CATTANEO, Raffaele
Nacque da famiglia genovese attorno al 1470-75 e visse tra Madera, Siviglia e San Domingo. Se, come è probabile, il C. è figlio di Nicolò, naturalizzato portoghese in data 15 ott. 1486, potrebbe essere nato a Lisbona, o comunque avervi trascorso la fanciullezza, insieme col fratello Ilario, dopo il trasferimento del padre. Forse a Lisbona, nella numerosa colonia genovese, il C. ancora giovanissimo poté conoscere Cristoforo Colombo: di certo con lui partecipò alla terza spedizione nelle Indie della quale fu anche tra gli azionisti.
La partenza avvenne da San Luca di Barrameda, alla foce del Guadalquivir, il 30 maggio 1498 con 6 navigli (2 erano già partiti) carichi di vettovaglie e altri rifornimenti per i coloni di Hispaniola. Raggiunta l’Isola del Ferro alle Canarie il 21 giugno, Colombo decise di dividere la flotta e inviare tre navi direttamente ad Hispaniola e con le altre tre raggiungere le isole di Capo Verde. Ignoriamo con quale dei due gruppi il C. abbia proseguito il viaggio, e se quindi abbia affrontato con Colombo le grosse difficoltà di approvvigionamento idrico che caratterizzarono l’ultima parte della spedizione fino al continente, raggiunto il 5 agosto. Di certo, tra settembre e ottobre, il C. era a San Domingo, dove i due gruppi si erano ricongiunti, e ne ripartì il 5 ottobre con un primo convoglio di cinque navi. L’esperienza di questo viaggio non sarà senza conseguenze nella vita del C., che dopo diversi anni tornerà a San Domingo per prendervi residenza. Forse già durante una tappa del viaggio di ritorno, o dopo una sosta a Lisbona, il C. si fermò a Madera, dove, col fratello Ilario, visse tra la fine del ’400 e i primi anni del ’500. Stabilitisi nella località di Machico, si occuparono della fiorentissima industria della coltivazione della canna da zucchero, possedendo insieme macchine per l’estrazione dello zucchero. Ilario sposò Maria Cabral, figlia di Tristan Teixeira, terzo governatore della capitaneria di Machico, e dal suo matrimonio nacque Gerolamo. Il C., il nome della cui moglie si ignora, ebbe invece una figlia, Angela, la quale fu sposa di Diego Teixeira, quarto capitano di Machico nel 1536. Poiché attorno alla grande casa del C. mancava l’acqua necessaria per irrigare le estese piantagioni, si procedette allo scavo di un canale lungo quasi 5 leghe. Il C. ebbe l’intraprendenza di dare inizio a quest’opera, poi compiuta dal re che, per la benemerenza acquisita, nominò il C. cavaliere dell’Ordine di Cristo. Attorno al 1510 il C. ritornò in Europa e risiedette qualche anno a Siviglia, probabilmente per consolidare i rapporti con l’ambiente mercantile e finanziario genovese ivi operante; quindi si trasferì a San Domingo, dove rimase sicuramente almeno fino al 1516, con la probabile funzione di agente di qualche gruppo capitalistico, come risulta da diversi atti registrati all’Archivio di Siviglia. In data 6 febbr. 1512 Gonzalo Lopez conferisce procura a Diego de Padilla perché incassi per lui dal C., residente nelle Indie, 75 ducati d’oro; il 23 ag. 1513 un marinaio, Francisco Vara, sottoscrive di pagare a Francesco di Medina, scrivano della nave “S. Maria de Antigua”, la somma di 15.750 maravedì per comprare una mula e altre mercanzie e consegnarle al C. nel porto di San Domingo; il 2 maggio 1516 è il C. che, definendosi “vecino”, cioè residente, di San Domingo, sottoscrive il pagamento di 78 ducati d’oro al mercante Pedro de Aguilar, che glieli aveva anticipati per l’acquisto di merci a lui destinate. Non si sa se dopo questa fruttuosa attività commerciale il C. sia tornato in Europa, o abbia ripreso il mare; però, o lui o un suo omonimo era tra i capitani della flotta partita nel 1517 al comando di don Emanuele di Saldhana per l’India, e di nuovo, come capitano della nave “Belem”, di quella partita nel 1519 sotto gli ordini di Giorgio di Albuquerque. Di certo, negli ultimi anni della sua vita, tornò a Madera, dove morì nel 1540.
Fonti e Bibl.: Catal. de los fondos americános del Archivo de protocolos de Sevilla, in Colección de doc. inéditos para la história de Hispano-America, Madrid 1930, X, docc. 814, 963, 1286; P. Peragallo, Cenni attorno alla colonia italiana in Portogallo, Genova 1907, pp. 53 s.; A. E. Sayous, Le rôle de Gênes entre l’Espagne et le Nouveau Monde, Paris 1933, p. 6; R. Almagià, Commercianti, banchieri armatori genovesi a Siviglia nei primi decenni del sec. XVI, Roma 1935, pp. 448, 451; R. Gribaudi, Navigatori, banchieri e mercanti ital. nei documenti degli archivi notarili di Siviglia, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 7, I (1936), p. 21; R. Almagià, I primi esploratori dell’America, Roma 1937, pp. 159, 161, 380 s., 461; D. Gioffré, Le relazioni tra Genova e Madera nel I decennio del sec. XVI, in Studi colombiani, Genova 1951, p. 450; R. Carandé, Carlos V y sus banqueros, Madrid 1965, p. 456.