RAFFAELE di Pornassio
RAFFAELE di Pornassio (Raphael de Pornaxio, Raphael de Ianua). – Nacque a Pornassio, località tra Tenda e Albenga (diocesi di Albenga), forse attorno al 1388.
Consente di ipotizzare tale data un’informazione fornita dall’erudito ottocentesco Nicolò Giuliani (secondo il quale Raffaele di Pornassio morì a 79 anni; Giuliani, 1886, p. 23), combinata con la data di morte (cfr. infra). Ignoriamo l’anno del suo ingresso nell’Ordine domenicano: tuttavia, sappiamo che era «filius nativus» del convento di S. Domenico di Genova, dove quindi prese l’abito.
Nel 1421, il capitolo generale di Metz lo assegnò al convento di S. Domenico di Bologna come «lector Sententiarum pro forma et gradu magisterii» nell’anno accademico 1421-22, assegnandogli inoltre la cattedra di «lector biblicus» per l’anno seguente. Probabilmente conseguì il magistero in teologia tra il 1424 e il 1425. Durante gli anni bolognesi Raffaele di Pornassio strinse amicizia con Tommaso Parentucelli (il futuro papa Niccolò V). Lo attesta egli stesso nella lettera di dedica del De consonantia naturae et gratiae a Parentucelli, ormai divenuto papa: «Ad hanc autem elaborandam operam praecipue me movit adhuc ingens memoria quae, dum in primaeva aetate matris studiorum Bononiae una doctrinae lac suximus» (Mittarelli, 1779, p. 954). Nel 1426, il capitolo generale di Bologna lo nominò lettore nel convento di S. Domenico di Genova. Nel 1431, il capitolo generale di Lione lo assegnò al convento di S. Eustorgio di Milano come reggente degli studi, carica che mantenne fino al 1434, quando il capitolo generale di Colmar nominò al suo posto Giovanni de Puteobonello. Rientrato al convento di S. Domenico di Genova, in data imprecisata tra il 1441 e il 1442 Raffaele di Pornassio venne incaricato da Pornassio di Pornassio, un suo parente che viveva a Mitilene, di condurre le trattative per la vendita di Agnese, una diciottenne schiava tartara, al genovese Francesco Minechio, che l’acquistò il 7 marzo 1442.
Il 7 dicembre 1442, Raffaele di Pornassio compare tra i sottoscrittori di un atto di vendita come magister e inquisitor: ruoli che ricoprì, dunque, all’interno del convento genovese. Nei primi mesi del 1443 proprio come inquisitor è chiamato a dirimere il contenzioso fra i monaci camaldolesi Antonio de’ Grassi e Gregorio di Camogli che si disputavano il titolo di abate dell’abbazia di S. Andrea di Sestri.
Agli inizi di febbraio del 1443 il primo riuscì a imporsi sul secondo, anche con il ricorso alle armi, ma il 22 febbraio papa Eugenio IV ristabilì nella sua carica l’abate Gregorio di Camogli, intimando a Giacomo Imperiale, arcivescovo di Genova, di intervenire.
A questo punto i sostenitori del de’ Grassi tentarono di accusare di eresia l’abate Gregorio, con il sostegno di Raffaele di Pornassio, che intentò un processo contro di lui. Tuttavia, il 16 maggio 1443, l’intervento papale annullò il procedimento inquisitoriale. Dopo questo episodio, Raffaele di Pornassio non compare più nella documentazione come inquisitor.
Niccolò V mostrò una grande stima e considerazione per il suo antico compagno di studi, incaricandolo il 13 agosto 1448 della visita canonica alle clarisse del monastero di S. Leonardo di Calignano a Genova, nel tentativo di introdurvi la riforma. Di lì a poco, l’11 febbraio 1449, il maestro dell’Ordine Guido Flamochetti, appena eletto, nominò Raffaele di Pornassio suo delegato con pieni poteri per dirimere una lite tra il domenicano Tommaso da Gubbio e tre suoi confratelli. Qualche mese dopo, Flamochetti gli affidò la cura spirituale del monastero di S. Filippo di Genova. Raffaele di Pornassio mantenne l’incarico anche sotto il vicario generale che governò l’ordine dopo la morte di Flamochetti, il domenicano fiorentino Domenico di Giovanni da Corella.
Con molta probabilità, in veste di vicario del convento di Varazze, Raffaele di Pornassio ottenne da Niccolò V il permesso di unirvi l’Ospizio di S. Lazzaro (5 aprile 1452). Da questo momento non si hanno più notizie documentarie su di lui. Negli ultimi quindici anni della sua vita dovette dedicarsi alla stesura di consilia, l’ultimo dei quali risale al 1466. Morì il 26 febbraio 1467 nel convento di S. Domenico di Genova, assistito dal priore Giovanni Muzio, già suo discepolo.
