Musicista (n. Baeza, Jaén, 1440 circa - m. 1525 circa). Studiò con J. de Monte e poi a Salamanca. Qui tenne lezioni contro le dottrine del "magister" Osmensis Hispanus, scrisse un primo trattato (a noi sconosciuto), disputò con Tristanus de Silva sul tetracordo greco, compose musica sacra. Nel 1472 passò a Firenze, ove visse fino al 1482 e pubblicò l'Introductorium seu Isagogicon citato da G. Spataro (oggi sconosciuto). Insegnò poi nell'università di Bologna pubblicando il trattato Musica practica (1482) che gli procurò ostilità da parte dei conservatori contemporanei per le teorie innovatrici e progressiste in esso propugnate. Tenne pubbliche letture, polemizzando con N. Burzio e F. Gaffurio; ebbe allievi e seguaci quali G. Spataro (v.), compose lavori quale il mottetto Te lumen. Nel 1491 passò a Roma, ove attese all'insegnamento.