RADICATI, Annibale, conte di Cocconato
Avventuriero, bandito dal Piemonte, riparò in Francia, e nella corte di Caterina de' Medici trovò, come altri fuorusciti, ospitalità e simpatia. Mescolatosi nelle lotte interne della Francia, prese parte al massacro della notte di San Bartolomeo, in cui diede prova di feroce fanatismo. Acquistò, così, maggior credito nella corte e riuscì a conquistare il cuore della duchessa di Nevers, moglie di Lodovico Gonzaga. Ma ancora vivo Carlo IX, con J. Boniface de La Mole, amante della regina Margherita di Valois, il R. si fece promotore di un vasto movimento, che avrebbe dovuto procurare al duca d'Alençon la luogotenenza generale del regno, il comando supremo dell'esercito e la successione al regno, che spettava al fratello Enrico, re di Polonia. Il re di Navarra, il principe di Condé e il duca d'Alençon insieme con i calvinisti dovevano riaccendere la guerra civile; ma, sapendosi vigilati da Caterina, risolsero di farsi rapire. Duecento cavalieri si presentarono, il martedì grasso del 1574, dinnanzi a Saint-Germain, dov'era la corte. Il La Mole, credendosi perduto, per l'insuccesso del ratto, rivelò a Caterina la congiura. Il primo presidente del parlamento ebbe l'incarico d'istruire il processo; il R. fece piena confessione, alla presenza del re; il 30 aprile 1574 lasciò la testa sul patibolo insieme con il La Mole, pagando così con la vita per i congiurati più potenti, rimasti impuniti. Nel 1576 Enrico III cancellò la sentenza di condanna del R. e del La Mole, riabilitandone la memoria.
Bibl.: E. C. Davila, Istoria delle guerre civili di Francia, Parigi 1744; il processo si trova nei Memoires di M. de Castelnau.