FORNACIARI, Raffaello
Nacque a Lucca il 24 febbr. 1837, ultimo dei quattro figli di Luigi e Teresa Martinelli. Avviato agli studi umanistici, il F. frequentò il seminario arcivescovile e il ginnasio-liceo di Lucca. Vinte le resistenze del padre che lo consigliava di intraprendere la più remunerativa carriera legale, s'iscrisse nel 1854 al corso di lettere presso l'università di Pisa, terminando gli studi nel 1859, dopo aver vinto (nel 1856) il concorso come convittore della Scuola normale superiore.
A Pisa ebbe quale compagno di studi G. Carducci, cui lo legava il comune orientamento classicheggiante e antiromantico e che lo introdusse nel gruppo letterario degli Amici pedanti (1856-59), dove il F. strinse rapporti di fraterna amicizia con G. Chiarini. Collaborò all'effimera rivista del gruppo, Il Poliziano (della quale uscirono solo sei fascicoli, dal gennaio al giugno 1859), stampandovi i suoi primi lavori letterari: il saggio Dell'espressione degli affetti ne' poemi d'Omero; un'ampia recensione, fortemente elogiativa, della seconda edizione in quattro volumi (Firenze 1857-58) degli Ammaestramenti di letteratura di F. Ranalli, il sonetto I morti a Curtatone e Montanara (pubblicato accanto ad altri cinque del Carducci Sulla guerra dell'indipendenza italiana) e l'edizione del carteggio (1842-43) tra P. Giordani e il padre del F., Luigi (alla cui prematura scomparsa aveva già dedicato l'elegia classicheggiante, ricca di reminiscenze foscoliane e leopardiane, In morte di Luigi Fornaciari, Lucca 1858).
Nel 1860 fu nominato professore al liceo "Forteguerri" di Pistoia, subentrando dapprima come supplente di greco al Carducci - chiamato quell'anno presso la cattedra di eloquenza dell'università di Bologna - e quindi come insegnante di latino e greco; incarico che tenne fino al 1869.
A questo decennio d'insegnamento del F. sono legate le prime pubblicazioni e i suoi primi contatti con la cultura filologica tedesca. Così, se le scelte delle Narrazioni dalle Storie di Erodoto (Prato 1863) e delle Orazioni (ibid. 1866) rientrano nel panorama editoriale dei libri di testo postunitari (segnalandosi per la chiarezza e la puntualità del commento linguistico e degli apparati introduttivi), le traduzioni del Manuale della religione e mitologia dei Greci e dei Romani di E.W. Stoll (Firenze 1865) e della Piccola grammatica latina di F. Schultz (Torino 1867) introdussero nel mondo scolastico italiano manuali di concezione moderna e scientificamente attendibili che contribuirono al rinnovamento dell'insegnamento delle lingue classiche. Per quanto concerne la grammatica dello Schultz il F. tradusse anche gli Esercizi morfologici (Torino 1869) e la Raccolta di temi per esercizio della sintassi latina (Torino 1870-71), che rinnovarono il successo della parte teorica del manuale. Del 1866 è, invece, la traduzione - pubblicata in alcuni numeri del periodico Ateneo italiano diretto da G. Chiarini - dei primi due capitoli del Caricle dell'archeologo e filologo W.A. Becker, una raccolta di "scene" sulla vita privata dei greci. A questa traduzione si collega il saggio Del sentimento dell'umanità nella letteratura greca (in Nuova Antologia, maggio 1868), impostato sulla radicale opposizione tra il naturalismo ellenico e lo spiritualismo del cristianesimo.
Al 1861 risale, invece, il componimento classicheggiante dedicato alla moglie (Elegia a Teresa Castelli, Pistoia 1861), cui si era unito in matrimonio l'anno precedente e che era morta di parto il 9 giugno 1861 senza che fosse possibile salvare il nascituro. Nel 1864 il F. sposò in seconde nozze Eugenia Gigli (che morì il 2 novembre 1890): da questo matrimonio nacquero cinque figlie, delle quali solo Giulia, nata nel 1869, gli sopravvisse.
Nell'autunno del 1869 passò a insegnare italiano nel liceo di Lucca, dove rimase fino all'ottobre del 1873; al cambiamento di attività corrispose anche un radicale cambiamento nella produzione didattica e scientifica del F., che poté tornare agli studi prediletti di letteratura italiana.
