radiodiagnostica
Branca della radiologia medica che si avvale dei raggi X a scopo diagnostico. Ha per oggetto la ricerca e la dimostrazione delle alterazioni funzionali e morfologiche dei vari apparati e organi, nell’ambito e ad integrazione dello studio clinico diretto.
Poiché non tutte le formazioni anatomiche sono dotate di un contrasto naturale che permetta di differenziarle dalle formazioni contigue, si usano in r. particolari sostanze (mezzi di contrasto), che sono, a seconda dei casi, più trasparenti o più opache ai raggi X delle formazioni anatomiche in esame; tali sostanze, introdotte nelle cavità o attorno agli organi, ne mettono in evidenza rispettivamente lo stampo o i contorni, permettendo così di rilevarne eventuali alterazioni macroscopiche.
L’uso dei mezzi di contrasto e l’affinamento sempre più completo delle tecniche d’esame, reso possibile dalla continua evoluzione tecnologica, ha consentito l’estensione dell’indagine radiologica a tutti gli organi e apparati. L’introduzione degli isotopi radioattivi ha ulteriormente allargato i confini e le possibilità della r.; l’impiego di adatte sostanze permette lo studio di tutte le formazioni anatomiche dell’organismo umano, consentendo il rilievo di completi ragguagli morfo-funzionali, a integrazione delle indagini tradizionali. Nell’ambito della r. sono talvolta incluse, inoltre, le tecniche di prelievo delle immagini basate sull’uso, oltre che delle radiazioni ionizzanti, anche delle radiazioni non ionizzanti acustiche (➔ ecografia), caloriche (➔ termografia), radiofrequenze (➔ risonanza magnetica nucleare).