FILAMONDO, Raffaele Maria
Nacque nel 1649 a Napoli, nel quartiere popolare di Barra. Non ancora diciottenne entrò come novizio nel convento del S. Rosario di Barra, che dipendeva allora dalla Congregazione riformata dei padri predicatori della Sanità, un istituto religioso fautore del ritorno alle origini dell'Ordine domenicano. Il F. completò in un decennio il suo cursus di studi. Presi i voti, tra il 1679 e il 1680 venne trasferito per meriti nella casa madre della Congregazione, S. Maria della Sanità; nel 1685 entrò nel collegio del Monte di Dio per compiervi gli studi superiori di teologia, filosofia e retorica.
Il F. stava ancora lavorando alla sua prima pubblicazione, nel 1690, quando venne inserito dal cappellano maggiore dell'università di Napoli nella tema di concorrenti alla cattedra del testo di s. Tommaso. Anche se il viceré l'affidò poi al vicecancelliere del Collegio dei teologi T. M. Corrado, la candidatura permise al F. di acquisire una reputazione di valente teologo, che gli valse, dal 1693, l'insegnamento del corso di magistero nel collegio del Monte di Dio. Ma ottenne maggiore notorietà nel 1694, quando uscì a Napoli la prima edizione del Genio bellicoso di Napoli; memorie istoriche d'alcuni capitani celebri napoletani, chan militato per la Fede, per lo Re, per la Patria nel secolo trascorso.
Il libro, un in folio di 650 pagine decorato da belle incisioni in rame di F. De Grado e G. Del Po, raccoglie in due parti le biografie di cinquantasei condottieri del Regno di Napoli. Scopo del F. non era di scrivere solo un'opera storica, ma di proporre modelli di valore morale a beneficio di un'epoca ritenuta di decadenza; forse deluso in questi propositi, nonostante le molte edizioni del Genio, successivamente si dedicò a studi prettamente teologici. Comunque il F. fece a lungo testo in materia di storia militare, tanto che G. B. Vico leggerà la biografia di A. Carafa del F. per il suo De rebus gestis A. Caraphei ed anche B. Croce lo citerà più volte nelle proprie opere storiche.
Nel 1695 il F. pubblicò, sempre a Napoli, il Ragguagliodel viaggio fatto da padridell'Ordine de' predicatori inviati dalla S. C. de Propaganda Fide... nella Tartaria minore l'anno 1662: aggiuntavi la nuova spedizione del p. maestro F. Piscopo in Armenia e Persia, dedicato al cardinale domenicano V. M. Orsini, arcivescovo di Benevento: suo intento era di salvare dall'oblio la storia delle missioni dell'Ordine in Crimea e in Armenia, attingendo alla narrazione di Cehil Sutun, opera di un compagno del Piscopo, l'armeno B. Bedik, pubblicata a Vienna nel 1679. Impegnato in un'intensa attività di predicatore, che da Napoli lo portò in varie località del Regno, a Messina, Palermo e infine a Roma, il F. pubblicò nel 1699, a Palermo, il breve L'Arcadel Testamento. Panegirico alle glorie di s. Rosaliavergine palermitana e nel 1700, a Napoli, Theo-Rhetoricae idea ex divinis scripturibus, et politioris literaturae mystagogis deducta, duobus tomis comprehensa, christianis oratoribus ad imitendum proposita.
In quello stesso anno 1700 il F. venne chiamato a Roma dal padre generale dei domenicani A. Cloche, per entrare a far parte del collegio della Minerva. Il 29 agosto il Cloche lo segnalò quale candidato al posto di primo bibliotecario dell'appena istituita Biblioteca Casanatense. I padri della Minerva lo elessero nello stesso giorno, affiancandogli come secondo il padre C. M. Lascaris. Il F. conservò per cinque anni questo importante ufficio, cui Clemente XI aggiunse la nomina a catechista del Sacro Palazzo e consultore dell'Indice.
