TROMBELLI, Raimondo Anselmo (in religione Giovanni Crisostomo)
– Nacque il 5 marzo 1697 e fu battezzato nella chiesa di S. Maria Galeazza, in una frazione di Crevalcore, nella diocesi di Nonantola, dove il padre Giacinto si trovava per motivi di lavoro.
La madre, Lucia Albertini, rimasta vedova, si risposò. Prima delle nuove nozze affidò Raimondo Anselmo e il fratello maggiore Antonio Sebastiano a un loro zio paterno notaio, di nome Alessandro, che viveva a Bologna. Trombelli studiò presso i gesuiti con il padre Iacopo Bonfadio, poi all’età di sedici anni entrò tra i canonici regolari del SS. Salvatore di Bologna. Ricevette l’abito il 12 febbraio 1713 dalle mani dell’abate Federico Passini e l’anno seguente, con la professione solenne, prese il nome di Giovanni Crisostomo. A Bologna studiò per tre anni filosofia con il padre Benedetto Brizio e poi teologia con il padre Pompeo Panigada da Mirandola. Perfezionò gli studi teologici a Roma con il padre Giovanni Alberto de Grandi, futuro abate generale e poi vescovo di Chioggia. Conclusi gli studi, cominciò a sua volta a insegnare, prima filosofia per tre anni a Candiana, nel Padovano, poi a Bologna, dove dettò lezioni di filosofia, tenne per dodici anni l’insegnamento di teologia e curò ponderose pubblicazioni.
Succedendo a Girolamo Pompeo Pellegrini, il 12 maggio 1737 fu eletto abate e resse la canonica bolognese per quattro mandati consecutivi. Scelto dall’abate e futuro cardinale Antonio Andrea Galli, nell’ordine tenne l’ufficio di segretario (1751-54), visitatore (1754-57) e procuratore generale (1757-60). Nel 1760 fu eletto abate della Congregazione.
Incrementò la biblioteca della canonica bolognese e vi aggiunse un museo numismatico. Fu accademico dell’Istituto delle scienze di Bologna (1746). Godette della stima di molti illustri personaggi del suo tempo, come papa Benedetto XIV, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria o il re di Sardegna Vittorio Amedeo, che invano lo invitò a insegnare nell’Università di Torino. Tenne una corrispondenza con numerosi intellettuali del tempo, da Ludovico Antonio Muratori ad Angelo Maria Querini, a Guido Zanetti, ad Apostolo Zeno, allo scolopio Edoardo Corsini, al gesuita Giacomo Zucconi. La sua opera venne apprezzata da Clemente XIV e Pio VI. Le sue competenze storico-liturgiche furono particolarmente elogiate da Francesco Antonio Zaccaria, Girolamo Tiraboschi e diversi altri autori.
Morì a Bologna il 24 gennaio 1784.
Sulle Novelle letterarie (1784), Giovanni Lami ricordò di Trombelli la «sincera affabilità, quell’ilarità d’animo, e quella pratica filosofia, che molti uomini di studio vantan nel mondo, ma che realmente godon quelli del chiostro» (col. 341).
Tra le prime prove letterarie di Trombelli vi furono traduzioni dal francese di testi di Jacques Bénigne Bossuet e del gesuita Jean Crasset, componimenti leggeri (Favole, Bologna 1739) e traduzioni dal latino di Fedro (Venezia 1734), Flavio Aviano (Venezia 1735) e Gabriele Faerno (Venezia 1736). Si dedicò in seguito a studi teologici ed eruditi. Compose una vasta opera in cinque volumi sul culto dei santi (De Cultu sanctorum dissertationes decem, Bononiae 1740-1743); secondo Muratori l’argomento vi era trattato «con pienezza» (Dissertazioni sopra le antichità italiane, III, Milano 1751, p. 236, diss. LVIII). Apprezzata da Benedetto XIV, che incaricò l’arcivescovo Querini di esprimere all’autore il suo compiacimento, l’opera fu criticata in Germania dall’orientalista luterano Johann Rudolf Kiesling, che gli dedicò tre volumi di aggressive dissertazioni polemiche (Exercitationes theologico-historicae, Lipsiae 1742-1746). Pressato da avversari ed estimatori, Trombelli, con lo pseudonimo di Filalete Afobo replicò pacatamente (Priorum quatuor de cultu sanctorum dissertationum [...] vindiciae, Bononiae 1751), riuscendo così a por fine al confronto, che aveva trovato eco anche nelle Novelle letterarie.
