QUSTUL
Con il nome di Q., un villaggio nubiano moderno, sono indicate le necropoli situate immediatamente a Ν della I cateratta, sulla sponda orientale del Nilo, a metà strada tra Gebel Adda e Faras. L'importanza archeologica del sito fu evidenziata solo nel 1932 con gli scavi di Emery e Kirwan incentrati sui grandi tumuli (cultura del «Gruppo X»), In tempi più recenti, i lavori dell'Università di Chicago hanno rivelato necropoli di epoca preistorica (cimitero L), del Nuovo Regno (cimiteri R, V, S, W), di epoca napatea (cimiteri V, W) e meroitica (cimitero Q).
Le sepolture preistoriche (cultura del «Gruppo A»), con pozzo rettangolare e camera funeraria ovale, hanno restituito corredi di grande valore artistico e storico. La ricchezza dei reperti, unita alla presenza di motivi iconografici della civiltà faraonica, ha fatto ipotizzare che nel cimitero L di Q. fossero sepolti re nubiani il cui dominio si sarebbe esteso anche in Alto Egitto. Dal corredo della tomba L 24 proviene infatti un incensiere in pietra su cui compare la rappresentazione più antica finora nota di un faraone. L'oggetto, di forma tronco-conica, presenta una larga fascia decorativa con figure profondamente incise. Vi sono rappresentate tre imbarcazioni, simili alle barche sacre dei faraoni, che procedono in fila verso la raffigurazione stilizzata di un palazzo (serekh). Le barche trasportano rispettivamente un felino (forse una divinità), un faraone con corona bianca, seduto su un trono di fronte a un serekh sormontato da un falco, e un prigioniero inginocchiato con le braccia tenute legate dietro la schiena da un uomo in piedi. La rappresentazione si riferisce a una cerimonia cultuale in cui la divinità, il faraone e il prigioniero raggiungono il palazzo dove quest'ultimo verrà probabilmente ucciso. L'incensiere, combinando motivi iconografici pre-faraonici con altri faraonici, appare d'importanza fondamentale per ricostruire il significato della regalità e dei rituali a essa connessi in epoca preistorica.
Le tombe del Nuovo Regno (cimiteri R, V, S, W) mostrano un'evidente influenza egiziana. Esse sono strutturate con una rampa di scale o un pozzo verticale che immettono in camere funerarie rettangolari o quadrate, destinate a sepolture multiple. Il corredo funerario, che comprende sarcofagi, ushabti, vasi canopi e scarabei, è di chiara matrice egiziana.
Il cimitero Q (epoca meroitica) si caratterizza per due tipi di sepoltura: il più antico aveva probabilmente una sovrastruttura a mastaba in mattoni, con una cappella addossata sul lato orientale in cui trovavano posto la statua del ba, una tavola d'offerta e talvolta una stele. Le dimensioni sono molto ridotte rispetto alle necropoli meridionali di Napata e Meroe: si tratta evidentemente di un'architettura di tipo provinciale. Alla mastaba si sostituisce la piramide, secondo un'evoluzione caratteristica dei cimiteri della Bassa Nubia, connessa a una particolare struttura gerarchica della società tuttora poco nota. L'infrastruttura presenta o un pozzo verticale che immette direttamente nella camera funeraria, oppure una rampa che conduce a una o più stanze, il cui accesso è bloccato da una lastra in pietra. La camera funeraria si trova di solito vicino all'entrata: il corpo del defunto vi è deposto entro un sarcofago, avvolto in una tunica o in un mantello e ornato da gioielli. Con il passare del tempo le dimensioni della camera funeraria si riducono progressivamente fino a che questa diventa poco più grande del sarcofago, con conseguente trasferimento degli oggetti rituali in superficie. Il corredo funerario comprende ceramica di produzione locale e di importazione dall'Egitto romano, ma quest'ultima tende a diminuire in tarda epoca meroitica.
Dalla seconda metà del IV sec. d.C. compaiono le tombe della cultura del «Gruppo X», che all'inizio mostrano una certa continuità con le precedenti di epoca meroitica. Elemento innovatore diventa la sovrastruttura formata da una vera e propria collina di terra che copre la parte sotterranea. Quest'ultima, nelle tombe più antiche, riprende il modello meroitico a pozzo. A questo si sostituisce una rampa che, attraverso un cortile a cielo aperto, immette in una fossa dove sono ricavate stanze in mattoni crudi (solo Q 3 è in mattoni cotti) con soffitto a botte. Talvolta la fossa occupa un unico ambiente ed è unita ad altre attraverso passaggi sotterranei. Le tombe più antiche si caratterizzano per la disposizione delle stanze su un unico asse E-O, mentre nelle fasi più recenti l'orientamento diviene variabile. Le sepolture, al momento della scoperta ancora inviolate, erano destinate a personaggi di rango assai elevato, come conferma la pratica di sacrifici umani e animali, e il ritrovamento di oggetti di valore, quali corone, spade e carri. A Q. furono infatti inumati, insieme alle loro famiglie, i sovrani che si installarono in Bassa Nubia come vassalli dei re Noba, i conquistatori del regno meroitico. Intorno al 420 d.C., con l'acquisizione dell'indipendenza, il cimitero regale si trasferisce a Ballana, sull'altra sponda del Nilo. Le tombe ospitano un solo occupante oppure una coppia. La stanza più vicina all'ingresso è destinata alla sepoltura principale, il corpo è deposto entro una bara di legno sopra cui è collocato vasellame in bronzo. Gioielli, utensili, tessuti, armi in ferro, ceramica, completano il corredo funerario.
La ceramica, unico manufatto di sicura produzione locale, si caratterizza per la decorazione in cui prevalgono raffigurazioni aniconiche. Tra i gioielli rinvenuti sono di rilievo i diademi, in argento, ornati da pietre semipreziose, e che si ispirano ad antecedenti meroitici.
Dal corredo della tomba Q 14 proviene un'interessante cassa in legno con intarsi in avorio, alta c.a 1 m, la cui fronte è intagliata a rappresentare la ricca facciata di una casa. Su sei registri orizzontali si dispongono ventuno pannelli in avorio raffiguranti ognuno una divinità, tra cui Afrodite (sei pannelli), Zeus-Ammone, Bes e ancora satiri e servitori. Le tematiche decorative, in cui domina la figura di Afrodite, si collegano alle festività per le nozze e illustrano la funzione della cassa, che era destinata a contenere il corredo nuziale.
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