RABŠTEJN (Rabenstein)
Famiglia nobile boema, ricordata sin dal secolo XIV. Fra i suoi membri emerse specialmente Giovanni il Minore, noto fautore dell'umanesimo in Boemia, che si addottorò a Bologna, nel 1457 diventò prevosto di Vyšehrad e con ciò anche gran cancelliere di Boemia, e fu persona di fiducia del re Giorgio di Podĕbrady. Ma quando nacquero nel regno le discordie, se ne andò nel 1464 a Roma, rimanendovi sino al 1468. Scrisse un famoso trattato religioso-politico Dialogus. Il fratello di lui Procopio fu ugualmente partigiano dell'umanesimo. Fu impiegato nella cancelleria degl'imperatori Sigismondo e Federico III, dove fece conoscenza di Enea Silvio Piccolomini; accompagnò pure Federico III, quando questi si recò a Roma per l'incoronazione. Nel 1453 divenne cancelliere di Boemia. Enea Silvio gli dedicò il suo scritto Somnium de fortuna. Procopio mantenne i rapporti con Silvio anche quando questi fu creato papa Pio II; così nel 1462 trattò con lui la conferma dei cosiddetti compactata degli ussiti, ma senza successo.
Bibl.: A. Bachmann, Johannis Rabensteinensis Dialogus, in Archiv für österreichische Geschichte, LIV, Vienna 1876; J. Trulhář, Počátky humanismu v Čechách (I primordî dell'umanesimo in Boemia), Praga 1892; B. Mendl, Knihovna Jana z Rabštejna (La biblioteca di Gio. di R.), in Rozhledy po literatuře a uměni (Rassegna della letteratura e dell'arte), I, Praga 1932.