RAGNI (o Araneini; dal gr. ἀράχνη "ragno"; lat. sc. Araneina, Araneae; fr. araignées; sp. arañas; ted. Spinnen; ingl. spiders)
È l'ordine più importante della classe degli Aracnidi (v.).
Morfologia esterna. - Nei ragni è costante uno strozzamento molto accentuato, che divide il corpo in una porzione anteriore o cefalotorace e in una posteriore o addome; la porzione strozzata, brevissima, viene detta peduncolo. L'addome dell'adulto è per lo più molle, flessibile e senza traccia di segmentazione; accenni di metameria si notano però negli embrioni dei ragni e anche negli adulti del genere Liphistius, che hanno l'addome ricoperto da una serie di 7 piastre tergali. A differenza della maggior parte delle specie, che hanno l'addome ovoidale, non pochi ragni esotici presentano un addome di forma aberrante e talvolta bizzarra. Anteriormente il cefalotorace porta 8, oppure 6 occhi (eccezionalmente 4, o 2). I cheliceri, che rappresentano il 1° paio di appendici boccali, sono biarticolati; breve e robusto è l'articolo prossimale; il distale (unguis), fatto a mo' di artiglio, è forato all'apice dal condotto d'una ghiandola velenifera situata nell'articolo basale. I palpi (2° paio di appendici boccali, v. aracnidi) sono più allungati e composti di 6 articoli, e hanno alla base una lamina (mancante nei Migalomorfi) che funziona da mascella; l'articolo distale della femmina termina in una minuscola chela o pinza; nel maschio si complica, assumendo la funzione di organo accessorio del sistema riproduttore, e diventa l'organo palpale, variamente costituito a seconda dei gruppi. Tale appendice serve al maschio per aspirare lo sperma dal proprio orifizio genitale e introdurlo nell'apertura genitale della femmina; sembra che nella maggior parte dei casi il trasporto non avvenga direttamente, ma lo sperma venga prima deposto dal maschio su di una foglia o una tela, a tal uopo intessuta, e poi raccolto con l'organo palpale. Le appendici locomotorie o piedi hanno 7 articoli ciascuna (coxa, trocantere, femore, patella, tibia, metatarso, tarso); il tarso è armato di due artigli, rinforzati, in qualche famiglia, da un terzo più piccolo, e talvolta anche da speciali gruppi di setole a pettine o a ciuffo.
Ventralmente si osservano alcuni orifizî: nel cefalotorace, la bocca; nell'addome, subito dopo il peduncolo, l'apertura genitale, spesso circondata, nella femmina, da un'armatura detta epigino, che ha speciale importanza per la classificazione. Fiancheggiano l'orifizio genitale due o quattro stigmi (aperture dei sacchi respiratorî). Più indietro si notano quattro, oppure sei, papille digitiformi, derivanti da abbozzi embrionali di appendici e chiamate filiere; da queste geme, per una moltitudine di esili tubicini e per pochi tubi di calibro alquanto maggiore, un liquido vischioso, che disteso dal ragno mercé gli artigli del quarto paio di zampe si rapprende al contatto dell'aria in filamenti sericei.
Morfologia interna. - Concentrato per intero nel cefalotorace, il sistema nervoso dei ragni appare come un ammasso unico attraversato dall'esofago; vi si può distinguere tuttavia una porzione preesofagea o cerebrale, donde traggono l'innervazione occhi e cheliceri, e una postesofagea o toracica, donde vanno nervi ai palpi, alle zampe e all'addome. Il numero e la disposizione degli occhi forniscono caratteri di grande valore pratico per la classificazione dei ragni. Gli occhi mediani, in numero di due, hanno colore fosco; gli occhi laterali sono di un bianco perlaceo. Le dimensioni dei primi sono per lo più inferiori a quelle dei secondi, eccezion fatta per la famiglia Attidae, ove si verifica il fatto opposto, il che date le abitudini diurne di questi ragni, confermerebbe la supposizione che gli occhi mediani siano destinati alla visione diurna e i laterali alla notturna.
Nulla di positivo si conosce circa gli organi dell'udito, sebbene esistano ragni capaci di emettere suoni, strofinando insieme cefalotorace e addome, o mediante organi stridulatori; non v'ha dubbio, invece, che i peli e le spine dei palpi e delle zampe adempiano, almeno in parte, all'ufficio di organi tattili. Si attribuiscono funzioni olfattorie a speciali creste chitinose poste all'estremo distale dei primi articoli delle zampe e dette organi liriformi. Nell'apparato digerente si notano due diverticoli, che partono dal tratto d'intestino medio decorrente fra lo stomaco succiatore e la costrizione del peduncolo, e s'incurvano ai lati dello stomaco, talvolta circondandolo e saldando insieme le estremità libere; dalle pareti esterne di tali diverticoli si estroflettono 4-5 paia di brevi fondi ciechi alla base degli arti corrispondenti. Nell'addome l'intestino medio riceve l0 sbocco della ghiandola digestiva, composta di numerosi tubuli ramificati; i tubi escretori, o tubi malpighiani, riversano i loro prodotti in una ghiandola rettale comunicante con la parete dorsale dell'intestino posteriore.