Già nel 1869, infatti, quasi a fornirsi di uno strumento affidabile per il nuovo insegnamento, aveva ripubblicato i due volumi degli Esempi di bello scrivere del padre, con l'aggiunta - secondo i criteri dell'edizione originale - di due appendici dedicate ai prosatori e ai poeti dell'Ottocento, esclusi dalle scelte paterne. Con questa ristampa degli Esempi si inaugurava una collana di classici italiani annotati per le scuole ("La guida dello scolaro"), presso la casa editrice Bettoni di Milano, in cui uscirono, a cura del F. nel 1870, una ristampa commentata del trattato Dell'elocuzione e dei Sermoni dell'arte poetica di P. Costa e un'edizione ugualmente commentata di venticinque Novelle scelte dal Decameron. Quest'ultima segna una data importante negli studi boccacciani e costituisce la prima manifestazione matura del metodo storico-esegetico del F., tutta tesa all'approfondimento dell'aspetto espressivo dei testi, in un difficile ma equilibrato tentativo di conciliazione e integrazione tra lo strumentario retorico-grammaticale della sua formazione puristico-classicistica (cui restava sostanzialmente fedele) e l'attenzione, non occasionale e sempre meditata, alle acquisizioni scientifiche della nuova filologia e della nascente disciplina della linguistica storica. Per questa capacità di contemperare vecchio e nuovo e per la straordinaria conoscenza della lingua trecentesca questo commento rimase uno dei più fortunati lavori del F., che ne preparò due diverse edizioni (1888 e 1914, per la "Biblioteca di classici italiani" diretta da G. Carducci presso l'editore Sansoni), in cui il numero delle novelle inserite crebbe da venticinque a trenta. Al 1871 risale la pubblicazione (nel periodico fiorentino La Gioventù. Rivista dell'istruzione pubblica in Italia) del saggio L'idea del perfetto poeta considerata in tre italiani, che costituisce una sorta di rivendicazione dell'originalità della letteratura italiana. In esso, infatti, confutando sulla base delle teorie poetiche e dell'opera di Dante, Tasso e Alfieri, l'affermazione di T. Mommsen secondo cui l'Italia non poteva annoverarsi tra le nazioni dotate di virtù poetica, concludeva - rivendicando l'eccellenza formale quale tratto distintivo della tradizione letteraria italiana - che i nostri poeti "più seri e profondi" possono considerarsi alla stessa stregua dei grandi delle altre letterature europee "se non altro nella corretta e nobile espressione dei loro pensieri".
Agli anni lucchesi risalgono anche i primi saggi danteschi, incentrati sullo studio dell'allegoria nella Commedia (L'arte di Dante nell'episodio d'Ugolino, del 1869, nel Propugnatore di Bologna; La "Ruina" di Dante secondo l'opinione di un ultimo commentatore, nella Nuova Antologia del 1872; Sul significato allegorico della Lucia di Dante Alighieri, negli Atti della R. Accademia lucchese del 1873) e gli studi di linguistica storica, che preludono alle successive opere grammaticali del F.: la recensione (1872, nella Nuova Antologia) del Saggio sulla storia della lingua e dei dialetti d'Italia di N. Caix, con cui il F. ebbe poi frequenti contatti; l'articolo La scienza delle lingue e l'insegnamento secondario in Italia (1872, nel periodico salernitano Il Nuovo Istitutore) e la Grammatica storica della lingua italiana estratta e compendiata dalla Grammatica romana di F. Diez, parte prima (Torino 1872), unica pubblicata, anche perché il F. fu dissuaso dal continuare l'impresa da una recensione di A. Mussafia in complesso negativa (apparsa in Nuova Antologia, giugno 1872).
Nel frattempo, essendosi resa disponibile a Firenze la cattedra di letteratura comparata nel corso complementare alla Scuola normale femminile, vi si trasferì con la famiglia alla fine del 1873, intensificando, tra l'altro, anche tramite la sua amicizia con I. Del Lungo, i suoi rapporti di collaborazione con il Consiglio superiore dell'Istruzione pubblica e con il ministro R. Bonghi. Nel 1875, succedendo a I. Del Lungo (chiamato all'incarico di compilatore del Vocabolario dell'Accademia della Crusca), ottenne la cattedra di italiano presso il liceo "Dante" e contemporaneamente (dal 1875 al 1892) quella d'italiano e filosofia nel collegio militare fiorentino. La sua carriera d'insegnante terminò nel 1893, quando fu nominato compilatore aggiunto del Vocabolario della Crusca (della quale era stato eletto accademico sin dal 1881), incarico che tenne fino al 1914.