Un testo sulle litanie lauretane (Dissertatio epistolaris, in Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, 1745, t. 32, pp. 231-297), e l’edizione di un inedito sermone mariano del vescovo Antipatro di Bostra (S. Antipatri episcopi sermo de Beatissima Virgine, ibid., 1750, t. 43, pp. 355-462) furono ospitati dal camaldolese Angelo Calogerà.
Trombelli scrisse poi un trattatello erudito sull’invenzione della bussola che suscitò un po’ di dibattito perché, avendo rilevato e corretto un errore commesso da Abbondio Collina, quegli ritenne doveroso rispondere ritrattando (A. Collina, De Acus nauticae inventore, in De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii, II, 3, Bononiae 1747, pp. 372-382; Id., Considerazioni istoriche sopra l’origine della bussola nautica, Faenza 1748). In occasione del riconoscimento del titolo di beato (1748) all’antico confratello e conterraneo Arcangelo Canetoli (morto nel 1513), ne scrisse la biografia, apparsa anonima (Vita del B. Arcangelo Canetoli, Bologna 1749), ma sotto il suo nome nella terza edizione (Venezia 1783). Curò, senza firmarla, una raccolta di opuscoli inediti dei padri della Chiesa (Veterum Patrum Latinorum opuscula, I-II, Bononiae 1751-1755). In dissenso con quanto scritto un secolo prima dal confratello Gabriele Pennotto, ricostruì la storia della sua abbazia, collocandone le origini prima del XII secolo e riscuotendo di nuovo il plauso delle Novelle letterarie (Memorie istoriche concernenti le due canoniche di S. Maria di Reno, e di S. Salvatore insieme unite, Bologna 1752). Pubblicò una fortunata Arte di conoscere l’età dei codici latini ed italiani (Bologna 1756), che si è continuata a stampare fino a tempi recenti (Milano 1971), anche se l’autore ne sconfessò un’edizione napoletana del 1780. Diede alle stampe vari trattati agiografici sugli angeli custodi (1747 e 1767), sei volumi sulla Vergine Maria (1761-65), su s. Giuseppe (1767), sui ss. Gioacchino e Anna (1768). Curò la stampa di un duecentesco ufficio della diocesi di Siena (1766). Avviò infine il progetto di un’opera storico-teologica sui sacramenti, che lasciò incompleta al tredicesimo volume (1769-83).
Una biografia di Trombelli, scritta da Vincenzo Garofalo, fu stampata anonima nel 1788. Una medaglia con il suo ritratto gli fu dedicata nel 1776 da Luigi Mingarelli e Guido Zanetti.
Fonti e Bibl.: Documentazione archivistica si conserva a Roma, presso i canonici regolari lateranensi di S. Pietro in Vincoli, e nell’Archivio di Stato di Bologna, tra le carte del soppresso monastero. In assenza di una monografia critica, bisogna riferirsi ancora alla biografia latina del suo confratello Vincenzo Garofalo, apparsa anonima (De Vita Joannis Chrysostomi Trombellii commentarius, Bononiae 1788, poi Roma 1831), e agli accenni che si ritrovano in opere generali, come G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VIII, Bologna 1790, pp. 122-128; in Novelle letterarie, VII (1746), 26, col. 407; VIII (1747), 41, coll. 646-649; X (1749), 2, coll. 22 s.; XIII (1752), 24, coll. 374-378; XIV (1753), 4, coll. 54 s., 9, coll. 137-140; XV (1784), n. 22, coll. 338-345 (che vuole la famiglia originaria della Campania); F.A. Zaccaria, Lettera [...] al Reverendiss. e Dottiss. padre abate Giovangrisostomo Trombelli, in Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, 1751, t. 45, pp. 213-258; F.A. Zaccaria, Storia letteraria d’Italia, II, Venezia 1753, pp. 196, 231, 296, XII, Modena 1758, pp. 286-289, 316; Memorie per servire all’istoria letteraria, VII, Venezia 1756, parte 1, p. 50, parte 4, p. 39, parte 6, p. 13; F.A. Zaccaria, Dissertazioni varie, I-II, Roma 1780, I, pp. 111 s., 193, II, pp. 54, 223, 277-279, 350; A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, I, Modena 1827, pp. 196-199, 224; Biografia universale antica e moderna, LVIII, Venezia 1828, pp. 455-457; G.B. Baseggio, Trombelli Giangrisostomo, in Biografia degli italiani illustri, a cura di E. De Tipaldo, VII, Venezia 1840, pp. 50-54; Giovanni Crisostomo Trombelli (1697-1784) e i canonici regolari del SS. Salvatore, a cura di M.G. Tavoni - G. Zarri, Modena 1991.