FABIANI, Ramiro
Nacque a Barbarano (Vicenza), il 15 maggio 1879, da Isidoro e Angela Franzina. Conseguì presso l'università di Padova nel 1901 la laurea in scienze matematiche e in scienze naturali nel 1903. Sin da studente, sotto la guida di G. Omboni, il F. diede prova di originale interesse per la paleontologia dei colli Berici, come testimonia la sua prima pubblicazione, scientifica, Diun nuovo Crostaceo isopodo delle grotte dei colli Berici nel Vicentino, in Bull. d. Soc. entom. ital., XXXIII (1901), pp. 169-176.
Dapprima assistente di L. De Marchi presso la cattedra di geografia fisica della stessa università (1907-1908), divenne poi discepolo e collaboratore di G. Dal Piaz. Ottenuta la libera docenza nel 1909, ebbe a Padova l'incarico di paleontologia. Gli anni della prima guerra mondiale interruppero gli studi del giovane geologo e ne ritardarono la carriera, anche se nel 1915 egli riuscì a dare alle stampe la sua fondamentale monografia Il Paleogene veneto, nella serie delle Memorie dell'Ist. geol. della r. università di Padova, premiata dall'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Nel 1925 risultò vincitore di una cattedra di geologia per le sedi di Cagliari e di Palermo; optò per la seconda, che tenne sino al 1946, ad eccezione dell'anno accademico 1928-1929, quando fu chiamato a coprire la cattedra di geologia all'università di Milano e incaricato di costituirvi l'istituto geologico. A Palermo tenne anche, per incarico, la cattedra di paleontologia e geografia fisica sino al 1936 e la presidenza della facoltà dal 1932 al 1943. Nel 1946 venne chiamato a Roma, dove diresse l'istituto di geologia fino al collocamento fuori ruolo, nel novembre del 1949.
Morì a Roma il 28 apr. 1954.
Fu socio di diverse accademie e società scientifiche italiane e straniere: socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei dal 1929 e socio nazionale dal 1935; membro dell'Accademia italiana delle scienze detta dei XL, e, dal 1939 al suo scioglimento, dell'Accademia d'Italia. Fu anche membro della Geological Society di Londra, della Société géologique de France, dell'American Association of petroleum geologists. Eletto presidente della Società geologica italiana nel 1932 e nel 1948, occupò anche la carica di vicepresidente del Comitato per la geologia, la geografia e la talassografia del Consiglio nazionale delle ricerche, presso il quale costituì un Centro di studi per la geologia dell'Italia centro-meridionale. Dopo la seconda guerra mondiale divenne presidente del primo Consiglio regionale delle miniere e del Comitato geologico della regione Sicilia. Fu assiduo collaboratore dell'Enciclopedia Italiana.
La carriera scientifica del F. si sviluppò lungo due direttrici di ricerca ben definite: la geologia e la paleontologia delle regioni venete (cui dedicò una settantina di pubblicazioni), con particolare riferimento ai colli Berici, e la geologia della Sicilia.
Fondamentali restano i suoi contributi alla paleontologia dei colli Berici, premiati nel 1909 con la medaglia d'oro della Accademia italiana delle scienze detta dei XL, e i già citati studi sul Paleogene veneto. In esso il F. riprende e prosegue le ricerche intraprese fin dalla tesi di laurea nel 1903. Esamina la serie stratigrafica di quelle fondazioni con una discussione cronologica impostata sui risultati delle ricerche paleontologiche ed anche stratigrafiche. Così può risolvere alcune questioni dibattute allora sulla estensione e sull'età di certe strutture del Terziario più antico cui appartengono appunto i colli Berici, la cui successione stratigrafica già era stata studiata, ma non del tutto approfondita e risolta circa la delimitazione di quegli orizzonti geologici, da geologi come E. Suess nel 1868, F. Baxan nel 1870 e F. Molon nel 1882. Estese poi le sue ricerche al Veronese, al Trentino ed al Friuli, che confluirono nella redazione di diversi fogli della carta geologica al 100.000 curata dall'Ufficio idrografico del R. Magistrato alle acque.
L'arrivo a Palermo nel 1925 produsse profondi mutamenti nell'orientamento delle ricerche del F., dovuti non solo alle contingenze geografiche. In effetti, egli prese ad applicarsi con crescente vigore al problema della reperibilità di giacimenti di petrolio e di gas naturali nell'isola, e all'individuazione di falde acquifere. Dal 1925 al 1934 il ministero dell'Economia nazionale, poi quello dell'Industria e Commercio, e dal 1934 l'AGIP gli conferirono l'incarico di organizzare le ricerche petrolifere in Sicilia. Nell'ambito di questa attività condusse campagne di esplorazione e rilevamento anche in Tunisia (1930), dove appurò la presenza di analogie tettoniche con la Sicilia (Analogie tettoniche fra la Sicilia e la Tunisia, in Proceedings of the XV Intern. Geol. Congress, Pretoria 1930, II, pp. 507-510). Nel 1933 ispezionò i campi petroliferi del Texas e nel 1935 quelli dell'Iraq, mentre nel 1937 si recò in Etiopia per ricerche di geomineralogia.