Nel ventennio 1873-93 si condensa la parte più cospicua e significativa della produzione del F. che, oltre agli interessi nei campi della storia letteraria e della grammatica, si estese seppure sporadicamente (per la sua attività dianzi rammentata presso il collegio militare) anche a quello della filosofia, con la pubblicazione a Firenze degli Elementi di filosofia… in tre volumetti (Logica, 1888; Psicologia, 1889; Etica, 1892). Di maggiore impegno risultano, naturalmente, i manuali di letteratura, a cominciare dai due volumi Poesia classica e Prosa classica (Firenze 1875), in cui proponeva - come indicato nel sottotitolo di entrambi i volumi - "saggi dei principali poeti [e prosatori] greci e latini in buone traduzioni italiane": avviamento a una versione dei classici in una veste italiana decorosa, sebbene non viziata da latinismi sintattico-stilistici (a questo tema è dedicato il saggio del 1896 Sulle traduzioni italiane dei prosatori latini e greci, apparso in L'Istruzione). Con analoghi intendimenti sono realizzati il volumetto Primo passo al bello scrivere in prosa (Milano 1884), in cui il richiamo agli Esempi di bello scrivere del padre Luigi (le cui Prose nel frattempo aveva ripubblicato a Firenze nel 1874) non è tanto nel titolo quanto nell'impostazione precettistica del lavoro, e le più articolate antologie Prosa e Poesia italiana del XIX secolo (Firenze 1887), che dei criteri degli Esempi paterni sono l'applicazione alla letteratura ottocentesca. Oltre alle finalità didattiche dello strumento antologico, il F. ripropose in tali opere anche l'ideale stilistico (già delineato dal padre) di un'espressione classicamente chiara e composta nel dettato poetico e, soprattutto, di una prosa moderna e mediana, lontana, cioè, "del pari dalla licenza, come da ogni pedantesca affettazione" (Prosa italiana, p. IV). A questo recupero dei metodi didattici e degli ideali stilistici caratteristici del purismo paterno il F. giungeva, comunque, dopo un'ampia opera di esplorazione dell'intera civiltà letteraria italiana, studiata e valorizzata nella sua tradizione formale.
Così, il fortunato Disegno storico della letteratura italiana (Firenze 1874) del F., che costituisce il primo esempio postunitario di manuale di storia letteraria italiana per le scuole superiori, pur mutuando scrupolo filologico e bibliografico dal metodo e dalle ricerche della scuola storica, ha il suo tratto caratterizzante proprio nell'attenzione alla connotazione stilistica degli autori e allo svolgimento della lingua letteraria. Tutto ciò con impegno di chiarezza espositiva, nel perseguimento delle finalità didattiche ribadite e pienamente esplicitate nel successivo volume antologico di Dichiarazioni ed esempi in appendice al Disegno storico (Firenze 1876, poi riveduto con il titolo di Libro di lettura, ibid. 1884). Della tradizione letteraria italiana il momento più originale viene significativamente indicato nel periodo che va dal Trecento al pieno Cinquecento, approfonditamente esaminato nel successivo manuale La letteratura italiana nei primi quattro secoli (XIII-XVI). Quadro storico (ibid. 1885), inizialmente nato come rifacimento del Disegno, poi concluso come opera a sé (e di qui le incongruenze e le sproporzioni espositive rimproverate al F. in una severa recensione di O. Bacci nel Giornale storico della letteratura italiana di quell'anno). Il patrimonio retorico che della tradizione letteraria italiana è uno degli aspetti e dei lasciti più caratteristici viene ripercorso e illustrato nei tre volumi del Trattato di retorica (1890-93). In tale prospettiva di integrazione tra studio storico-letterario e finalità di formazione linguistico-stilistica il momento decisivo risulta quello della descrizione grammaticale della lingua, cui il F. dedicò i due volumi della Grammatica e della Sintassi dell'uso moderno (Firenze 1879 e 1881), di cui curò in seguito una versione "compendiata e accomodata per le scuole secondarie" (ibid. 1884) e una riduzione per le scuole elementari (Grammatichetta della lingua italiana ad uso delle scuole elementari, ibid. 1886).
