RABIRIUS
Architetto romano vissuto al tempo di Domiziano.
È ricordato due volte da Marziale (Epigr., vii, 56; x, 71), con parole di vivo elogio per le nuove costruzioni da lui fatte sul Palatino. Gli avanzi di queste, come anche di altri monumenti di Roma, costruiti o restaurati dall'ultimo imperatore flavio, e della grandiosa villa sui colli Albani, attestano realmente in questo artista una grandiosa concezione di piani e di masse, con linee potenti, con giochi di archi e di luci mai visti sino allora. A lui si debbono forse l'innovazione del colonnato posto dinnanzi ad una parete esterna, con funzione soltanto decorativa, come si osserva nel Foro Transitorio, e la creazione del capitello composito, oltre ad un maggiore uso della linea mista nella planimetria. Nelle trabeazioni degli edifici domizianei si trovano costantemente due anellini fra i dentelli: si è pensato che essi rappresentino la firma dell'architetto; egli sarebbe riuscito così a eludere il divieto imperiale di segnare col proprio nome le opere d'arte ricorrendo a questo mezzo, che aveva inoltre il vantaggio di riempire lo spazio vuoto fra i dentelli, secondo quel principio dell'horror vacui, che comincia allora ad affacciarsi nell'arte romana e che si accentuerà ancora di più nell'arte del tardo Impero.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. griech. Künstler, 2a ed., Stoccarda 1889, II, par. 397; G. Lugli, La villa di Domiziano sui Colli Albani, in Bull. Com., 1917, p. 41; 1918, pag. 35 s. e nota1; Thieme-Becker, XXVII, 1933, p. 540, s. v.; P. N. von Blanckenhagen, Flavische Architektur und ihre Dekoration, Berlino 1940; L. Crema, L'architettura romana, in Enciclopedia Classica, III, XII, i, Torino 1959, p. 315.