RAMPOLLA del TINDARO, Mariano
Cardinale e uomo di stato, nato a Polizzi, in provincia di Palermo, il 17 agosto 1843, morto a Roma il 16 dicembre 1913. Fatti gli studî a Roma, nel 1874 fu nominato canonico di S. Maria Maggiore, e l'anno dopo consigliere della nunziatura di Spagna, della quale, per l'assenza del nunzio mons. Simeoni, divenne anche incaricato d'affari. Nel 1877 tornò a Roma e fu promosso segretario della congregazione di Propaganda Fide: nel 1880 ottenne il posto di segretario degli affari ecclesiastici presso Leone XIII, che ebbe modo di apprezzare l'abilità e l'acutezza con cui il R. sapeva trattare questioni non solamente di natura ecclesiastica. Vescovo titolare di Eraclea nel 1882, gli fu conferita lo stesso anno la nunziatura di Spagna, e nei contatti col governo di Madrid e con la corte di Alfonso XII si contenne in modo irreprensibile, sconsigliando il clero dal favorire i moti carlisti. Creato cardinale il 14 marzo 1887, il R. succedette due mesi dopo al cardinale Luigi Jacobini nella carica di segretario di stato da lui tenuta sino alla morte del papa, di cui fu sempre il collaboratore più devoto e intelligente. Quando il R. assunse l'alta carica il pontefice aveva riportato un vero successo diplomatico con l'arbitrato tra Germania e Spagna nella questione delle Isole Caroline, e il porporato vi aveva contribuito essendo nunzio a Madrid. Fino allora la situazione politica del Vaticano era stata precaria, e si trattava di riallacciare i rapporti con le nazioni, interrotti o alterati negli ultimi anni del pontificato di Pio IX e non ancora ristabiliti o resi cordiali. Al R. si deve se da quel momento la politica del Vaticano ebbe audacie singolari, poiché egli fu il continuatore, imprimendovi un ritmo maggiore, di una politica intransigente, coadiuvando il pontefice nei tentativi d'impedire. il rinnovarsi della Triplice Alleanza; strinse pertanto cordiali relazioni con la Francia, e, nei riguardi dell'Italia, pose a base della sua politica il non expedit. Fu così fiero avversario del Crispi, ma ad un tempo assai amato dai cattolici e amico del Bismarck. Morto Leone XIII (20 luglio 1903) e adunato il conclave, parve che il R. avesse moltissime probabilità di riuscire eletto. Aveva, è vero, contrarî una parte dei porporati italiani e i cardinali tedeschi, ma gli erano favorevoli la maggior parte dei cardinali italiani e i cardinali francesi. Avvenuti i primi scrutinî, che furono infatti favorevoli al R., il 2 agosto nella sala del conclave il cardinale austriaco Puzyna dichiarò che d'ordine del suo sovrano, e in virtù d'un privilegio secolare (che Pio X successore di Leone XIII si affrettò a distruggere), poneva il veto alla elezione del R., il quale, pure dichiarandosi onorato del provvedimento preso contro di lui, con ferme parole protestò per l'atto che recava pregiudizio alla libertà della Chiesa. Da allora in poi il R. si ritrasse in severo raccoglimento, dedicandosi a opere di pietà e a studî di sacra archeologia, ai quali si deve, tra altri pregevoli lav0ri, la Vita di santa Melania la giovane, continuando nello stesso tempo ad aver parte nel governo della Chiesa, specialmente come segretario della Congregazione del Sant'Uffizio.
Bibl.: G. Sinopoli di Giunta, Il card. M. R. d. T., Roma 1923; Civiltà cattolica, I (1914), pp. 104-108.