I sacchi respiratorî contengono da 20 a 50 lamelle, e le trachee, quando esistono, sono composte di 2-4 tubi principali con diramazioni a ciuffo. Il cuore possiede tre paia di ostî, e il numero dei tronchi arteriosi è in relazione con quello dei sacchi respiratorî. Sono pari i testicoli e gli ovarî con i relativi condotti; è unico l'orifizio genitale in entrambi i sessi; la femmina può conservare a lungo lo sperma ricevuto nella copula entro a un ricettacolo seminale, il cui sbocco talora è in comune con la vagina, talora indipendente. Le ghiandole sericipare, situate di regola nella parte posteriore dell'addome, non solo variano di forma da gruppo a gruppo, ma presentano più fogge differenti nello stesso individuo: così l'Epeira diadema ne ha di ben 5 tipi diversi. Sembra che ai varî tipi di ghiandola corrispondano altrettante funzioni dei fili sericei che ne derivano: fili maestri della rete, speciale cordoncino destinato a legare e a rendere immobile la preda, fili destinati alla costruzione del bozzolo, ecc. Alcuni ragni hanno, anteriormente alle filiere, una duplice piastra bucherellata, detta cribello, che funziona da filiera accessoria; quando esiste il cribello, si osserva sempre una zona a setole ricurve nei metatarsi del 4° paio di zampe, detta calamistro.
Ecologia e paleontologia. - I ragni sono cosmopoliti, ma spiegano maggiore ricchezza di forme e raggiungono dimensioni più cospicue nei paesi caldi. Essi raggiungono il massimo dell'altitudine fra gli animali con gli Attidi, raccolti a circa 7000 metri sul mare dalla spedizione britannica al Monte Everest. L'ordine comprende, in maggioranza grandissima, specie terragnole; è acquaiola soltanto l'Argyroneta aquatica delle acque dolci, mentre altre (ad es., Lycosa leopardus e Dolomedes fimbriatus, nostrani) prediligono i luoghi umidi e sogliono attraversare di corsa la superficie di ruscelli e di stagni. Non mancano specie semimarine, che rimangono per qualche ora sommerse durante l'alta marea, come la Lycosa purbeckensis delle coste inglesi, e neppure specie cavernicole e cieche. Ragni fossili si trovano nel Carbonico superiore e nel Terziario. Nel primo, specialmente in Bosnia, in Slesia, in Inghilterra e nell'America Settentrionale, si trovano alcune forme che si avvicinano ai Lifistidi (Mesothelae) viventi, limitati oggi all'isola di Sumatra. Quasi i tre quarti delle specie fossili finora descritte si trovano nell'ambra.
Circa 70 sono i generi conosciuti del Terziario, e quasi tutti possono essere classificati nelle famiglie tuttora viventi, tranne qualcuno, come Archaea Koch, Mizalia Thor., che presentano caratteri alquanto differenti. È notevole il fatto che soltanto otto generi sono comuni al Terziario dell'Europa e dell'America Settentrionale. La serie degli Araneini fossili non è sufficiente a spiegarci la genesi dell'ordine e delle singole famiglie.
Etologia. - Carnivori e predatori, i ragni ghermiscono la preda, la feriscono conficcandole i cheliceri nel corpo e la immobilizzano iniettando il veleno nella ferita; poi ne suggono i liquidi.
