RACCOLTA (fr. cueillette; sp. recolección; ted. Sammlung; ingl. food-gathering)
La raccolta dei prodotti vegetali spontanei a scopo d'alimentazione ha rappresentato l'attività economica più importante dell'umanità sino a quando non ebbe luogo la scoperta della funzione del seme: scoperta che, per concorde parere degli etnologi e degli archeologi, fu fatta in qualche luogo dell'Asia anteriore, alcuni millennî a. C., e da quel punto si diffuse per la terra a trasformare il destino dell'uomo e il cammino della civiltà. Tuttavia, all'inizio ancora dell'evo moderno, molti gruppi umani non avevano adottato l'agricoltura o per condizioni climatiche che ne rendevano troppo aleatorio il rendimento (paesi subartici del l'Eurasia e dell'America), o addirittura impossibile la pratica (zon artica); o per le contrastanti esigenze di attività speciali (caccia, pesca, pastorizia) assunte a funzione economica preponderante; o, infine, per essere taluni gruppi umani rimasti effettivamente fuori dell'influenza delle nuove correnti culturali agricole (Australia, America Centrale, qualche distretto intertropicale). Il limite delle pratiche agricole, in un dato momento storico, non coincide con quello della conoscenza dell'agricoltura: ma in ogni caso, nei gruppi umani che al tempo dei primi contatti con gli Europei non praticavano l'agricoltura, il posto di questa era tenuto dalla raccolta. Essa costituiva la necessaria integrazione della caccia e della pesca, anche dove queste attività avevano preso una funzione economica tanto importante da regolare la vita del gruppo; e doveva mantenere a lungo il suo valore anche nei riguardi dei gruppi che avevano adottata l'agricoltura, perché permetteva d'integrare la scarsa varietà delle coltivazioni primitive, e scomparire, insieme con la caccia, soltanto con la completa sedentarietà imposta dalle fasi superiori dell'economia agricola.
Le operazioni di raccolta dei prodotti vegetali necessarî, in primo luogo all'alimentazione e, secondariamente, a fornire qualche sostanza voluttuaria e le materie prime per i manufatti, richiedono, infatti, una notevole mobilità. Questa può essere minore per un gruppo umano elementare stabilito nella foresta tropicale, dove in un piccolo spazio è riunita una grande quantità di piante diverse: pure i Semang, p. es., delle foreste della penisola di Malacca, si muovono lentamente, ma continuamente e con rare pause, durante l'anno, nel territorio determinato da un'antica tradizione per raccogliere le bacche, i frutti, le erbe e soprattutto le radici e i tuberi preferiti, nei varî luoghi e periodi nei quali si effettua la loro maturazione. Il numero dei prodotti vegetali raccolti è grandissimo: ma ve ne sono sempre alcuni di maggiore importanza alimentare, come, tra i Semang, il tubero dell'igname selvatico e i frutti del durian, e sono da segnalare presso questo popolo primitivo anche la conoscenza e l'uso dei procedimenti atti a eliminare le sostanze tossiche da alcuni dei prodotti utilizzati. Nelle zone steppiche e nelle foreste temperate la quantità e varietà delle materie prime vegetali sono minori e maggiore quindi la necessità di ampî e regolari movimenti per la raccolta: ma questi si conciliano con l'ampio raggio di nomadismo richiesto pure dalla caccia e, nel caso che la caccia o la pesca impongano residenze o movimenti non favorevoli alla raccolta, a questa vengono dedicate spedizioni particolari. Ciò che pure distingue la raccolta nei paesi temperati è la frequenza con cui un determinato prodotto acquista una funzione alimentare principale; come la ghianda di quercia nella California centrale, le fave di mezquite in quella meridionale, il frutto del piñón nel Gran Bacino, il riso selvatico intorno ai Grandi Laghi, presso gli antichi gruppi indigeni dell'America Settentrionale. Il bastone da scavo e i mortai, o, talvolta, le macine, per la macinazione dei grani e dei semi, sono gli utensili che avvicinano questi popoli raccoglitori per eccellenza ai popoli agricoltori.
Grande è anche l'influenza sociale della raccolta, perché essa è condotta per lo più dalle donne, preludendo anche in ciò a quella rigorosa divisione del lavoro che sarà instaurata nelle fasi primitive dell'agricoltura, affidata appunto alle donne, mentre la caccia e la pesca resteranno le tipiche operazioni economiche maschili. E si ritiene da non pochi etnologi che l'importanza assunta dal lavoro femminile della raccolta presso taluni gruppi umani primitivi sia alla base, o almeno non sia estranea, allo sviluppo delle istituzioni matriarcali: le quali, in realtà, avevano un'area di diffusione molto più vasta di quella dell'agricoltura (Australia, America Settentrionale, ecc.).
Affinità con la raccolta dei prodotti vegetali spontanei presentano le operazioni dirette a catturare animali dotati di scarsa facoltà di movimento o privi di essa: certi insetti, sia allo stato completo (cavallette nell'Africa; formiche nell'Australia), sia a quello di larve specialmente bruchi di lepidotteri, utilizzati come cibo da molti gruppi primitivi; piccoli crostacei e molluschi, specialmente marini; e le uova di taluni animali superiori ovipari, specie di uccelli, utili e ricercate soprattutto nei paesi freddi. Sono stati proposti per queste operazioni i termini di caccia-raccolta e di pesca-raccolta, ma si tratta veramente di pura raccolta, come lo dimostra il fatto che esse pure sono quasi sempre affidate alle donne. Per contro, si verifica la partecipazione degli uomini alla raccolta vegetale tutte le volte che questa diventa un'operazione concentrata in determinati brevi periodi dell'anno per cui il lavoro femminile risulta inadeguato o quando, per ragioni analoghe, esso richieda appositi e notevoli spostamenti. Perciò la partecipazione del lavoro maschile era frequente soprattutto fra i raccoglitori delle due zone temperate. Fra i primitivi della foresta tropicale, d'altra parte, non si ha per lo più una netta divisione di lavoro perché i componenti di ambo i sessi, nella famiglia o nel gruppo, restano ordinariamente vicini e si spostano insieme.