Ramses II
Un faraone longevo e potente
Ramses II è stato uno dei più grandi sovrani della storia dell’antico Egitto, forse il più grande di tutti, sicuramente il più conosciuto anche per coloro che non sono studiosi di professione. Alla fine del suo lunghissimo regno, durato sessantasette anni, l’Egitto era un paese ricco e potente
Chiunque si rechi in Egitto e ne visiti i luoghi più importanti sente menzionare continuamente il nome di Ramses e può ammirare le molte costruzioni e i monumenti a lui dedicati, spesso di notevoli dimensioni, come a sottolineare la differenza che lo separava dagli altri abitanti del suo paese. Si può dire che per tutto il suo lungo regno egli ha posto la sua persona al centro dell’attenzione e della vita dei suoi sudditi ricorrendo a quello che oggi noi chiameremmo culto della personalità. In effetti tutto nella sua persona sembra essere al di sopra della normalità, anche nel confronto con i grandi personaggi che sono vissuti nel suo tempo. La durata stessa del suo regno è stata ben più lunga rispetto a quella della maggior parte dei suoi predecessori: egli regnò infatti sull’Egitto per circa 67 anni, collocabili presumibilmente fra il 1279 e il 1212 a.C. Anche negli avvenimenti della vita privata egli si distinse da tutti gli altri: dalle sue numerose mogli ebbe centocinquanta figli, tra maschi e femmine, fatto questo di cui era molto orgoglioso al punto da lasciarci in uno dei molti templi da lui costruiti le loro immagini e i loro nomi. Non solo: per loro – o meglio per la vita che avrebbero avuto dopo la morte – volle che nella Valle dei Re, dove lui stesso sarebbe stato sepolto, fosse costruita una tomba in cui dovevano essere collocati i suoi figli maschi, cosa questa che nessun altro sovrano dell’antico Egitto ha mai fatto, né prima né dopo di lui.
Ramses II era figlio del faraone Seti I, che apparteneva a una famiglia di militari originaria del Delta del Nilo. Salito al trono giovanissimo – fatto non infrequente nell’Antico Egitto –, si trovò subito ad affrontare un problema molto difficile: la guerra contro gli Ittiti. Questo popolo aveva fondato in Asia Minore un regno vasto e potente che era in fase di grande espansione quando Ramses II divenne faraone. Gli Ittiti e gli Egizi erano in quel momento le due maggiori potenze nel Vicino Oriente: era perciò inevitabile che scoppiasse la guerra, perché entrambe volevano assicurarsi il controllo delle vie di comunicazione che collegavano la Mesopotamia all’Egitto, molto importanti sia per il commercio sia per la sicurezza.
Lo scontro tra i due potenti eserciti avvenne davanti alla città di Qadesh, che si trovava in Siria sul fiume Oronte. Dopo una fase iniziale in cui gli Egizi ebbero la peggio e lo stesso Ramses II – che guidava personalmente i suoi uomini – corse il rischio di essere ucciso o di essere fatto prigioniero, una violenta controffensiva del sovrano permise di rovesciare le sorti della battaglia, così che alla fine della giornata gli Egizi rimasero padroni del campo. Le perdite furono però così gravi che nessuno dei due contendenti fu più in grado di continuare la guerra, che ebbe termine venti anni dopo con un trattato di pace tra gli Ittiti e l’Egitto, trattato che ci è giunto sia nella versione in caratteri geroglifici sia in quella cuneiforme ittita. Per confermare la concordia ritrovata tra i due paesi, due principesse ittite giunsero in Egitto per sposare Ramses II. Secondo alcuni studiosi fu durante il regno di Ramses II che avvenne l’esodo degli Ebrei dall’Egitto.
Per il resto della sua vita Ramses II non dovette più affrontare problemi così drammatici, ma si limitò a costruire templi agli dei, statue a sé stesso e soprattutto a esaltare la sua persona, in modo tale che i suoi sudditi fossero convinti di essere governati da un dio che li faceva vivere felici e protetti dai nemici esterni. Quando, al culmine della gloria, Ramses II morì, l’Egitto era uno Stato ricco e potente. Chi oggi si rechi al Cairo e visiti la ‘stanza delle mummie’ del Museo Egizio può vedere il corpo di questo grande sovrano e riconoscerne facilmente il volto riprodotto in tante statue. Una di queste, famosissima, in granito nero, è conservata al Museo Egizio di Torino.