In maggioranza si mostrano più attivi nelle ore crepuscolari e notturne, ma non mancano specie che si dànno alla caccia in pieno giorno. Vi sono ragni erranti o vagabondi e altri sedentarî; i primi raggiungono la preda mercé la corsa velocissima (Lycosa), o la ghermiscono spiccando lunghi salti (Salticus); i secondi rimangono a lungo in agguato entro la tela o rimpiattati nelle vicinanze di questa, ma non la cedono in nulla ai vagabondi per la sveltezza e l'agilità con la quale si precipitano sull'insetto rimasto prigioniero, e li superano per la sensibilità squisita che li avverte della più lieve vibrazione dei fili. Una posizione etologica intermedia fra gli erranti e i sedentarî occupano gli Scitodidi, i quali aspettano al varco piccoli artropodi e li immobilizzano mediante uno spruzzo di secreto gommoso. Per quanto concerne la foggia delle tele, si passa da costruzioni irregolari fatte di fili che s'intersecano in ogni direzione (Theridiidae), alle grandi tele a raggiera degli Epeiridi, o alle tele a cupola dell'Argiope basilica, frutto di una tecnica istintiva mirabile. Un'Epeira, che si accinge a fabbricare la sua tela, eseguisce dapprima una rapida ricognizione dell'ambiente; trovato il luogo opportuno, comincia a sistemare i fili maestri destinati a formare la cornice esterna; per costruire i lati verticali di questa, si lascia penzolare a capo all'ingiù appesa al proprio filo, e lentamente discende, finché abbia incontrato l'ostacolo adatto per fissarlo. Terminata l'inquadratura, tende il primo filo radiale, congiungendo due vertici opposti; poi i raggi successivi, collocandosi alternativamente da una parte e dall'altra del centro, e mantenendo una distanza pressoché uniforme fra l'uno e l'altro. Allora, procedendo dal centro verso la periferia, fila tra i raggi una spirale irregolare che serve da impalcatura provvisoria, indi, movendo dalla periferia verso il centro, ordisce la "spirale viscida", che si svolge con notevole regolarità e, a una certa distanza, dà l'impressione di una serie di poligoni concentrici. Ultimata la spirale viscida, il ragno si affretta a togliere l'impalcatura provvisoria e la raccoglie in un batuffolino che inghiotte. Finalmente, dopo aver praticato un foro nel centro della raggiera, fila in questo punto pochi giri di spirale mediante una seta resa scabra, ad intervalli, da piccoli ingrossamenti (zona nodosa). Se a lavoro finito la tensione di qualche filo risulta deficiente, il ragno provvede a rinforzarla per mezzo di fili accessorî. Ripari, nidi di varia foggia, tubi, imbuti, tane scavate nel terreno o in un cumulo di detriti appositamente costruito, vengono preparati non soltanto dalle specie vagabonde, ma anche da quelle che tessono le tele. Vi sono Migalomorfi dell'Europa meridionale (come alcune Nemesia e Cteniza, comuni in alcune località della costa mediterranea) che scavano nel suolo gallerie cilindriche a fondo cieco, semplici o biforcate, e ne proteggono l'ingresso mediante un opercolo mobile fasciato di seta, che il ragno può tener chiuso dall'interno con le zampe anteriori.
Nel campo della riproduzione, sono oltremodo curiose le cosiddette "danze" degli Attidi: il maschio, giunto a qualche centimetro dalla femmina, eseguisce col tronco e con gli arti una serie di movimenti ritmici, che variano da specie a specie ed hanno, secondo alcuni, il significato di un corteggiamento, o, secondo altri, esprimono soltanto uno stato di particolare eccitazione del maschio sessualmente maturo. Mentre in talune specie i due sessi sogliono convivere in pace prima e dopo la fecondazione, in altre la femmina rivela un'indole aggressiva, e il maschio non riesce ad accoppiarsi se non dopo prudenti approcci e dopo aver lottato d'astuzia; la femmina già fecondata respinge il maschio, spesso mutilandolo e talvolta uccidendolo. Siffatti costumi assumono particolare interesse laddove il dimorfismo sessuale è spinto all'estremo, come nella Nephila chrysogaster (Epeiridae), la cui femmina è lunga 5 centimetri, il maschio appena due millimetri e mezzo.
Le uova numerose dei ragni (spesso centinaia, talvolta migliaia) vengono protette dalla madre con bozzoli di seta, che sono deposti in luogo riparato, in cavità del terreno, aderenti alle foglie o alle rocce. Molte specie della famiglia Lycosidae portano il sacchetto delle uova attaccato all'addome, e i piccoli, dopo la schiusa, rimangono per qualche tempo aggrappati al dorso materno. I giovani ragni sono in grado di nutrirsi e di fabbricare la tela soltanto alcuni giorni dopo la nascita, in seguito alla prima muta. Nella stagione autunnale ragni giovanissimi, appartenenti a svariate famiglie, si arrampicano sui rami più alti degli alberi e in altri luoghi elevati, e quivi, emessi alcuni fili sottilissimi di seta, vi si attaccano al momento opportuno, lasciandosi trasportare dal vento e compiendo in tal modo viaggi aerei di considerevole lunghezza. Il volgo chiama "fili della Vergine" questi fili di ragno fluttuanti nell'aria.
