RAMBALDO di Vaqueiras
Nativo del castello di Vaqueiras (Valchiusa), Rambaldo (Raimbaut), che secondo la vecchia biografia fu prima accolto dal conte Guglielmo IV de Baux (morto nel 1218), passò quasi tutta la vita in Italia alla corte di Bonifacio I di Monferrato, dove venne prima di tutti i trovatori circa il 1183, e con la rara virtù della sua arte si conquistò talmente il suo favore da diventargli compagno e ottenere il cingolo di cavaliere. I suoi componimenti pervenutici, poco più di una trentina, sono tutti scritti in Italia, ad eccezione di quattro e di alcuni privi di ogni indizio; e poiché in una celebre lettera in versi al marchese si sottoscrive con la triplice qualità di giullare, cavaliere e testimone, R. di V. si può considerare sotto questi tre aspetti, di poeta, soldato e compagno.
Canta l'amore per donna indicata con lo pseudonimo Bel cavalier: forse un amore convenzionale; invece, quando ricorda Beatrice, allude alla figlia del marchese (e non alla sorella, come si è ritenuto per il passato) con rispettosa devozione. In più canzoni il poeta raggruppa con reminiscenze classiche le lodi della dama e gli affetti dell'adoratore; ma senza traccia di realtà. Non si vede altro che virtuosità, ingegnosità raffinata, delicata, leggiadra, ma sempre leggiera e artificiosa. Manca una visione nuova ed alta, e c'è invece un temperamento felice, il brio delle immagini e l'espressione energica. Anzi, egli ha natura di guerriero, con il piglio soldatesco. Novità sono la canzone dell'indovinello; quella di cinque stanze in provenzale, italiano, guascone, francese e gallego; il contrasto con la Genovese, che parla il proprio dialetto respingendo le sue richieste di amore; l'estampida o canzone a ballo polimetrica. In corte sostenne tenzoni in rima con Peire Vidal, Gaucelm Faidit, Perdigon, Aimar, il francese Conon de Béthune; e anche con Alberto Malaspina, la cui parte forse fu composta dallo stesso R. Bellissima la poesia del carroccio, Truan mala guerra, dove canta la vittoria di Beatrice contro un assalto di dame che le contrastano il pregio di bellezza: è un'allegoria per quella del marchese sui comuni vicini che molestarono il suo regno, Asti, Cuneo, Alba, Alessandria. Testimone delle insigni azioni di Bonifacio, signore di grande animo, R. di V. narra nella cosiddetta lettera epica (divisa in tre parti monorime) alcune avventure cui partecipò liberando e salvando nobili donzelle, con grande pericolo proprio; e cavaliere egli ha combattuto accanto a Bonifacio (che chiamava il suo Engles), così nell'impresa dell'imperatore Enrico VI in Puglia e in Sicilia, come nella quarta crociata, della quale il marchese ebbe il comando per le operazioni terrestri. Grande importanza hanno le poesie che si riferiscono appunto a questa crociata, e sono le cose più belle, per magnificenza, per solennità, e per quel loro ravvivare la fede in Dio e nella sua santa causa.
Bibl.: G. Carducci, La poesia e l'Italia nella IV crociata, in Opere, XX: id., Galanterie cavalleresche dei secoli XII e XIII, ibidem; Chabaneau, Les biographies de Troubadours, in Histoire générale de Languedoc, X, 2ª ed., Tolosa 1885; V. Crescini, R. de V. et le Marquis de Monferrat, ivi 1901 (estr. Annales du Midi, 1899-1901); id., Ancora delle lettere di R. de V., Padova 1899 (estr. da Atti e memorie della R. Accademia); id., R. d. V. e Baldovino imperatore, Venezia 1901 (in Atti dell'Istituto veneto); O. Schults, Die Briefe des Trob. R. d. V. an Bonifaz I, Halle 1893; trad. ital., Firenze 1898; D. Brader, Bonifaz I. v. Montferrat bis zum Antritt der Kreuzfahrt, Berlino 1907; N. Zingarelli, Engles nelle rime di R. d. V., in Miscellanea in onore di V. Crescini, Cividale del Friuli, 1910; id., Bel cavalier e Beatrice di Monferrato, in Studi letterari e linguistici dedicati a Pio Rajna, Firenze 1911: ora entrambi in Scritti di varia letteratura, Milano 1935; V. De Bartholomais, Poesie provenzali storiche relative all'Italia, in Istituto storico italiano, I, Roma 1931; A. Jeanroy, La poésie lyrique des Troubadours, I, Tolosa-Parigi 1934.