LA CAPRIA, Raffaele
Scrittore, nato a Napoli il 3 ottobre 1922. Laureato in giurisprudenza, dopo la guerra ha soggiornato in Francia, in Inghilterra e nel 1957 negli Stati Uniti. Trasferitosi a Roma, lavora come sceneggiatore e produttore alla RAI e saltuariamente come soggettista e sceneggiatore per il cinema. Ha collaborato e collabora a quotidiani e periodici come Tempo presente, Il Mondo, il Corriere della Sera.
Sin dal primo romanzo, Un giorno d'impazienza (1952), è possibile enucleare le costanti tematiche ed espressive dell'operazione narrativa di La C. riassumibili in una volontà di rottura del modello del romanzo naturalista attraverso il romanzo di analisi affidato a un io narrante in cui si concentrano, su un piano di contemporaneità, azioni e ricordi, fatti e riflessioni. Quest'uso del monologo interiore, sottolineato nel primo romanzo attraverso il corsivo, diviene in Ferito a morte (1961) il veicolo di una più complessa costruzione narrativa che affianca, all'impietosa rivelazione delle avventure dell'inconscio, la rappresentazione emblematica di una condizione umana socialmente e storicamente determinata. Il monologo interiore domina anche Amore e psiche (1973), dove però diviene il tramite di una sorta di saggismo risolto in chiave autobiografica. L'autobiografismo, che è una componente essenziale sottesa a tutta l'opera narrativa di La C., subisce infatti in Amore e psiche una meno accorta rielaborazione rimanendo invischiato nelle secche dell'intellettualismo o nei residui emotivi e patetici di un'esperienza umana e psicologica colta in una dimensione privata.
Bibl.: G. Mariani, La giovane narrativa italiana fra documento e poesia, Firenze 1962; R. Barilli, La barriera del naturalismo, Milano 1964; E. Golino, Cultura e mutamento sociale, ivi 1969; M. Grillandi, R. La Capria, in I Contemporanei, VI, ivi 1974.