Nel campo dei fenomeni mimetici l'esempio più notevole è quello dei ragni cosiddetti mirmecofili, i quali non soltanto somigliano a formiche in modo impressionante, ma usano tre sole paia di zampe per camminare (Salticus formicarius, Synemosine formica, ecc.). In taluni casi la formica imitata serve di preda al ragno; in altri casi formiche e ragni mirmecofili convivono in buona armonia.
Utilità. - L'aspetto ripugnante di alcune specie suscita contro i ragni un'avversione non giustificata. In realtà l'utile che i ragni recano all'uomo, come distruttori di insetti molesti e nocivi, supera di gran lunga i disturbi, per lo più insignificanti e solo in alcuni casi gravi (generi Latrodectes, Atrax e pochi altri) provocati dalle punture velenose (v. aracnidismo). La seta di alcuni ragni tropicali (soprattutto Epeira madagascariensis) è stata sfruttata a scopo industriale, ma, a quanto pare, non può in alcun modo competere con quella del filugello. Con i fili di ragno si possono fare reticoli per strumenti d'ottica.
Affinità e classificazione. - Gli Araneini sembrano avvicinarsi ai Pedipalpi per il tramite del genere Liphistius. Anziché attenerci a sistemi fondati sull'etologia (foggia delle tele, accoppiamento), adottiamo una classificazione dei ragni prevalentemente morfologica.
Sottordine Mesothelae. Addome segmentato; filiera nella regione mediana dell'addome; 4 sacchi respiratorî. Unica famiglia e unico genere Liphistius: L. desultor, Schdte., Sumatra e Penang.
Sottordine Mygalomorphae (o Dipneumones). Addome non segmentato; 4 sacchi respiratorî; filiere nella regione posteriore dell'addome; i cheliceri si muovono verticalmente dall'alto al basso. Famiglie: Aviculariidae, 4 filiere: Avicularia (Mygale) avicularia L., America Meridionale; Atypidae, 6 filiere: Atypus piceus Sulz, Europa.
Sottordine Arachnomorphae (o Tetrapneumones). Addome non segmentato, 2 sacchi respiratorî, 2 trachee, 6 filiere; i cheliceri si muovon0 trasversalmente dall'esterno all'interno. Comprende la maggioranza grandissima dei ragni europei. Famiglie (dove mancano speciali indicazioni di habitat si tratta di famiglie rappresentate in Europa): Hypochilidae, 4 sacchi respiratorî, cribello e calamistro; Hypochilus Thorelli Marx, America Settentrionale; Eresidae, corpo depresso, con cribello e calamistro; Eresus niger Petag., Dysderidae, 6 occhi, 4 stigmi; Dysdera erythrina Latr.; Caponiidae, 4 trachee; filiere ordinate in 2 serie trasversali: Caponia natalensis Cambr., Africa Meridionale; Philcidae, cheliceri deboli, zampe lunghissime e sottili: Pholcus phalangioides L.; Theridiidae, tele irregolari, addome di regola largo; Theridium pictum Walck.; Argiopidae (Epeiridae), tele regolari, orizzontali o verticali, a raggiera; Araneus (Epeira) diadematus (Cl.); Thomisidae, zampe anteriori più lunghe delle altre, andatura di sghembo o retrograda; Thomisus albus Gm.; Clubionidae, 2 artigli tarsali, le due filiere posteriori saldate insieme; Clubiona pallidula Clerck; Agalenidae, 3 artigli tarsali; tela di regola orizzontale con diverticolo a tubo o a sacco: Agalena labyrinthica Cleck; Lycosidae, cefalotorace assai allungato e depresso, 8 occhi in tre serie trasversali; inseguono correndo la preda: Lycosa taremula Rossi, Italia e Spagna; Attidae (Salticidae), cefalotorace largo, 8 occhi disposti pressoché in quadrato; diurni e saltatori: Salticus scenicus Clerck. (V. tavv. CLIX e CLX e tav. a col.).
Bibl.: P. Pavesi, Gli aracnidi, in Enciclop. medica italiana; E. Simon, Histoire naturelle des Araignées, 2ª ed., Parigi 1892; C. Wartburton, Spiders, in The Cambridge Natural History, Londra 1909; A. Berlese, Gli insetti, II, cap. 1°: Gli affini degli insetti, Milano 1925; Th. H. Savory, British spiders, their haunts and habits, Oxford 1926; B. Monterosso, Osservazioni ed esperimenti intorno alla vita sessuale dei ragni, in atti Accad. Gioenia, s. 5ª, XIV (Catania 1926); id., Note aracnologiche su la biologia degli Scitodidi e la ghiandola glutinifera di essi, in Arch. zool. ital., XII (1928); L. Berland, Les Arachnides, Parigi 1932.