Nominato il 14 dic. 1705 vescovo di Sessa Aurunca, carica che accettò solo dietro ordine espresso del papa, lasciò Roma il 13 genn. 1706, indirizzando una lettera pastorale ai fedeli della sua diocesi. Morì a Sessa Aurunca (od. provincia di Caserta) il 15 ag. 1706 per il contagio contratto prestando soccorso alle vittime di un'epidemia.
Uscirono postume a Lucca, nel 1707, inserite nel IV tomo delle Opere della serafica s. Caterina da Siena, a cura di G. Gigli (pp. 385-391),le sue brevi Considerazioni... intorno ad alcuni detti che trovansi nell'orazioni di s. Caterina, in cui veniva criticata l'interpretazione di talune espressioni cateriniane proposta dal francese T. Raynaud, ribadendo l'ortodossia della santa senese. Restarono invece inediti due libri di istituzioni di retorica sacra e civile, intitolati rispettivamente Mercurius sacerdotalis e Mercurius civilis, un Quaresimale ed una Selva per prediche e panegirici, conservati nell'archivio di S. Maria della Sanità a Napoli.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. gen. dell'Ordine dei predicatori, Reg. A. Cloche, Litterae Congregationis S. Mariae de Sanitate 1692-1715, IV 191, ff. 2r 1693, 4v 1694, 14r 1705; Arch. segreto Vaticano, Processus episcoporum Datariae Apostolicae, 1705 ff. 94 ss., 1706 f. 119; Acta Camerarii S. Collegii 25, f. 150; C. P. Mesfin, Vita del ... p.f. Antonino Cloche maestro generale del S. Ordine dei predicatori, Benevento 1721, pp. 88, 213; P. T. Milante, De viris illustribus Congregationis S. Mariae Sanitatis, Neapoli 1745, pp. 155 s.; A. Guglielmotti, Catalogo dei bibliotecari, cattedratici e teologi del Collegio Casanatense della Minerva dell'Ordine dei predicatori in Roma, in Giornale arcadico, luglio-agosto 1859, p. 43; A. C. Vaglio-G. Colaneri, La Biblioteca Casanatense, Roma 1896, p. 6; G. M. Diamare, Mem. critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, I, Napoli 1906, pp. 191 s.; D. A. Mortier, Histoire des maîtres généraux de l'Ordre des frères prêcheurs, VII,Paris 1914, p. 253; B. Croce, La Spagna nella vita ital. durante la Rinascenza, Bari 1922, p. 244; Id., Uomini e cose della vecchia Italia, I,Bari 1927, pp. 249 s., 254 ss.; Id., Storia dell'età barocca in Italia, Bari 1929, p. 105; Id., Storia del Regno di Napoli, Bari 1944, p. 111; F. Scandone, La cattedra del testo di s. Tommaso d'Aquino nella R. Università di Napoli e i suoi insegnanti domenicani (1616-1806), in Memorie domenicane, XLIII (1926), p. 181; A. M. Walz, Compendium historiae Ordinis praedicatorum, Romae 1930, pp. 326, 336; R. Loenertz, Le origini della missione seicentesca dei domenicani in Crimea, in Archivum fratrum praedicatorum, V (1935), pp. 262, 272; F. Nicolini, Qualche nota in margine al "De rebus gestis Antonii Caraphei" di G. Vico, Milano 1938, p. 11; M. Miele, La riforma domenicana a Napoli nel periodo post-tridentino (1583-1725), in Dissertationes historicae, XVI(1963), pp. 273, 275, 284 s., 293, 295, 301, 322 s.; R. De Maio, Società e vita religiosa a Napoli nell'età moderna (1656-1799), Napoli 1971, p. 109; C. Jannaco-M. Capucci, Il Seicento, Padova 1986, p. 917; J. Quétif-J. Echard, Script. Ord. praedicatorum, II,p. 792; III, pp. 81 s.; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica Medii et recentioris aevi, V,Patavii 1952, p. 365; U. Fera-V. Morlicchio, Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Rep. bibl., I, Salerno 1987, p. 229.