MAGGI, Raffaello
Nacque a Dovadola, presso Forlì, il 23 febbr. 1904, da Enea e da Anna Candiani, nipote di Luigi Candiani, pioniere dell'industria tessile lombarda. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere presso l'istituto tecnico di Pavia, frequentò l'Università di quella città dove conseguì dapprima la laurea in giurisprudenza, nel 1925 e, quindi, in scienze economiche e sociali, nel 1927, e in scienze politiche, nel 1929.
Le sue prime ricerche riguardarono l'economia dei trasporti marittimi, con studi ben documentati condotti sotto la guida di C. Supino: Il costo di esercizio nei trasporti marittimi, Busto Arsizio 1930; La marina mercantile italiana post-bellica, ibid. 1931; Osservazioni sul mercato dei noli, ibid. 1931; Marina e protezionismo marittimo negli USA, in Riv. internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, s. 3, III (1932), pp. 767-819. Il lavoro più importante, in questa fase della ricerca del M., fu un ampio saggio su Il porto di Amburgo (Pavia 1930) nel quale rilevava tra l'altro la piena ripresa dell'organizzazione marittima tedesca successiva alla prima guerra mondiale, confrontando le caratteristiche dei porti di Amburgo e di Trieste.
Nel 1932 conseguì la libera docenza in economia marittima e, a partire dall'anno seguente, iniziò l'insegnamento come incaricato di politica economica e finanziaria nell'Università di Pavia. Dagli anni Trenta, tuttavia, forse anche per la scomparsa di Supino, avvenuta nel 1931, sul piano della ricerca il M. cambiò campo d'indagine e si concentrò su temi di economia industriale, con riferimento soprattutto all'industria cinematografica e a quella cotoniera.
Nel saggio più impegnativo sulla cinematografia, Filmindustria. Riflessi economici. (Fuori testo). Frammenti per una psicologia economica dei films (Busto Arsizio 1934, dedicato alla memoria di Supino), il M. approfondisce, con confronti internazionali, i problemi dell'industria cinematografica italiana, sostenendo l'opportunità di un contesto concorrenziale e l'esclusione di politiche protezionistiche a difesa della cinematografia nazionale. A questo saggio fecero seguito diversi articoli sul medesimo tema (Panorama economico dell'industria cinematografica, in Riv. internazionale di scienze sociali, s. 3, V [1934], pp. 392-411; La costituzione degli attori sullo schermo, in Contributi del Laboratorio di statistica, Milano 1936, pp. 79-137; Lineamenti di una selezione biotipologica dei cineartisti, in Italia medica, VI [1938]; Alcuni criteri per la selezione dei cineartisti, in Bianco e nero, III [1939], 1, pp. 15-30).
Gli studi del M. sull'industria cotoniera, dopo un primo saggio sui comportamenti collusivi delle imprese (Accordi tra imprese cotoniere all'estero, in Riv. internazionale di scienze sociali, s. 3, IX [1938], pp. 209-217), trattano soprattutto aspetti generali del settore, con particolare riferimento all'industria tessile (Origine e sviluppi dell'industria delle fibre tessili artificiali in Italia [estr. dal Boll. dell'industria cotoniera], Milano 1943); Sguardo all'industria delle fibre tessili in Italia, in Riv. internazionale di scienze sociali, s. 3, XVI [1945], pp. 28-44; Fattori e prospettive della crisi nell'industria tessile cotoniera, in Boll. di ricerche economiche, X [1956], 1, pp. 38-52; Quelques aspects de l'industrie textile cotonnière de l'Italie au debut du MEC, in Revue de la Société belge d'études et d'expansion, 1959, n. 185, marzo-aprile pp. 229-237).
Anche se gli interessi per l'economia industriale rimasero vivi, a partire dalla seconda metà degli anni Trenta l'impegno del M. negli studi di economia teorica assunse carattere prioritario. I temi d'indagine da lui prescelti furono affrontati in una serie di articoli, per lo più pubblicati nel Giornale degli economisti, diretto G. Demaria la cui influenza sull'opera del M. sembra sia stata costante. Riguardarono in particolare l'occupazione, il fattore tempo, il principio d'indeterminazione in economia (studi di carattere metodologico) e il rischio.
Inizialmente il tema dell'occupazione fu preso in esame dal M. a livello di sistema istituzionale (sistema liberale e sistema corporativo): in un articolo incentrato sul concetto di giustizia sociale (Sul concetto di giustizia sociale, con riferimenti particolari all'economia corporativa, in Studi nelle scienze giuridiche e sociali, 1939, vol. 33, pp. 59-97) il M. confrontava il sistema liberista, in cui l'operaio si trovava in condizioni d'inferiorità rispetto all'imprenditore, con il sistema corporativo, nel quale "la contrattazione ha luogo attraverso un regolamento collettivo in cui le due parti, datori di lavoro e lavoratori, sono fornite di una uguale capacità di resistenza" (p. 91). Tale impostazione veniva ripresa nel saggio Sulla disoccupazione in genere e con riflessi in economia libera ed in una regolata (in Giornale degli economisti, n.s., II [1940], pp. 277-316), nel quale sosteneva che "in un'economia regolata il governo, quando sia tempestivo ed organico nell'intervento, può attenuare in maniera soddisfacente la disoccupazione delle classi lavoratrici" (p. 313). Nel dopoguerra l'argomento fu ripreso dal M. in un ulteriore scritto (Sulla direzionalità della curva di offerta individuale di lavoro, ibid., n.s., XIV [1954], pp. 267-307), che analizzava i contributi sull'argomento di R.A.K. Frisch e di Demaria.