Quest'impresa (e soprattutto la Sintassi, che è la parte più originale e feconda) costituisce il culmine del purismo illuminato del Fornaciari. La descrizione grammaticale, delineata con il costante riferimento di esempi d'autore, più che come geometrizzante elenco di forme e costrutti, è impostata, infatti, come una dettagliata presentazione e una garbata discussione delle possibilità espressive (stilistiche e contestuali) messe a disposizione dalla secolare tradizione letteraria. Una particolare attenzione, comunque, è dedicata (sin dal programmatico titolo) all'uso moderno: all'uso, cioè, parlato toscano visto (secondo un'impostazione ancora una volta in sintonia con le posizioni paterne) come attestazione di possibilità e modi espressivi presenti, sia pure in forma latente o minoritaria, nella tradizione letteraria, della quale, pertanto, il parlato non si configura in termini antinomici, bensì, al contrario, come uno dei modi di esplicazione in un legame di vivente continuità tra attestazione scritta e orale.
Nel ventennio 1894-1914, sia per l'impegno come compilatore del Vocabolario della Crusca, sia per il progressivo declinare delle condizioni di salute del F., le riedizioni e i rimaneggiamenti di opere precedentemente pubblicate prevalgono sulla realizzazione di opere nuove. All'attività di compilatore di manuali e grammatiche si sostituisce, inoltre, un'intensa opera di commentatore dei classici italiani dell'Ottocento per la "Collezione scolastica" dell'editore G. Barbèra di Firenze (oltre alle Prose scelte di G. Leopardi del 1882, i due volumi, 1896-97, delle Prose e delle Poesie di U. Foscolo e, soprattutto, le Prose scelte di V. Monti, 1896, ancor oggi significativo per la rarità dei testi antologizzati e per l'ampiezza della prefazione); del Cinquecento nella "Biblioteca" carducciana del fiorentino Sansoni (la silloge, 1901, dalla Storia d'Italia e dalle Opere minori di F. Guicciardini; gli Scritti scelti in prosa e poesia di Antonfrancesco Grazzini detto Il Lasca, 1912) e dell'aureo Trecento (la ristampa, nel 1902, dei Fioretti secondo l'ed. di A. Cesari per la collezione "Diamante" dell'editore Barbèra; l'"edizione minuscola con postille e cenni introduttivi" della Divina Commedia, Milano 1905; le riedizioni, 1888 e 1914, della già ricordata antologia del Decameron e le Cento novelle di F. Sacchetti, 1907, entrambe per i tipi di Sansoni).
In questo periodo il F. continua, seppure più sporadicamente, l'attività di dantista: nel 1901 si dette alle stampe la 2ª ed. riveduta e accresciuta dei suoi Studi su Dante (la prima ed. del volume risaliva, infatti, al 1883 e fu recensita con attenzione da R. Renier nel Giornale storico della letteratura italiana di quell'anno). La raccolta Fra il nuovo e l'antico. Prose letterarie (Milano 1909) riunì il meglio non solo dei saggi giovanili d'argomento classico, ma anche dei suoi interventi più recenti su questioni linguistico-stilistiche.
Con la fine del 1914 l'attività del F. cessa definitivamente: colto nel novembre di quell'anno da una forma di paralisi che lo rese inabile al lavoro e che lo afflisse incessantemente fino alla morte, si spense l'11 nov. del 1917 a Firenze.
Il 29 ott. 1921, con una cerimonia solenne, la sua salma fu tumulata, a cura del Comune di Lucca, nella Cappella dei benemeriti del camposanto civico, accanto a quella del padre.
Fonti e Bibl.: Il carteggio del F., inedito, è conservato presso la Biblioteca nazionale di Firenze, sotto la segnatura Carteggi vari. Una raccolta dal titolo Alcune lettere giovanili del F. alla famiglia fu pubblicata per cura di A. Gigli, Firenze 1923 (per nozze Gigli - Rossi). A cura di Giulia Fornaciari, figlia del F., sono state invece pubblicate Lettere inedite di I. Nieri a R. F., Lucca 1930 (ma v. anche G. Fornaciari, I. Nieri nelle sue lettere inedite a R. F., in Boll. stor. lucchese, II [1930], pp. 104-122).
