Raiders of the Lost Ark
(USA 1981, I predatori dell'arca perduta, colore, 116m); regia: Steven Spielberg; produzione: Frank Marshall per Lucasfilm; soggetto: George Lucas, Philip Kaufman; sceneggiatura: Lawrence Kasdan; fotografia: Douglas Slocombe; effetti speciali: Richard Edlund; montaggio: Michael Kahn; scenografia: Norman Reynolds; costumi: Deborah Nadoolman; musica: John Williams.
America del Sud, 1936. L'archeologo Indiana Jones si addentra con due infidi collaboratori nella giungla peruviana alla ricerca di una preziosa statuetta. Eludendo ragni, frecce avvelenate, enormi sfere di roccia e persino il tradimento dei suoi assistenti, Jones recupera l'agognato amuleto ma se lo vede sfilare da Belloq, archeologo francese scaltro e disonesto. Insidiato dagli indigeni, Jones fugge avventurosamente a bordo di un aereo per far ritorno negli Stati Uniti. Organismi governativi gli affidano un incarico impossibile: recuperare l'Arca dell'Alleanza, dove sono custodite le tavole dei Dieci Comandamenti. L'Arca è oggetto dell'interesse anche di Hitler. Messosi in viaggio, Jones raggiunge in Nepal Marion, figlia del collega Abner Ravenwood: la ragazza possiede un medaglione con cui localizzare il luogo dove l'Arca è sepolta. Arrivata al Cairo, la coppia con un amico egiziano si mette alla ricerca dell'Arca, sulle cui tracce sono anche i nazisti, che hanno assoldato Belloq. Dopo un lungo inseguimento al mercato, in cui fronteggia tedeschi e arabi, Jones perde Marion, catturata dai nemici. Quando Indiana trova finalmente la cavità che accoglie il tesoro, deve calarsi in una grotta abitata da aspidi di ogni tipo. All'alba Belloq e i nazisti scoprono Jones e lo gettano, stavolta con Marion, nella grotta dei serpenti, da cui i due usciranno superando mille pericoli. Insieme a Marion, Jones recupera l'Arca finita in mano ai nazisti ma, imbarcatosi per l'America su una nave clandestina, viene raggiunto da un sommergibile tedesco e condotto su un'isola imprecisata. Qui Belloq e i militari del Führer aprono finalmente l'Arca con un rituale ebraico, ma da questa escono folgori e spiriti mortiferi che annientano i nazisti e l'archeologo francese. Giunti a Washington, Jones e Marion scoprono che l'Arca non verrà studiata o esposta, ma chiusa nei magazzini della Difesa americana: per sempre 'perduta'.
Un film avventuroso e rocambolesco, vorticoso e avvincente, il quarto maggiore incasso al box office di tutti i tempi alla sua uscita, con 115 milioni di dollari: i numeri di Raiders of the Lost Ark sono impressionanti e immeritatamente oscurati, l'anno successivo, dal trionfo planetario di E.T. the Extra-Terrestrial. In Raiders of the Lost Ark, sapientemente confezionato dalla premiata ditta Lucas-Spielberg, convergono molti elementi della narrativa, della fumettistica e del cinema popolare della prima metà del Novecento: l'eroe alle prese con una missione impossibile, i malvagi nazisti, la bella scontrosa e innamorata, il tesoro millenario anelato da ogni civiltà, e poi lo scontro fra culture diverse, i pericoli della natura, il continuo cambiamento di luogo, l'ostilità degli animali, le tecnologie al servizio del Bene e del Male. Più attento alla velocità dell'azione che alla verosimiglianza del racconto, Steven Spielberg realizza un film d'avventura alla James Bond, in cui però il protagonista è un supereroe invincibile nel corpo a corpo quanto timido in un'aula universitaria. Ne risulta una vertiginosa kermesse nel montaggio e negli effetti speciali, i cui artefici sono stati tutti premiati con l'Oscar (a cui vanno aggiunte le statuette per la scenografia e l'arredamento, il suono, gli effetti sonori).
In questo capolavoro di sincretismo, non solo di località, culture e religioni di quattro diversi continenti, ma anche di luoghi comuni riferiti a generi cinematografici mescolati fra loro (avventura, thriller, sentimentale, commedia, horror, storico), l'assunto archeologico lascia ben presto il posto alla fiaba, a un antagonismo a oltranza fra le forze che ricercano l'Arca dell'Alleanza per scopi benefici e quelle che invece la desiderano come strumento distruttivo e profano. La lunga digressione iniziale sull'Arca perduta ‒ sepolta anticamente a Tanis, poi portata a Gerusalemme e quindi nuovamente a Tanis ‒ smarrisce il suo significato biblico-etnologico man mano che si complica l'intreccio avventuroso. Qui risiede forse il punto debole del film, in una sceneggiatura che abbandona il suo afflato storico-mitico per dedicarsi con gusto epico all'altalena superficiale del 'botta e risposta'.
Se è vero che Raiders of the Lost Ark ha svariate consonanze di intreccio con Star Wars di George Lucas, non mancano tuttavia altre citazioni di illustri opere precedenti: l'inseguimento estenuante di Indiana Jones al convoglio dei nazisti, che ricorda Stagecoach di John Ford, il finale con l'Arca ammassata assieme a una miriade di casse nei magazzini come la slitta Rosebud su cui era incentrato l'enigma di Citizen Kane. C'è anche posto per le parodie di genere, per esempio quando Jones con un solo colpo di pistola si fa beffe del suo avversario arabo e dei suoi lunghi virtuosismi con la scimitarra. Non possiamo infine tacere sui fenomeni imitativi (inclusi i due seguiti Indiana Jones and the Temple of Doom ‒ Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984 e Indiana Jones and the Last Crusade ‒ Indiana Jones e l'ultima crociata, 1989), i videogiochi, il merchandising e l'orda di prodotti collegati a Indiana Jones, che vanno a incrementare la già trionfale accoglienza tributata dal pubblico cinematografico. Raiders of the Lost Ark è stato girato in Tunisia, Francia, Inghilterra e alle isole Hawaii: un caleidoscopio di autentici paesaggi esotici che testimoniano l'età e lo stile di un film ancora lontano dal mirabolante mondo digitale del 21° secolo.
Interpreti e personaggi: Harrison Ford (Indiana Jones), Karen Allen (Marion Ravenwood), Wolf Kahler (Dietrich), Paul Freeman (Belloq), Ronald Lacey (Toht), John Rhys-Davies (Sallah), Denholm Elliott (Marcus Brody), Anthony Higgins (Gobler), Alfred Molina (Satipo), Vic Tablian (Barranca), Don Fellows (colonnello Musgrove), William Hootkins (maggiore Eaton).
R. Comb, Raiders of the Lost Ark, in "Monthly film bulletin", n. 571, August 1981.
R. Benayoun, Le retour au plaisir, in "Positif", n. 246, septembre 1981.
P. Mérigeau, Les aventuriers de l'arche perdue, in "La revue du cinéma", n. 364, septembre 1981.
E. Martini, I predatori dell'arca perduta, in "Cineforum", n. 208, ottobre 1981.
O. Assayas, La grace perdue des aventuriers, in "Cahiers du cinéma", n. 328, octobre 1981.
D. Slocombe, Through a glass not-so-darkly, in "American cinematographer", n. 11, November 1981.
P.R. Zimmerman, Soldiers of fortune: Lucas, Spielberg, Indiana Jones and 'Raiders of the Lost Ark', in "Wide Angle", n. 2, 1984.
Sceneggiatura: 'Raiders of the Lost Ark'. The illustrated screenplay, New York 1981.