RAMAT RĀHĒL (già Khirbet Bureik)
L Località palestinese tra Gerusalemme e Betlemme, in territorio israeliano. Sul nome antico del sito sono state avanzate varie ipotesi (Neṭofa, Bēt ha-Kerem, Bēt ῾Ofrāh), ma nessuna si presenta certa.
Esplorata inizialmente nel 1931 da B. Mazar e M. Stekelis in seguito a rinvenimenti occasionali, R. R. è stata scavata sistematicamente negli anni 1954 e 1959-1962 da Y. Aharoni per conto dell'Università di Gerusalemme; dal 1960 l'Università di Roma ha compartecipato allo scavo.
Quantunque siano state rinvenute poche tracce di un abitato databile almeno all'VIII sec. a. C., la maggioranza dei resti murari è databile, per la ceramica e la presenza di materiale epigrafico, alla seconda metà del VII secolo. Si tratta di un vasto complesso - probabilmente una residenza reale - racchiuso da un grosso muro che cinge tre lati di una collina. All'interno, la parte orientale del colle è occupata da un palazzo fortificato, racchiuso in una seconda cinta di mura di fattura più elaborata; di pianta rettangolare, i muri N e S sono a casematte, quello O semplicemente pieno. Una torre rettangolare, divisa in quattro ambienti, si appoggia al lato occidentale; nel lato N si apre una posterula coperta a vòlta a falsa botte. La parte interna del palazzo era occupata da un ampio cortile, circondato su tre lati da una serie di ambienti la cui natura non è stata accertata. Fra i ritrovamenti più interessanti di questo periodo sono quattro capitelli protoeolici (e frammenti di altri tre), una serie di capitelli e colonnine in miniatura dello stesso tipo, numerosi bolli "regi" e privati, tre òstraka dipinti che costituiscono una testimonianza finora unica sulla pittura in Palestina nell'VIII-VII sec. a. C., statuette di terracotta e oggetti minori.
Nel periodo tra la conquista babilonese (586 a. C.), alla quale si deve l'incendio del palazzo, e quella di Tito, il sito non fu abbandonato, anzi per qualche tempo fu anche un centro amministrativo, come appare dal numero e dalla qualità dei bolli rinvenuti; i resti architettonici non sono tuttavia chiaramente attribuibili ad alcuna delle fasi comprese in questo lungo periodo.
Ad epoca romana avanzata appartiene un piccolo edificio termale, con tre ambienti pavimentati con mosaici geometrici e con ipocausto costruito con bessali recanti il bollo della Legio X Fretensis; poiché la legione rimase a Gerusalemme dalla conquista della città almeno fino all'epoca di Diocleziano, queste terme si possono considerare costruite nel II o III sec. e in uso quasi ininterrottamente fino al periodo bizantino. Nei pressi del tell esistono resti di una strada romana ed anche l'acquedotto fra Gerusalemme e Betlemme doveva passare non lontano dalla collina. Attribuibili allo stesso periodo sono anche alcune tombe di vario tipo (a camera, a kokīm, a columbarium), scavate nella roccia del colle.
Un periodo assai ricco, nel quale sono individuabili varie fasi costruttive, è quello bizantino, le cui costruzioni occupano tutto il colle e le pendici, specie quelle meridionali. Una chiesa a tre navate (m 22 × 15), con pavimento a mosaico geometrico, abside poligonale esterna e portico (?) è identificabile con quella del Kàthisma, costruita intorno al 450 in onore della Vergine dopo il Concilio di Efeso. Alla chiesa era annesso un monastero con varie istallazioni, parte in muratura, parte forse riadattamenti di tombe precedenti; due ampie sale rettangolari, con vòlta ad arco, appartengono al complesso. Fra i ritrovamenti sono una base di altare, capitelli foliati con croci, lucerne. Alcuni scarsi resti appartengono infine al periodo arabo.
Bibl.: B. Maisler-M. Stekelis, in Qobes, Gerusalemme 1935, pp. 4-40; Y. Aharoni, Excavations at R. R. 1954, in Israel Expl. Journ., VI, 1956, pp. 102-11; 137-57; id., Seconda campagna di scavi a R. R. (in ebraico), in Bull. Isr. Explor. Soc., XXIV, 1959-60, pp. 73-119; Il Colle di Rachele, Roma 1960; G. Garbini, Sul nome antico di R. R., in Riv. Stud. Orient., XXXVI, 1961, pp. 199-205; S. Moscati, Riflessioni su R. R., in Rend. Acc. Naz. Lincei, ser. VIII, XVI, 1961 pp. 255-60; Y. Aharoni e altri, Excavations at R. R. Seasons 1959 and 1960, Roma 1962; P. Matthiae, L'ostracon dipinto di R. R., in Rend. Lincei, S. VIII, XVII, 1962, p. 265 ss.