RAMIRO I re delle Asturie
Era figlio di Bermudo il Diacono, e successe nell'842 ad Alfonso II il Casto, morto senza lasciare successori. All'inizio del suo regno dovette reprimere la rivolta del conte Nepoziano che gli contendeva la corona, e ch'egli sconfisse sulle sponde del Narcea. Subito dopo dovette lottare con i conti Aldroito e Piniolo, che furono anch'essi vinti. Nell'844 una flotta normanna arrivò al cosiddetto Farum Bregantinum (Torre di Ercole), sbarcando ivi un esercito, che dovette tuttavia ritirarsi dinnanzi alle truppe di R. comandate dai suoi conti, che riuscirono a incendiare settanta navi normanne. Delle sue lotte contro i musulmani non si hanno notizie sicure. Mentre gli storici maomettani parlano della presa di León da parte delle truppe di ‛Abd er-raḥmān II (846), la tradizione del voto di S. Giacomo riporta la discussa battaglia di Clavijo e afferma che in seguito alla vittoria di R. sui musulmani, con l'aiuto dell'apostolo S. Giacomo, nei campi di Albelda fu anche liberata Calahorra (844) e così rimase libero il regno dal tributo delle cento donzelle, che si pagava agli emiri fin dal regno di Mauregato: per questo motivo il re R. decretò in ex-voto un tributo nazionale all'apostolo S. Giacomo. Il Chronicon Albeldense chiama questo re come "virga iustitiae", mentre glt autori latini lodano le sue costruzioni di Santa Maria di Naranco e San Michele di Lino. R. fu sepolto nel sepolcro dei re di Oviedo.
Bibl.: A. López Ferreiro, Hist. de la S. A. M. Iglesia de Santiago de Compostela, Santiago 1900; E. Jusue, Docum. hist. del cartulario de Santo Toribio de Liébana, in Bol. Ac. de la hist., XLVI e XLVII (1905); A. Huici, Chron. Abeldense, in Las crónicas latinas de la Reconquista, I, Valenza 1913, p. 159.