La data è fornita da una nota a margine del manoscritto Latini III.115 [2476] della Biblioteca Marciana di Venezia, che ci tramanda il De consonantia naturae et gratiae: «Explicit volumen de consonantia nature et gratie compilatum per rev. Patrem et virum evangelicum magistrum Raphaelem de Pornaxio, filium nativum conventus Ianuensis, theologum in Italia singularem, propria manu scriptum, qui ex huius mundi ergastulo solutus est anno domini MCCCCLXVII, die XXVI februarii, hora noctis quasi undecima […]» (f. 179r).
Pochi anni dopo (1469?) Maturino Espiardi (morto il 1° agosto 1500), letterato bibliofilo, assistente del maestro dell’Ordine Marziale Auribelli, incaricò fra Gabriele da Piacenza del convento di S. Domenico di Genova di ricopiare tutte le opere di Raffaele di Pornassio. Il manoscritto, comprendente trenta opere del frate genovese, fu terminato il 28 febbraio 1470 (cfr. Quétif - Échard, 1719, I, p. 831). Il codice appartenne per lungo tempo al fondo librario della biblioteca del convento domenicano di Lione, per passare alla biblioteca di André du Saussay, vescovo di Toul, e infine a quella del convento parigino di Saint-Honoré (1685). Dopo la Rivoluzione francese, il prezioso manoscritto fu acquistato dal libraio londinese Thomas Rodd, che lo vendette a Thomas Phillips, il grande collezionista inglese. Dopo alterne vicende, nel 1970 Paul Oskar Kristeller ritrovò il codice nella biblioteca della Certosa di St-Hughs a Horsham nel Sussex (Kristeller, 1970, n. 1, p. 49). Non tutte le opere di Raffaele di Pornassio sono state tradite dal manoscritto Espiardi. I trattati De consonantia naturae et gratiae e la Defensio Gulgerica, appartenuti alla biblioteca dell’umanista bibliofilo Leonardo Mansueti, maestro dell’Ordine, si conservano presso la Biblioteca Augusta di Perugia (cfr. Kaeppeli, 1962, p. 298 [426]). Nove opuscoli su argomenti vari, per lo più di carattere economico-sociale, ci sono giunti in un manoscritto seicentesco, conservato presso la Biblioteca Civica Berio (Genova), copia di un manoscritto quattrocentesco appartenuto alla biblioteca del giurista Leonardo Spinola di Francavilla.
Raffaele di Pornassio fu dunque uno scrittore prolifico. Tra le sue opere si ricordano: il Liber de potestate concilii, la Responsio ad rationes Basiliensis concilii e la Responsio: Que sit illa ecclesia cui omnes fideles obedire tenentur, dedicate tutte e tre al cardinale di S. Sisto (per una dettagliata analisi del De potestate concilii, cfr. Horst, 1991, pp. 53-82; per le due risposte, cfr. ibid., pp. 82-105); il trattato De communi et proprio indirizzato al suo nipote il domenicano Domenico de’ Conti, in cui si affronta tra l’altro il tema della povertà nell’Ordine (cfr. Creytens, 1980, pp. 143-157, per l’edizione delle responsiones a Domenico de’ Conti); il Liber de consonantia naturae et gratiae (cfr. Kristeller, 1983, p. 432a); la Defensio Gulgerica, dedicata al cardinale Giorgio Fieschi la lettera De transitu ad observantialem statum (Creytens, 1980, pp. 158-160); il Tractatus notabilis de flagellis christianorum ad fratres orientales, in forma epistolare composto per consolare i confratelli d’Oriente colpiti dalla sventura, cioè la caduta dell’Impero d’Oriente nel 1453 per mano turca (cfr. per una valutazione dell’opera, Creytens, 1980, pp. 160-166); il Liber de arte magica valde notabilis; il Tractatus de prerogativis domini nostri Iesu Christi; il De nominibus Ihesu e il De duratione admonitionum que in capitulis generalibus et provincialibus fieri solent sulla durata delle ordinationes (ingiuzioni normative) e delle admonitiones (raccomandazioni) approvate nei capitoli generali e provinciali (cfr. Creytens, 1980, pp. 147 s.).
