MORALES, Rafael (App. III, ii, p. 158)
Poeta spagnolo. La sua lirica, da sempre attenta al mondo degli umili e dei dimenticati, si è andata via via tingendo di pessimismo. In La máscara y los dientes (1962) e La rueda y el viento (1971) M. ci mostra un universo inaridito, desolato e ostile, dove è difficile trovare quel rapporto armonico con la realtà quotidiana che era la cifra della sua precedente poesia. Tale aspirazione all'armonia si rispecchiava nella ricerca di una perfezione, evidente già nei primi sonetti di fattura classica e di grande coerenza stilistica, seppure non privi di echi barocchi.
Anche da un punto di vista formale, le ultime opere registrano un'evoluzione rispetto alle più note raccolte degli anni Quaranta e Cinquanta. M. si apre a una maggiore libertà metrica, e sperimenta una nuova struttura delle raccolte stesse, che si configurano ora come poemi unitari, definiti lirodramas. Nel 1982 è apparsa la Obra completa, che ospita anche una nuova raccolta, Prado de serpientes, in cui il poeta cerca una riconciliazione con il mondo, pur nella consapevolezza della disarmonia che lo governa. Sempre nel 1982 ha pubblicato l'interessante saggio Reflexiones sobre mi poesía. Tra le opere in prosa sono anche da ricordare i due romanzi Dardo, el caballo del bosque (1961) e Granadeño, toro bravo (1964), che per tematiche, fantasia e grazia ricordano la prosa squisita di J.R. Jiménez in Platero y yo.
Bibl.: Poesia spagnola del Novecento, a cura di O. Macrí, 2 voll., Milano 1974, 4a ed. ampliata 1985; M. Mantero, Rafael Morales, in Poetas españoles de posguerra, Madrid 1986, pp. 199-230; S. de la Cruz García, F.J. Huerta Calvo, E. Miró González, Rafael Morales, homenaje, Madrid 1995.