RAEE
<rà->. – Sigla di Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Costituiscono una categoria di rifiuti di particolare rilevanza sia per gli enormi quantitativi prodotti annualmente sia per la potenziale pericolosità ambientale derivante da non appropriate modalità di gestione e smaltimento. I RAEE comprendono un'ampia e variegata gamma di apparecchiature elettriche ed elettroniche giunte a fine vita, sebbene si debba considerare che spesso esse risultano ancora funzionanti. Le apparecchiature elettriche ed elettroniche che a fine vita vengono ricomprese nella categoria di tali rifiuti, in accordo a quanto indicato nella normativa comunitaria e dal suo recepimento a livello nazionale, possono essere individuate in riferimento alle seguenti classi, ciascuna delle quali comprende un'ampia gamma di tipologie di apparecchi diversi: grandi elettrodomestici, piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, apparecchiature di consumo (quali, per es., apparecchi radio e televisivi, video e fotocamere), di illuminazione, strumenti elettrici ed elettronici (quali trapani, seghe, macchine per cucire), giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport, apparecchiature mediche, strumenti di monitoraggio e controllo, distributori automatici. Di frequente, tali apparecchiature vengono dismesse per effetto del cosiddetto consumismo tecnologico, che ne rende obsolete di ancora funzionanti a seguito della rapida evoluzione delle prestazioni dei prodotti immessi in commercio; questa tendenza trova ragione anche nel fatto che i costi di riparazione delle apparecchiature risultano spesso confrontabili a quelli di acquisto di un nuovo dispositivo, anche se di caratteristiche più evolute. Ciò spiega la ragione per cui i quantitativi di RAEE generati annualmente tendono ad aumentare in modo molto più significativo (pari a circa tre volte) rispetto ai rifiuti urbani. La potenziale pericolosità ambientale di tali rifiuti discende dal fatto che essi risultano costituiti da circuiti e componenti che contengono un'ampia gamma di sostanze inquinanti, per es. metalli pesanti come piombo, cadmio o zinco, oppure composti organici quali policlorobifenili (PCB). Anche le parti in materiale plastico risultano caratterizzate da una potenziale pericolosità ambientale, in quanto formulate mediante additivazione di ritardanti di fiamma a base di composti bromurati (sebbene l'impiego di tali composti sia stato bandito a partire dal luglio 2006). Da ciò è derivata l'esigenza di intercettare in modo capillare tale tipologia di rifiuti, al fine di avviare a riciclaggio le parti valorizzabili (in genere previo trattamento in impianto dedicato nel quale le apparecchiature vengono disassemblate e successivamente avviate a separazione meccanica, macinazione e granulazione) nonché di adottare modalità di gestione e smaltimento finale in grado di preservare adeguati livelli di protezione ambientale. In adempimento del d. lgs. 25 luglio 2005, n. 151, la gestione sul territorio nazionale dei RAEE, ai quali si applica anche il d. lgsl. n. 152 del 2006 (Testo unico ambientale), si realizza secondo le indicazioni del consorzio Centro di coordinamento RAEE.