ranitidina
Farmaco appartenente alla famiglia degli antistaminici che bloccano il recettore dell’istamina di tipo H2. La r. blocca il recettore H2, impedendo l’azione dell’istamina sulle cellule basali dello stomaco e, quindi, la secrezione di acido cloridrico. Viene utilizzato elettivamente nella terapia dell’ulcera duodenale, ma anche in quella dell’ulcera gastrica, nel reflusso gastroesofageo, nella sindrome di Zollinger-Ellison e nella prevenzione del danno gastrico indotto da farmaci antinfiammatori non steroidei. Dopo somministrazione orale, il pH gastrico si innalza (l’ambiente dello stomaco diviene meno acido) in circa 20 minuti; dopo 2 ore si osserva una drastica riduzione della secrezione acida, che si mantiene per 4÷6 ore. Si è osservato che le formulazioni effervescenti di r., dopo 60 minuti dalla somministrazione, innalzano maggiormente il pH gastrico rispetto alle compresse non effervescenti e allo sciroppo. I sintomi del reflusso gastroesofageo vengono fortemente ridotti dopo circa due settimane. La r. è utilizzata anche in quei pazienti con asma provocata dal reflusso gastroesofageo, nei sanguinamenti gastrointestinali, nella terapia dell’anafilassi, e per ridurre la possibilità di aspirazione di acido nei polmoni durante l’anestesia. La r. si è dimostrata utile anche nel ridurre la sensazione di ‘bruciore allo stomaco’ in pazienti non portatori di ulcera. Non si deve escludere automaticamente la presenza di un tumore se l’assunzione di r. riduce i sintomi.
Gli effetti indesiderati della r. sono quelli tipici degli antistaminici. Normalmente il farmaco è ben tollerato. Pazienti con problemi di aritmie cardiache hanno sviluppato bradicardia dopo infusione rapida di ranitidina. Si è osservato un maggior rischio di contrarre una polmonite da comunità tra i pazienti anziani con malattie polmonari croniche, diabete o immunocompromessi che assumono ranitidina. Dopo 60 minuti dalla somministrazione si è osservata una riduzione dei livelli di fattore intrinseco (necessario per l’assorbimento della vitamina B12) prodotto dalle cellule parietali dello stomaco. Dopo 2 ore i livelli tornano normali e, quindi, è improbabile la possibilità di carenza di vitamina B12 durante il trattamento. Sono possibili, anche se rare, gravi reazioni ematologiche (leucopenia), epatiche (ittero, epatite), neurologiche (vertigini, alterazioni del sonno) e reazioni di ipersensibilità. Sono stati riportati solo episodicamente casi di ginecomastia e impotenza.