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BASTIANELLI, Raffaele

di Domenico Celestino - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BASTIANELLI, Raffaele

Domenico Celestino

Nato a Roma il 26 dic. 1863, frequentò la facoltà di medicina all'università di Roma, dove si laureò nel luglio 1887 presentando una tesi Sui movimenti del piloro, a cui fu conferito il premio della fondazione Girolami. Apparsa nel Boll. d. R. Accademia medica (XV, 4 [1888-89], pp. 6596), venne pubblicata nel 1892 in tedesco (Die Bewegungen des Pylorus, in Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und der Thiere, XIV [1892], pp. 59-94).

In seguito a concorso, il B. fu nominato aggiunto di chirurgia nell'ospedale di S. Giacomo, ove rimase fino al 1888; l'anno seguente consegui il titolo di aiuto chirurgo e, il 25 febbr. 1896, quello di chirurgo primario degli Ospedali di Roma.

La sua attività di servizio come primario ospedaliero si protrasse fino al 1927: si svolse dapprima, per sei anni, nell'ospedale della Consolazione, poi nel policlinico Umberto I.

Dal 1897, conseguita la libera docenza in clinica chirurgica, tenne per ventisei anni un corso pareggiato nell'università di Roma.

Prestò la sua collaborazione alla Croce Rossa Itabana, che lo nominò, nel 1907, socio perpetuo e, nel '1911, ispettore medico. Nel 1914 tale organizzazione gli conferì la croce d'oro di anzianità.

Durante la prima guerra mondiale il B. diresse con il grado di maggiore medico e, in seguito, con quello di tenente colonnello, la terza ambulanza chirurgica di guerra.

Alla fine di dicembre del 1920, negli ultimi giorni della resistenza di D'Annunzio a Fiume, per incarico della Croce Rossa, si recò nella città con un ospedaletto da campo: giuntovi il 30 dic. dovette sostenere-una vivace polemica con le autorità militari italiane che si opponevano alla sua messa in opera.

Lasciato il primariato per limiti di età, accettò nel 1931 la nomina a direttore generale dell'Istituto Regina Elena per lo studio e la cura dei tumori. Dimessosi da tale carica nel 1950, venne poi nominato direttore onorario dello stesso Istituto.

Il B. morì a Roma il 1° sett. 1961.

Di lui si è detto che ha insegnato più dal tavolo operatorio che con i suoi scritti. In effetti il numero delle sue pubblicazioni, specialmente se paragonato al protrarsi della sua attività chirurgica per circa settant'anni, non è molto elevato; tuttavia i suoi scritti sono di grande valore perché ci trasmettono il frutto di vaste esperienze e di sagaci intuizioni. Ardito operatore, il B., eseguendo nel 1893 l'asportazione di un tumore dermoide del mediastino, inaugurava con successo la chirurgia mediastinica (Asportazione di un tumore dermoide del mediastino, in Bulettino d. Soc. Lancisiana, XIII [1893], p. 218). Fu tra i pionieri della neurochirurgia come dimostra il compimento nel 1895 di un intervento per asportazione di un sarcoma della fossa cranica anteriore (Sarcoma della fossa cerebrale anteriore, ibid., XLV [1925], p. 1).

Il B. si dedicò anche a studi di batteriologia applicata alla chirurgia, che espose nella monografia: Studio etiologico sulle infezioni delle vie urinarie, Roma 1895.

Notevole anche il suo contributo in ortopedia: nel 1911 presentò un nuovo metodo per la cura chirurgica della osteoartrite deformante dell'anca basato sul modellamento dei capi articolari e l'interposizione fra gli stessi di un lembo aponeurotico adiposo: Un tentativo di cura dell'osteoartrite deformante dell'anca mediante artroplastica, in Riv. osped., sezione scienze, I (1911), pp. 1-14; nel 1912 ideò un'utile modificazione al metodo del chiodo alla Codivilla nelle fratture dell'arto inferiore: La speronizzazione del calcagno, ibid., II (1912), pp. 696-699. Applicò inoltre con successo ardui metodi di chirurgia correttiva come quello di Whitmann per la cura del piede calcaneo-cavo-valgo-paralitico: L'operazione di Whitmann per cura del piede calcaneo-cavo-valgo-paralitico, ibid., IV (1914), pp. 1090-95. Descrisse il suo metodo di trasposizione del nervo ulnare dalla faccia posteriore dell'epitroclea alla faccia anteriore del gomito in un articolo dal titolo Spostamento anteriore del nervo ulnare a scopo di sutura, pubblicato in Chirurgia degli organi del movimento, II, 6 (1918), pp. 490-496.

