GARRUCCI, Raffaele
Archeologo (Napoli 23 gennaio 1812 - Roma 5 maggio 1885).
Iniziato agli studi archeologici dal Marchi al Collegio Romano, fu essenzialmente un autodidatta; dotato di acuta intelligenza fu aiutato nelle sue ricerche da profonda conoscenza delle lingue classiche e orientali, dall'erudizione biblica e dallo studio diretto dei Padri della Chiesa e della teologia (apparteneva all'ordine dei Gesuiti). Ebbe interessi molto vasti nei suoi studi: antichità classica, ebraica e cristiana.
Avverso alla compilazione nei suoi studi si rifece direttamente alle fonti. Ebbe aspre e frequenti polemiche specialmente con studiosi tedeschi tra i quali patticolarmente il Mommsen. Fu richiesta la sua collaborazione al C. I. L.; e, se ripicchi personali la impedirono ufficialmente, il suo concorso fu largo e generoso, come risulta dalla frequente corrispondenza con lo Henzen. Il G. si dedicò da solo alle sue tre opere principali: La Storia dell'arte cristiana nei primi otto secoli della Chiesa (voll. 6, Prato 1873-1881), la Sylloge Inscriptionum Latinarum (Torino 1877), e le Monete dell'Italia antica (Roma 1885). Di queste, la prima costituisce l'inizio di una vasta e sistematica raccolta di materiali, la cui consultazione ha ancora utilità, come la terza rimane tuttora la sola opera che raccolga la monetazione dell'Italia preromana. Oltre queste opere possono ricordarsi il Bullettino archeologico napolitano (Nuova serie, Napoli 1852 ss. pubblicato insieme con G. Minervini); I Graffiti di Pompei (2a ed., con 32 tavole, Parigi 1856); Vetri ornati di figure in oro trovati nei cimiteri cristiani (1a ed., Roma 1858; 2a ed., ivi 1864); Monumenti del Museo Lateranense, descritti ed illustrati (Roma 1861, voll. 2); Dissertazioni archeologiche di vario argomento (Roma 1864-66, voll. 2).
Bibl.: R. Fausti, in Enciclopedia cattolica, V, 1950, c. 1947 ss. (con bibl. prec.).