Mancano peraltro elementi per dislocare nel tempo, con maggiore precisione, la redazione di queste opere. Per un catalogo completo cfr. Creytens, 1979, pp. 170-189.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Genova, Notaio Giovanni di Pineto: Filza 9 (1433-37), sc. 38, doc. 220 (1437, maggio 4); Filza 10 (1433-1447), sc. 38, doc. 51 (1442, marzo 7); doc. 242 (1442, gennaio 6); Torino, Archivio storico provinciale OP - Sezione di Torino, Genova, S. Domenico, Liber M: Liber instrumentorum, ff. 34r-37r (1438, aprile 5); Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Latini III. 115 (2476), f. 179 (per la data di morte di Raffaele di Pornassio); Genova, Biblioteca civica Berio, m. r. I.4.19.: Nicolò Domenico Muzio, Il sacro ordine dei Predicatori in Genova; AGOP (Archivum Generale Ordinis Praedicatorum, Romae ad S. Sabinae), XIV.3.54: Ambrosius Taëgius O.P., Chronicon Ordinis generale libri sex, t. IV, l. II: De Insigniis Ordinis Praedicatorum, c. 187; Roma, Archivio della provincia romana di S. Caterina da Siena- Archivio di S. Maria sopra Minerva, CM, misc. III. 37 (secc. XVII-XVIII), ff. 43r-54v (De communi et proprio, Pars I); L. Alberti, De viris illustribus ordinis Praedicatorum, Bononiae 1517, f. 140r; B. Facio, De viris illustribus, a cura di L. Melius, Florentiae 1745, p. 42 (per l’elogio di Raffaele di Pornassio); Acta capitulorum generalium ordinis Praedicatorum, a cura di B.M. Reichert, Romae 1900, pp. 169 s., 192, 216.
A. Senensis Lusitanus, Bibliotheca ordinis fratrum Praedicatorum, Parisius 1585, p. 209; M. Piò, Della nobile e generosa Progenie del P. S. Domenico in Italia libri due, Bologna, 1615, p. 424; Id., Delle Vite degli Uomini illustri di S. Domenico, parte II, l. III, Bologna 1620, p. 45; R. Soprani, Li scrittori della Liguria e particolarmente della Maritima, Genova 1667, p. 247; A. Rovetta, Bibliotheca chronologica illustrium virorum Provinciae Lombardiae sacri ordinis Praedicatorum, Bononiae 1691, p. 78; J. Quétif - J. Échard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Parisiis 1719, p. 831; Th.G. Carrattini, Vita claustralis, Veronae 1743, p. 413; J.B. Mittarelli, Bibliotheca codicum manuscriptorum monasterii S. Michaelis Venetiarum prope Murianum, Venetiis 1779, p. 954; N. Giuliani, Albo Letterario della Liguria, Genova 1886, p. 23; K. Michel S.V.D., Der Liber de Consonancia nature et gracie des Raphael von Pornaxio, Münster i.W. 1915; F. Ehrle, I più antichi statuti della facoltà teologica dell’Università di Bologna, Bologna 1932, p. 111 [183]; T. Kaeppeli, Inventari di libri di S. Domenico di Perugia (1430-1480), Roma 1962, p. 298 [426]; P.O. Kristeller, The humanist Bartolomeo Facio and his unknown correspondence, in From the Renaissance to the Counter-Reformation. Essays in honor of Garret Mattingly, New York 1965, pp. 56-74; P.O. Kristeller, The contribution of religious orders to renaissance thought and learning, in The American Benedictine Review, 1970, vol. 31, n. 1, p. 49 (ora anche in Id., Medieval aspects of renaissance learning, a cura di E.P. Mahoney, Durham 1974, p. 150); R. Creytens O.P., Raphaël de Pornassio O.P. († 1467). Vie et oeuvres, in Archivum Fratrum Praedicatorum, XLIX (1979), pp. 145-192; Id., Raphaël de Pornassio O.P. († 1467). Vie et oeuvres. II. Les écrits relatifs à l’histoire dominicaine, in Archivum Fratrum Praedicatorum, L (1980), pp. 117-166; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Ævi, III, Romae 1980, p. 296; P.O. Kristeller, Iter Italicum. A finding list…, III, Alia itinera: Australia to Germany, London-Leiden 1983, p. 432a.; U. Horst, Zwischen Konziliarismus und Reformation. Studien zur Ekklesiologie im Dominikanerorden, Roma 1985; A. D’Amato, I Domenicani e l’Università di Bologna, Bologna 1988, pp. 208 s., 215; U. Horst, Autorität und Immunität des Papstes: Raphael de Pornassio OP und Julianus Tallada OP in der Auseinandersetzung mit dem Basler Konziliarismus, Paderborn 1991; Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Ævi, IV, a cura di Th. Kaeppeli - E. Panella, Roma 1993, pp. 251-257.