Nel 1931 il B. sistematizzò la nosografia del carcinoma perigastroduodenale, sostenendone l'origine da elementi embrionali (entodermali) della subsierosa: Carcinoma perigastroduodenale, in Annals of Surgery, XCIII (1931), pp. 301-316.

Il B. collaborò alla compilazione di vari trattati: scrisse i capitoli riguardanti il cancro delle labbra, delle guance, delle gengive, della, lingua e del pavimento della bocca nel volume Tumori maligni (a cura di G. Vernoni, Milano 1933, pp. 17-44); compilò anche il capitolo sui tumori della lingua e del pavimento della bocca per il Trattato italiano di chirurgia redatto da distinti professori e specialisti (Milano 1938, pp. 161-369).

In occasione del IV convegno nazionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori il B. riferiva sulla Terapia chirurgica del cancro della mammella, in Atti del IV Conv. naz. d. Lega ital. per la lotta contro i tumori. 8-9 ottobre 1938, Firenze 1938, pp. 131-136.

All'età di ottantasette anni scrisse ed espose la relazione ufficiale Sulla cura chirurgica del carcinoma del retto per il LII congresso della Società italiana di chirurgia (in Atti del 52° Congr. della Soc. Ital. di Chirurgia, Montecatini 1950, pp. 71-178).

Il B. fu nominato, nel 1929, senatore del Regno. Fu insignito di numerose onorificenze italiane e straniere, e divenne membro di varie società scientifiche, tra cui la Società Italiana di Chirurgia, l'Accademia Lancisiana di Roma, la R.'Accademia Medica di Roma, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la British Medical Association, la Berliner Medizinische Gesellschaft, la Société Internationale de Chirurgie.

Bibl.: D. Giordano, in Encicl. scientifica italiana del XX secolo, Roma 1938, sub voce Chirurgia; P. Valdoni, R. B., in Il Policlinico, XLV (1961), pp. 1759 s.; M. Porzio, Ricordo di un maestro: R. B., in Battaglie sanitarie, X (1961), p. 3; G. Cavina, Commemorazione del prof. R. B., in Bollett. e Mem. d. Soc. tosco-umbra di chirurgia, XXIII (1962), pp. 13-46; Encicl. Ital., VI, p. 359; per l'episodio di Fiume cfr. La vedetta d'Italia, 30 dic. 1920, e A. De Ambris, Dalla frode al fratricidio, Roma 1921, pp. 99-106.

Vedi anche
Savòia, Vittorio Emanuele di, conte di Torino Savòia (Savoia-Aosta), Vittorio Emanuele di, conte di Torino. - Figlio (Torino 1870 - Bruxelles 1946) di Amedeo d'Aosta, ufficiale di cavalleria (dal 1889), ferì in duello (1907) il principe Enrico d'Orléans, che aveva denigrato l'esercito italiano. Fu comandante generale di cavalleria durante la prima ... Firenze Comune della Toscana (102,4 km2 con 364.710 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e della regione, situato a un’altezza media di 50 m s.l.m., all’estremità sud-orientale di un bacino intermontano, percorso dall’Arno, nel quale sorgono altre due importanti città: Prato e Pistoia. Il fiume, che divide ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ... tumore botanica In patologia vegetale, massa di tessuto priva di organizzazione, dovuta a proliferazione cellulare eccitata da qualche stimolo; vi rientrano anche le galle prodotte da insetti in vari organi delle piante (➔ cecidio). I tumore hanno forma e grandezza molto varie, da intumescenze di pochi millimetri ...
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