Nel corso degli anni un'altra importante serie di studi del M. riguardò il "fattore tempo", inteso "non come pura variabile dipendente o tempo fisico, ma come tempo economico" (Sul concetto in genere di rischio e di rischio statico e dinamico, in Giornale degli economisti, n.s., V [1946], p. 424), inizialmente con riferimento al periodo di produzione.
Nota sul periodo tecnico ed economico di produzione, Pavia 1938; Osservazioni sul tempo in economia, ibid. 1938; Osservazioni sul periodo di produzione, in Giornale degli economisti, XIII (1938), pp. 373-379; Tempo e profitto, in Riv. internaz. di scienze sociali, s. 3, IX (1937), pp. 895-900. Questo filone di ricerca finì poi col collegarsi a quello relativo all'incidenza sulle realtà economiche del fattore rischio e dell'incertezza (Sul concetto in genere di rischio e di rischio statico e dinamico, cit., pp. 423-440, 567-596, 668-710; Su alcuni aspetti del rischio nei mercati a termine, Bologna 1949).
Un altro gruppo di lavori del M. verte, poi, sul tema, di carattere strettamente metodologico, già esplorato da Demaria, dell'indeterminazione in economia sulla base delle teorie del fisico tedesco W.K. Heisenberg.
Causalità e principio di indeterminazione in economia (Pavia 1939); Se sia assicurata la determinatezza di un sistema economico quando il numero delle incognite è pari a quello delle equazioni (ibid. 1943); Sopra una formula del coefficiente di indeterminazione in economia, in Giorn. degli economisti, n.s., XIII (1952), pp. 486-492.
Oltre a questi settori di ricerca, particolarmente vari e articolati ma tutti comunque collocabili nell'ambito dell'ortodossia accademica, il M. si avvicinò con interesse anche alla psicanalisi stabilendo un rapporto, almeno all'epoca sicuramente poco comune, tra questa scienza e la scienza economica (Su alcuni riflessi economici della psicanalisi, ibid., III [1941], pp. 48-70; La Weltanschaung marxista nei riflessi della critica psicanalitica, ibid., XIV [1953], pp. 151-196).
L'interesse per la psicanalisi fu alla base anche di un altro volume del M., al di fuori della produzione accademica: La monaca di Monza all'esame psicoanalitico (Milano 1960; 2ª ed., con il titolo Volto e anima della monaca di Monza, ibid. 1964).
La vasta produzione scientifica consentì al M., dopo l'interruzione dei concorsi universitari dovuta alla guerra, di conseguire, nel 1951, la cattedra universitaria, in qualità di secondo ternato nel concorso di economia politica bandito dall'Università di Siena. Straordinario di economia politica presso l'Università di Modena dal 1 nov. 1951, il M. fu chiamato a occupare, dal 1 nov. 1954, la stessa cattedra presso la facoltà di economia e commercio dell'Università di Bologna, ove fu anche direttore dell'istituto di economia e ove concluse la sua carriera.
La percezione dell'estrema varietà dei temi trattati indusse il M. a sistemare in un unico, corposo volume di circa 800 pagine, suddivise in cinque sezioni (Momenti dinamici dell'economia, Milano 1958), i suoi scritti teorici, alla ricerca, come scrisse nella prefazione, di "quell'unità logica di sequenza che all'origine era in difetto sin quasi a profilarli come foglie al vento" (p. VII).
La visione dell'economia del M. è ben sintetizzata in uno scritto inedito del 1961, conservato nell'Archivio dell'Università di Bologna, ove si legge: "in fondo l'economia come scienza è da considerare studio di una particolare categoria di comportamenti, quindi le sono utili la psicologia, la sociologia, lo strumento matematico, a patto che non diventi arido formalismo, in una concezione psicologico-probabilista". L'elemento unificante della sua intera produzione scientifica potrebbe forse riscontrarsi nel non sopito contrasto, che spesso affiora negli scritti accademici, tra l'ipotesi di comportamento razionale propria della teoria economica e quella di comportamento inconscio presupposta dalla psicanalisi. Tale interpretazione spiegherebbe i dubbi sovente accennati dal M., ma che egli stesso sembra non avere il coraggio di sviluppare fino in fondo, e che lo portarono a scrivere che "l'economia non è concepibile come scienza universale" (ibid., p. 588), senza tuttavia che simili posizioni siano state poi ulteriormente elaborate.
L'impostazione interdisciplinare, non particolarmente apprezzata in Italia, lo isolò scientificamente in patria. Maggiore consenso ottenne all'estero: per esempio ebbe una citazione molto favorevole da parte di G.L.S. Shackle (in Decision, order and time in human affairs, Cambridge 1961), che gli dedicò anche il suo successivo volume A scheme of economic theory (ibid. 1965).
Il M. morì a Busto Arsizio il 16 marzo 1971.
Fonti e Bibl.: Bologna, Università degli Studi, Archivio storico, Sezione docenti, ad nomen; necr., in La Prealpina, 18 marzo 1971; V.E. Moroni, rec. a Momenti dinamici dell'economia, cit., in Riv. internazionale di scienze economiche e commerciali, V (1958), 3, pp. 291 s.; R. Scazzieri, Economisti a Bologna, 1950-1975, in G. Garofalo - A. Graziani, La formazione degli economisti in Italia, Bologna 2004, pp. 427-429; Chi è? Diz. biografico degli Italiani d'oggi, 1948; 1957; 1961, ad nomen; Lui chi è?, 1970, s.v.; Indice biografico italiano, München 2002, sub voce.