Conforti, Raffaele
Uomo politico (Calvanico, Salerno, 1804 - Caserta 1880). Laureato in giurisprudenza, nel 1848 venne nominato procuratore generale della Gran corte criminale di Napoli. Lo stesso anno divenne ministro dell’Interno nel governo Troya, rimanendo però in carica per breve tempo: l’esecutivo cadde dopo un mese, a causa dello scontro tra Ferdinando II e la Camera, che chiedeva riforme di carattere liberale. Eletto deputato alla riapertura del Parlamento, nell’ottobre 1849, con la fine dell’esperienza costituzionale fu però costretto a lasciare Napoli, trasferendosi in Piemonte. Mentre era in esilio fu processato e condannato a morte in contumacia. Nel luglio 1860 fu eletto alla Camera subalpina. Subito dopo, avvalendosi dell’amnistia per gli esuli concessa da Francesco II, tornò a Napoli e partecipò attivamente al movimento che precedette l’arrivo di Garibaldi. Fece quindi parte del ministero dittatoriale che restò in carica sino al plebiscito. Entrò poi in magistratura e, successivamente, fu in due occasioni guardasigilli, nel 1862 nel primo ministero Rattazzi e nel 1878 nel governo Cairoli. Senatore dal 1867, fu vicepresidente dell’assemblea dal 1876 al 1880.