Bellamy, Ralph (propr. Ralph Rexford)
Attore cinematografico e teatrale statunitense, nato a Chicago il 17 giugno 1904 e morto a Santa Monica (California) il 29 novembre 1991. Con il suo aspetto affascinante, caratterizzato dagli occhi chiari, dai capelli biondi e da un fisico atletico, ma volutamente contrapposto ai modi annoiati e flemmatici sino all'indolenza, talvolta resi impacciati e poco raffinati, B. fu convincente soprattutto come coprotagonista, anche se già a partire dal 1933 era divenuto una celebre star del cinema di serie B. Tra il 1940 e il 1941 riuscì a consolidare il suo successo interpretando il detective Ellery Queen nei quattro episodi della serie a lui intitolata, ma nell'arco di una lunga carriera si cimentò con personaggi molto diversi, dall'eroe al malvagio insospettabile, sempre caratterizzati da un atteggiamento distinto se non addirittura sussiegoso. Membro fondatore dello Screen Actors Guild, nel 1987 ricevette un Oscar speciale alla carriera. Dopo gli studi secondari e un lungo tirocinio teatrale non solo come attore, ma anche come impresario, regista e scenografo, approdò nel 1929 sulle scene di Broadway; fu quindi invitato a Hollywood, dove debuttò con The secret six (1931) di George Hill, primo titolo di una sterminata filmografia che ne annovera oltre centotrenta, tra interpretazioni cinematografiche e televisive. In breve divenne una presenza costante in numerose commedie di successo, dove ricopriva immancabilmente il ruolo del rivale in amore del protagonista, come The awful truth (1937; L'orribile verità) di Leo McCarey, per cui ottenne una nomination all'Oscar, e, successivamente, His girl friday (1940; La signora del venerdì) di Howard Hawks, una classica commedia hollywodiana dove dava vita a un esilarante trio comico con Cary Grant e Rosalind Russell, nel ruolo del rispettabile fidanzato di quest'ultima. Ma prese parte anche a molti altri film d'autore di vario genere, come Air mail (1932; L'aeroporto nel deserto) di John Ford, Forbidden (1932; Proibito) di Frank Capra, Wild girl (1932) di Raoul Walsh e The wedding night (1935; Notte di nozze) di King Vidor. Sospesa l'attività cinematografica dal 1945 al 1955, si dedicò esclusivamente al teatro e alla serie televisiva Men against crime (1949-1954). In seguito, pur continuando a lavorare in teatro e in televisione, non trascurò il cinema (apparendo ‒ tra l'altro ‒ nel 1960 in Sunrise at Campobello, Alba a Campobello, di Vincent J. Donehue, nel ruolo del presidente F.D. Roosevelt, già interpretato con successo sui palcoscenici di Broadway) e offrì buone prove nel monumentale dramma giudiziario The court-martial of Billy Mitchell (1955; Corte marziale) di Otto Preminger, nell'originale western progressista The professionals (1966; I professionisti) di Richard Brooks, negli inquietanti Rosemary's baby (1968) di Roman Polanski e Something evil (1972; Qualcosa di diabolico) di Steven Spielberg e nell'irresistibile Trading places (1983; Una poltrona per due) di John Landis. In quest'ultimo film, in coppia con un altrettanto strepitoso Don Ameche, è Randolph Duke, uno dei due perfidi anziani fratelli, ricchissimi magnati della borsa, che a causa di un'assurda scommessa dilapidano il loro patrimonio; nel successivo Coming to America (1988; Il principe cerca moglie), diretto ancora da Landis, ricompaiono entrambi, in un gustoso e allusivo cammeo, come barboni ansiosi di risalire la scala sociale. Nell'ultimo film interpretato, Pretty woman (1990; Pretty woman ‒ Una ragazza deliziosa), è invece un onesto industriale la cui solida moralità viene contrapposta al cinismo imprenditoriale del protagonista (Richard Gere). Nel 1979 aveva pubblicato una fortunata autobiografia intitolata When the smoke hit the fan.