randomico
agg. Casuale, che non segue criteri regolari.
• l’aspetto rivoluzionario della sua [di Steve Reich] ricerca è stato anche quello di portare nell’avanguardia americana spunti e ispirazioni tratte dalla musica africana e da quella orientale, con le quali ha trovato sorprendenti affinità concettuali. I suoi pezzi parlano di vibrazioni sottili, di slittamenti ritmici, si adattano al ciclo del respiro, esplorano le combinazioni randomiche nate da progressivi sfasamenti. Tutto sommato descrive la natura, ma come se la vedessimo attraverso un potente microscopio elettronico, priva di orpelli e ornamenti, una sequenza di strutture base, di liquidi e luminosi cristalli. (Gino Castaldo, Repubblica, 3 giugno 2012, p. 33) • Ma oggi, dopo anni trascorsi a fare il controcanto, [Ugo] La Pietra rifiuta l’etichetta di pessimista: «Sono solo uno sperimentatore, uno che è rimasto libero e lontano da correnti proprio per poter esplorare ogni territorio». Un jazzista del design che Gillo Dorfles definì «randomico». (Roberta Scorranese, Corriere della sera, 23 gennaio 2016, p. 36, Tempi liberi) • La competizione poi, su questo terreno, tra l’Isis, Al Qaeda ‒ tutt’altro che debellata ‒ e le molteplici organizzazioni, più o meno ideologizzate, che ad essi si richiamano non fa che accentuare i rischi e moltiplicare i pericoli. Diventano ancora maggiori per il prevalere di forme di jihadismo randomico e casuale, con singoli nativi autoradicalizzati o reduci dai teatri di guerra che ricorrono a mezzi semplici e banali per colpire tra la folla, spesso rispondendo ad appelli all’azione generici, diffusi via web come messaggi in bottiglia. (Giampiero Massolo, Secolo XIX, 24 maggio 2017, p. 6, Primo piano).
- Derivato dall’agg. ingl. random ‘casuale, aleatorio’ con l’aggiunta del suffisso -ico.
- Già attestato nella Stampa del 29 dicembre 1988, p. 10, Economia.