radiotelescopio
Strumento per l’osservazione di oggetti cosmici nella regione radio dello spettro. La maggior parte dei radiotelescopi è costituita da antenne di tipo parabolico la cui accuratezza è pertanto stabilita dal grado di idealità del riflettore. Poiché le imperfezioni superficiali non dovrebbero superare il 10% della lunghezza d’onda di osservazione, la qualità con cui è costruito il riflettore fornisce un’indicazione della minima lunghezza d’onda misurabile. I radiotelescopi più semplici da costruire sono i riflettori sferici, che presentano però lo svantaggio di riuscire a focalizzare solo i raggi più prossimi all’asse del riflettore. Tale inconveniente può tuttavia essere corretto sia montando un secondo specchio in prossimità del fuoco sia spostando il ricevitore sul suo piano focale durante l’osservazione. Il più grande radiotelescopio attualmente operante è il riflettore di 300 m di Arecibo (Portorico) mentre il maggiore radiotelescopio europeo, composto da una singola antenna orientabile, si trova a Effelsberg, presso Bonn (Germania) e ha un diametro di 100 m. Il radiotelescopio di Arecibo, ricavato all’interno di una depressione naturale, è in grado di osservare soltanto oggetti vicini allo zenith. Per compensare la rotazione apparente del cielo è possibile muovere il ricevitore centrale, sebbene con un limitato arco di movimento che riduce la possibilità di osservazione a una fascia relativamente stretta attorno all’equatore celeste. L’elevato diametro di tali telescopi è dovuto alla necessità di captare onde radio provenienti dal cosmo di intensità molto bassa. I radiotelescopi presentano una sensibilità direzionale, ovvero la potenza ricevuta da un oggetto dipende dalla sua posizione relativa rispetto all’asse del riflettore. La risoluzione del telescopio viene appunto stabilita come l’angolo rispetto al quale il flusso diminuisce fino alla metà del suo valore massimo. Accanto a tale lobo principale vi sono tuttavia anche dei lobi laterali, dovuti alla presenza di interferenze, che possono creare notevoli problemi di ricezione. La lunghezza d’onda elevata di tali telescopi dà luogo a una bassa risoluzione, che può essere migliorata ricorrendo ai cosiddetti radiointerferometri.