Il forte impegno nel settore della geologia applicata non impedì al F. di proseguire ricerche di grande interesse, quali ad esempio quelle che portarono alla scoperta di resti di apparati eruttivi del Giurassico nella Sicilia occidentale, sino ad allora totalmente sconosciuti. Prese anche parte alla polemica sulla estensione delle falde di ricoprimento nel territorio dell'isola; il F. si fece sostenitore della tesi che la presenza di tali falde fosse un fenomeno limitato ad alcune località e che la geologia dell'isola dovesse interpretarsi in termini di ben maggiore complessità tettonica. Sottopose a severa critica la carta geologica al 100.000 pubblicata nel 1886 dal R. Ufficio geologico, unendosi così al coro di coloro che inutilmente ponevano l'esigenza di una più accurata analisi dei terreni siciliani. Apportò correzioni importanti ai fogli di diverse località della Sicilia occidentale, ponendo a frutto la propria esperienza di paleontologo e scoprendo giacimenti fossiliferi del carbonifero.
Intensa fu anche la sua attività di organizzatore dell'istituto di geologia dell'università di Palermo, arricchendone le collezioni e aumentando in modo considerevole la dotazione libraria. Trascorse gli ultimi anni della sua carriera a Roma, dove fu pregevole l'impegno per la ricostruzione dei Musei di geologia e paleontologia, gravemente danneggiati dai bombardamenti.
Il F. fu autore di più di duecentotrenta pubblicazioni, tra le quali si ricordano: Paleontologia dei Colli Berici, in Mem. d. Soc. it. d. sc. detta dei XL, s. 3, XV (1908), pp. 45-248; La regione dei Berici. Morfologia, idrografia e geologia e carta della permeabilità delle rocce, a cura d. Uff. idrogr. del R. Magistrato alla acque, nn. 28 e 29, Venezia 1910; Sulle rocce eruttive e piroclastiche dei Colli Berici, in Atti d. Acc. ven-trent-istr., LXX (1911), pp. 1-54; Contributi alla conoscenza dei Vertebrati terziari e quaternari del Veneto, I, Il tipo del "Crocodilus vicentinus" Lioy., in Mem. d. Ist. geol. d. Univ. di Padova, I (1912), pp. 197-214; I Mammiferi quaternari della regione veneta, ibid., V (1919), pp. 1-173; La regione del Pasubio (bacini del Leogra, del Timonchio e del Posina e parti superiori del Leno di Vallarsa e del Leno di Terragnolo), a cura d. Uff. idrogr. del R. Magistrato alle Acque, n. 110, Venezia 1920; Cenni preliminari sulla geotettonica dei massicci montuosi del Roen e della Paganella (Alpi Tridentine), in Boll. della Soc. geol. ital., XLII (1924), pp. 200-204; Carta geologica al 100.000 delle Tre Venezie, a cura d. Uff. idrogr. del R. Magistrato alle acque, Foglio Schio, 1925; Foglio Verona, 1925; Foglio Trento, 1929; Foglio Tolmino, 1937; Foglio Bassano del Grappa, 1946; Foglio Padova, 1948; Foglio Bolzano, 1955; Resti di un apparato eruttivo di età giurese scoperti in Sicilia, in Rend. d. R. Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e natur., III (1926), pp. 467-470; Vestigia di vulcanismo e di movimenti tettonici nel Giurese di Sicilia, in Boll. d. Soc. geol. ital., XLVII (1929), pp. 295-299; Idee sulla provenienza degli idrocarburi di Sicilia, in Proceedings of the XV Intern. Geol. Congress, Pretoria 1930, II (1930), pp. 303 ss.; L'Istituto e il Museo di geologia della R. Università di Palermo, Palermo 1931; La prospezione geologica e geofisica del petrolio in Italia, parte I, Prospezione geologica, in Rend. d. R. Acc. naz. dei Lincei. Probl. e disc., I (1937), pp. 77- 122; Ancora uno sguardo ai problemi della ricerca del metano in Italia, in Il Metano, II (1940), pp. 6-15; Appunti di geologia, Palermo 1946; Istituto di geologia e paleontologia dell'Università di Roma. Attività anni 1947 e 1948, in La Ricerca scientifica, XIX (1949), pp. 340-357; Trattato di geologia, Roma 1951; Sguardo sugli studi e sulle ricerche di idrocarburi in Sicilia dal principio del secolo al 1945, in Atti del VII Conv. naz. del metano e del petrolio, Taormina 1952, I, pp. 25-36; Petrolio e metano, Roma 1952; L'istituto e i Musei di geologia e paleontologia della Università degli studi di Roma, ibid. 1953.
Fonti e Bibl.: R. Fabiani, Curriculum e pubblicazioni, Padova 1949; necr. in Rivista mineraria siciliana, XXVII (1954), pp. 121-129; in Boll. d. Soc. geol. it., LXXVIII (1954), pp. 93-109; in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 8, VII (1954), pp. 343-348; M. Gortani, Commemorazione di R. F., in Boll. d. Servizio geol. d'Italia, LXXVII (1955), pp. 5, 20; Accad. naz. dei XL, Annuario generale, Roma 1953, pp. 215-238 (con elenco delle opere); W. A. S. Sarjeant, Geologists and the history of geology, London 1980, II, p. 977; Cento anni di geologia in Italia, Bologna 1984, I, pp. 275, 312.