SERNESI, Raffaello
Pittore, nato a Firenze il 29 dicembre 1838, morto a Bolzano l'11 agosto 1866. Di famiglia artigiana, scolaro di A. Ciseri all'accademia fiorentina nel '59 volontario, ma subito richiamato come unico sostegno dei suoi, il S. fece parte della schiera dei novatori del Caffè Michelangelo col Signorini, il De Tivoli, l'Abbati, il Lega, il Fattori; nel '61 andò col Borrani sulla montagna pistoiese, e poi a Castiglioncello a lavorare dal vero; appartenne, con gli altri "macchiaioli", alla cosiddetta "scuola di Pergentina" alle porte di Firenze. Ma per vivere abbandonò qualche tempo la pittura per l'incisione di medaglie e con l'illusione di far fortuna si recò a Napoli. Volontario di Garibaldi nel battaglione Nicotera, il 16 luglio fu ferito a Condino, fatto prigioniero e portato all'ospedale di Bolzano, ove moriva. Movendo dalla "macchia" violenta del Signorini, a poco a poco trovò un suo stile ove alla "macchia" si sostituisce una tessitura cromatica sensibilissima; mentre nella frappa piumosa può ritrovarsi un riflesso della maniera del Fontanesi. Trattò unicamente la pittura di paese con "senso d'ordine, di dominio, di austerità" (Cecchi) e se si compiacque di qualche motivo georgico, lo fece con semplicità e quasi religiosità. Dei suoi dipinti, una quarantina, i più sono in raccolte private; ma ne posseggono la R. Galleria d'arte moderna di Firenze e la Ricci-Oddi di Piacenza; e gli Uffizî, l'autoritratto.
Bibl.: T. Signorini, 99 discussioni artistiche, Firenze 1877, sonetto XXVIII; A. Franchi, Arte e artisti toscani, Firenze 1902; E. Somaré, Storia dei pitt. italiani dell'Ottocento, II, Milano 1928, pp. 112-115, e passim (con bibliografia); E. Cecchi, Alcuni dipinti di R. S., in Vita artistica, II (1927), pp. 21-24. A. P. Tommasi, R. S. e la campagna livornese, in Liburni Civitas, VIII, Livorno 1932, pp. 143-148.