CALZINI, Raffaele
Scrittore e giornalista, nato a Milano il 29 dicembre 1885. Laureato in legge. Partecipò alla guerra mondiale, combattendo sulla fronte macedone. Oltre che di letteratura, si è occupato di critica d'arte in riviste e giornali (Emporium, Il secolo, ecc.), e nell'Enciclopedia Italiana. Ha ordinato alcune mostre d'arte in Italia e all'estero. Ha viaggiato molto, per conto di varî giornali. Ora collabora specialmente a La Stampa, alla Nuova Antologia e all'Illustrazione italiana. Ha scritto numerose novelle, raccolte in più volumi (La vedova scaltra, Milano 1919; L'amore escluso, ivi 1920; L'ultima maniera d'amare, Firenze 1920; Le tre Grazie, Milano 1921; La collana d'ambra, ivi 1928; "Polonaise" ed altre avventure, ivi 1929; Un cuore e due spade, ivi 1932; ecc.); due romanzi (Segantini, romanzo della montagna, ivi 1934; La commediante veneziana, ivi 1936); alcune commedie (La diva, La fedeltà, Il debutto, Firenze 1921; La tela di Penelope, Milano 1922, rappresentata anche all'estero con molto successo, ecc.); e parecchi libri di viaggio (Da Leptis Magna a Gadames, Milano 1925; Le soste del pellegrino romeo, ivi 1925; Sulle orme di Afrodite, ivi 1929; Spagna, ivi 1930; Agonia della Cina, ivi 1937; ecc.). Ha inoltre curato alcune pubblicazioni d'arte (Ventennio. La vita italiana degli ultimi venti anni nell'opera degli artisti italiani contemporanei, Milano 1935; La bella italiana, ivi 1936).
Ora dilettante di sensazioni, amante del colore e della musica della parola al modo dei dannunziani, e indagatore raffinato delle passioni amorose; ora rievocatore fra nostalgico e ironico del passato, e osservatore commosso, al modo di certi veristi lombardi ai quali l'unisce più d'un legame ideale, della vita degli umili; il C. riesce tuttavia più felice scrittore là dove (in Segantini, e in talune pagine della Commediante veneziana) questi due aspetti o tendenze, spesso alternantisi nelle sue opere, convergono e si armonizzano in una prosa impressionistica e descrittiva pur sempre di fondo, ma aliena da ogni concessione al facile e al piacevole.
Bibl.: U. Ojetti, in Corriere della sera, 3 aprile 1934; A. Bocelli, in Nuova Antologia, 16 aprile 1934; 1° novembre 1936.