CASTILLA, Ramón
Generale e uomo di stato peruviano, nato a Tarapacá il 27 agosto 1797, morto a Tiviliche (Arica) il 25 maggio 1867. Fece le sue prime armi (1816-1820) nell'esercito spagnolo, ma subito dopo si schierò nel partito dell'indipendenza. Fu capo di stato maggiore e generale di brigata (1834) dell'esercito rivoluzionario; e, partigiano del presidente Orbegozo, cooperò con lui alle battaglie di Inacocha (13 agosto 1835) e di Socabaya (7 febbraio 1836), ma più tardi seguì il partito del Gamarra, che i patrioti peruviani avevano proclamato presidente, in opposizione all'Orbegozo, e nel 1841 fu a capo dell'esercito che invase la Bolivia, ma fu sconfitto a Ingaví. Nel 1845 fu eletto presidente della repubblica del Perù e rimase in carica fino al 1851, amministrando saggiamente il suo paese, che trascorse anni di relativa tranquillità. Ebbe per successore l'Echenique, che si rese subito impopolare e fu facilmente rovesciato; il C. entrò allora trionfalmente a Lima (1854), creandosi dittatore. Continuò nelle riforme che aveva già applicate durante la sua carica presidenziale, specialmente abolendo la schiavitù, la pena di morte per delitti politici, infine emanando (1860) una nuova costituzione, nella quale era istituito il suffragio universale e si proibiva il culto di quelle religioni che non fossero la cattolica. L'anno appresso tentò di unire la Bolivia al Perù, ma non riuscì nell'intento; e nel 1862 lasciò il potere al generale San Román, che però fu costretto a cedere la presidenza al Pezet. Questi nel 1865 fece imprigionare il C. che, tornato poco dopo a libertà, si ritirò a vita privata.