanto difesa tenacemente. (Chiara Saraceno, Repubblica, 8 marzo 2011, p. 49, R2) • Sotto accusa, prima di tutto, la scarsa presenza femminile nei luoghi decisionali del Paese. «Il Cedaw [Convenzione per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne] ‒ ricorda il rapporto ‒ ha sollecitato lo Stato italiano ad adottare ulteriori misure per accrescere il numero delle donne nelle cariche pubbliche e politiche, anche attraverso l’uso delle quote di genere». (Mariagrazia Gerina, Unità, 18 gennaio 2012, p. 30, Italia) • [tit.] Quote di genere e società di capitali / al via il corso di alta formazione (Gazzetta del Mezzogiorno, 25 giugno 2014, Bari, p. IX).
- Composto dal s. f. quota, dalla prep. di e dal s. m. genere, ricalcando l’espressione ingl. gender quotas.
- Già attestato nel Corriere della sera del 5 maggio 2000, p. 9, Politica (Renato Mannheimer).
> quota azzurra, rappresentanza di genere.