La bibliografia del F., che ammonta a 341 numeri tra volumi articoli e recensioni, fu pubblicata dalla figlia Giulia nell'opuscolo R. F. (1837-1917). Cenni biogr. e bibliografici…, Firenze 1919, pp. 43-72. Questa, unitamente a una rapida sintesi della biografia che occupa le pagine iniziali dell'opuscolo (pp. 3-42), fu ripubblicata con il titolo R. F. e l'opera sua, in Rivista delle biblioteche e degli archivi, XXX (1919), pp. 28-56. Ancora vivente il F., un suo profilo biobibliografico fu accolto da A. De Gubernatis nel Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, I, p. 83. Tra i necr.: I. Del Lungo, L'ultimo saluto a R. F., Firenze 13 nov. 1917, in Conferenze e prolusioni, X (1917), 21-22, pp. 359 s., rist. in Atti della R. Accademia della Crusca, 1920, pp. 48-51; F. P[ellegrini], R. F., in Il Marzocco, 18 nov. 1917; A. Chiappelli, R. F., in Il Giornale d'Italia, 18 nov. 1917; G. Checchia, R. F., in Fanfulla della domenica, 16 dic. 1917; R. F., in Giornale storico della letteratura italiana, LXXI (1918), p. 136; A. Zardo, R. F., in Rassegna nazionale, XL (1918), pp. 107-122; G. Mazzoni, Rapporto accademico per gli anni 1917-18 e 1918-1919, in Atti della R. Accademia della Crusca, 1920, pp. 16-18; Comune di Lucca, In memoria di R. F., Lucca 1921. Si vedano inoltre: C. Trabalza, Storia della grammatica italiana, Milano 1908, pp. 518-522; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1938, pp. 1385, 1426; V. Branca, Linee di una storia della critica al "Decameron", Milano-Roma 1939, p. 57; G. Getto, Storia delle storie letterarie, Milano 1942, p. 377; G. Petronio, G. Boccaccio, in I classici italiani nella storia della critica, a cura di W. Binni, I, Firenze, 1954, pp. 20 s.; G. Grazzini, Presentazione della rist. anastatica di A.F. Grazzini, Scritti scelti, a cura di R. Fornaciari, Firenze 1957, pp. IX-XIII; E. Li Gotti, Presentazione della rist. anastatica di F. Sacchetti, Cento novelle, a cura di R. Fornaciari, Firenze 1957, pp. VII-X; C. Segre, Presentazione della rist. anastatica di G. Boccaccio, Novelle scelte dal Decamerone, a cura di R. Fornaciari, Firenze 1957, pp. VII-XIV; B. Migliorini, Storia della lingua italiana, Firenze 1963, pp. 692, 719; E. Esposito, R. F., in Enciclopedia Dantesca, II, Roma 1970, p. 977; G. Nencioni, Presentazione della rist. anastatica della Sintassi italiana dell'uso moderno di R. F., Firenze 1974, pp. V-XXVII; M. Vitale, La questione della lingua, Palermo 1978, pp. 496 s.; M. Raicich, Scuola, cultura e politica da De Sanctis a Gentile, Pisa 1981, pp. 60 s., 137 s., 164-166; F. Bruni, L'italiano. Elementi di storia della lingua e della cultura, Torino 1984, p. 125; G. Holtus, Ordine delle parole, messa in rilievo e segmentazione nella grammaticografia italiana, in Tema-Rema in italiano, a cura di H. Stammerjohann, Tübingen 1986, pp. 1-14; G. Berruto, Socio-linguistica dell'italiano contemporaneo, Firenze 1987, p. 122; G. Nencioni, Costanza dell'antico nel parlato moderno, in Saggi di lingua antica e moderna, Torino 1989, pp. 281-299; P. D'Achille, Sintassi del parlato e tradizione scritta della lingua italiana, Roma 1990, p. 15; M. Catricalà, Unità d'Italia e nuove grammatiche, in Storia dell'italiano e forme dell'italianizzazione. Atti del XXIII Congresso internazionale di studi della Società di linguistica italiana (Trento-Rovereto 18-20 maggio 1989), a cura di E. Banfi - P. Cordin, Roma 1990, pp. 400-409; L. Serianni, Il secondo Ottocento, in Storia della lingua italiana, a cura di F. Bruni, Bologna 1990, pp. 66 s.; G. Skitte, Dall'Alberti al Fornaciari. Formazione della grammatica italiana, in Revue romane, XXV (1990), pp. 268-278; M. Catricalà, Le grammatiche scolastiche dell'italiano edite dal 1860 al 1918, Firenze 1991, pp. 49, 58; G. Patota, I percorsi grammaticali, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni - P. Trifone, Torino 1993, I, pp. 131-134; N. De Blasi, L'italiano nella scuola, ibid., p. 419; L. Serianni, La prosa, ibid., p. 572; A. Sorella, La tragedia, ibid., pp. 761, 763; C. Marazzini, La lingua italiana. Profilo storico, Bologna 1994, pp. 70, 386; M. Catricalà, L'italiano tra grammaticalità e testualizzazione. Il dibattito linguistico-pedagogico del primo sessantennio post-unitario, Firenze 1995, ad Indicem; M. Raicich, Di grammatica in retorica, Roma 1996, pp. 46-48, 83 s., 250-254.