radicalchicchismo
(radicalscicchismo), s. m. (iron.) Atteggiamento proprio di chi, per darsi un tono, professa idee anticonformistiche e tendenze politiche radicali.
• E la presa in giro del solito provincialismo italiano, quello per cui ad essere ridicolizzato è anche il radicalscicchismo, l’altra faccia del provincialismo. Quello, ad esempio, dei ristoranti dove ti chiedono sussurrando se hai prenotato e poi, dopo aver consultato pensosamente un libro, ti indicano il tavolo libero proprio accanto. (Elisabetta Ambrosi, Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2011, p. 12, Secondo tempo) • Per Natale ‒ a sue spese, per carità ‒ il parlamentare Luigi Zanda, da sempre icona assoluta del radicalchicchismo, allievo preferito del principe Carlo Caracciolo, ha regalato un piccolo Latouche agli amici. Il librino di Zanda ha incuriosito molti, a tutti è sembrato più che un segnale. Un dietrofront cui obbedire immediatamente. Ci si batterà, d’ora in poi, per «una società equa, sostenibile, partecipata». (Barbara Palombelli, Foglio, 11 gennaio 2012, p. 2) • Commuove a Trs l’improvvisa confessione di «Galopeira» Angelini: «Sono un sentimentalone pure un po’ sfigato e perdente». Intrigante concetto a Centro Suono Sport: «Pjanic è il radicalchicchismo calcistico all’ennesima potenza». A Radio Olympia, Francesco Scarcelli racconta un aneddoto sorprendente: «Sono andato in un ristorante per celiaci, ma ci ho trovato tutto il mangime mio». È la sindrome del canarino? (Giulio Cardone, Repubblica, 22 febbraio 2016, p. 10).
- Derivato dal s. m. e f. e agg. radical chic con l’aggiunta del suffisso -ismo.