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MOLECOLARI, RAGGI

di Giorgio CARERI - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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MOLECOLARI, RAGGI (XXIII, p. 553)

Giorgio CARERI

Col progredire della tecnica necessaria alla produzione ed alla rivelazione dei raggi molecolari, le applicazioni di questi si sono estese nei campi più svariati della fisica e della chimica. L'applicazione indubbiamente più importante si è avuta nella determinazione del momento magnetico nucleare di molti atomi, eseguita prevalentemente da I. I. Rabi e collaboratori.

Il principio del metodo è relativamente semplice. Si tratta di mandare un pennello di raggi molecolari attraverso un campo magnetico costante, a cui è sovrapposto un campo magnetico più debole che ruota con una certa frequenza. Si dimostra che quando questa frequenza è uguale alla frequenza di Larmor corrispondente al momento magnetico da studiare, avviene il numero maggiore di transizioni per gli stati quantici nucleari. Dalla conoscenza dell'intensità dei due campi e della frequenza di rotazione del campo più debole, è possibile, qualora si riesca a mettere in evidenza sperimentale il momento in cui avviene il numero maggiore di transizioni degli stati quantici nucleari, risalire al valore del momento magnetico nucleare. Questo si fa osservando la deflessione subìta dal pennello di raggi molecolari attraverso un campo magnetico non uniforme.

Fra le altre applicazioni sono da ricordare quelle intese a misurare lo scattering molecolare, da cui si può risalire alle forze intermolecolari. Anche nella spettroscopia i raggi molecolari sono stati impiegati su larga scala per mettere in evidenza la struttura fina, in quanto il moto particolarmente ordinato degli atomi nel pennello dei raggi molecolari, dà la possibilità di ottenere degli spettri che riescono molto nitidi.

Vedi anche
forze intermolecolari Il complesso di forze di tipo attrattivo e repulsivo a cui danno luogo, pur mantenendo la propria individualità chimica, due molecole o ioni o atomi dello stesso o di diverso tipo quando si trovano a una certa distanza (distanza intermolecolare). Diversa è la situazione che si genera quando tra molecole ... raggi gamma Radiazione elettromagnetica di elevatissima frequenza (maggiore di circa 3‧1018 Hz, e quindi lunghezza d’onda inferiore a 10−10 m), i cui fotoni hanno energie maggiori di circa 10 keV. I raggi γ possono essere emessi da nuclei radioattivi, in conseguenza di transizioni tra due livelli energetici nucleari; ... scattering Nel linguaggio scientifico, lo sparpagliamento (in it. diffusione), dovuto a riflessioni non regolari o, genericamente, a interazioni con la materia, subito da radiazioni elettromagnetiche o da fasci di particelle che si propagano in un mezzo. In particolare, in fisica delle particelle elementari, il ... rotazione In senso proprio, un intero giro compiuto dal corpo intorno a un altro corpo o intorno al proprio asse. In senso figurato, avvicendamento, uso o impiego alternato di persone, oggetti, elementi diversi, attuato secondo un determinato criterio in modo che si compia una serie di cicli chiusi. agraria Si ...
Vocabolario
molecolarità
molecolarita molecolarità s. f. [der. di molecolare]. – In chimica fisica, il numero di particelle (atomi, ioni, molecole) che devono collidere le une con le altre per dar luogo a una data reazione chimica elementare.
ràggio
raggio ràggio s. m. [lat. radius, in origine «bacchetta appuntita», poi «raggio luminoso; raggio d’una ruota (perché irradia dal centro come i raggi dalla sorgente di luce); raggio d’una circonferenza», ecc.]. – 1. a. Emanazione di luce...
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