RAG TIME
. Voce musicale moderna, di origine americana, che significa tempo spezzato (il sostantivo rag indica letteralmente un pezzo di stoffa lacerata dal lungo uso). Con tale significato fu usato per la prima volta verso la fine del secolo XIX da un negro degli Stati Uniti in un paese del sud, quando durante un ballo domandò all'orchestra di ripetere un certo pezzo. "Quale pezzo?" gli fu chiesto; e il negro: "Quello che aveva un andamento ragged (spezzato), una sorta di rag time". L'espressione parve così giusta che ancora molto tempo dopo restò a denominare quel ballabile presso gli esecutori. Ufficialmente, però, il termine fu usato soltanto nel 1897 dal compositore di New York, Kerry Mills, il quale pubblicò in quell'anno una serie di pezzi sincopati (rag time pieces) dal titolo Georgia Camp Meeting. La popolarità di questa composizione fu enorme in tutta l'America Settentrionale e da allora in poi tutta la musica sincopata fu battezzata rag time.
Una buona definizione si trova nell'Encyclopédie de la musique di A. Lavignac: "Una melodia fortemente sincopata sovrapposta a un accompagnamento rigorosamente regolare", nel contrasto dei due ritmi (il rag time e lo straight time) essendo ben chiarito il carattere di questa forma di sincopato musicale, base della danza moderna e del iazz in genere. Le danze fox trot, blues, charleston, black bottom, ecc., sono fondate infatti sul contrasto ritmico di un basso invariabile nei suoi accenti normali con una melodia accentata soprattutto nei tempi deboli.
Il rag time compare nella musica europea per la prima volta con la Sinfonia dal Nuovo mondo e il Quartetto op. 26 di A. Dvořàk, ma l'esempio rimase senza influenza. È soltanto con l'avvento del jazz, intorno al 1920, che le inserzioni di tale ritmo si fanno più frequenti e più significative nelle opere dei compositori europei, alcune delle quali ne adottano anche la denominazione, come il Piano rag music e il Rag time per 11 strumenti di I. Stravinskij, i Trois Rag caprices di D. Milhaud, ecc. Dello stesso Stravinskij il Concerto per piano e orchestra contiene elementi pronunciatissimi di rag time, e ancora ne contengono la Partita di E. Schulhoff, la Suite 1922 di P. Hindemith e, maggiormente, tutte quelle musiche strumentali create sotto l'influenza del jazz, quali la Rhapsody in Blue e An American in Paris del compositore americano George Gershwin. In tal modo il principio ritmico del rag time è passato ad alimentare espressioni musicali più compiutamente artistiche.
Bibl.: I. Schwerke, Le Jazz est mort! Vive le Jazz!, in Le Guide du concert, Parigi 1926.