RAP.
– Il rap in Italia. Bibliografia.
Genere musicale nato negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta del Novecento nelle comunità afroamericane e ispaniche. All’inizio caratterizzato da rime di rivolta per i diritti civili e contro la segregazione e il razzismo declamate su basi musicali, nel tempo il rap ha modificato suoni, ha evidenziato stili, cambiando natura e anche tipo di messaggi. Dal gangsta rap (con testi violenti, spesso omofobi, e ampio uso di slang) all’old school, che invece fa riferimento alla tradizione, fino al freestyle (dove le rime vengono improvvisate), al conscious rap militante e all’alternative rap ibridizzato con altri generi. Gli Stati Uniti restano la patria d’eccellenza della scena mondiale con artisti spesso controversi che vendono milioni di copie dei loro album, sono seguiti da eserciti di fan e controllano la scena anche nelle vesti di produttori e discografici: personaggi come Eminem, Kanye West, Jay-Z, tutti pluridecorati con Grammy award, star di YouTube ed esponenti cruciali del mercato discografico globale.
Il rap in Italia. – L’Italia ha un proprio panorama interessante anche dal punto di vista commerciale. A metà degli anni Novanta il rap nel nostro Paese ha avuto una valenza per lo più politica grazie all’esplosione delle posse e di una serie di band nate nei centri sociali. Oggi, invece, i temi trattati riguardano più in generale il disagio sociale, il degrado delle periferie, l’alienazione, una sorta di rabbia generalizzata. Tra gli esponenti della ‘vecchia scuola’ nostrana continuano ad avere seguito Frankie Hi-nrg mc e Caparezza. Il primo (Francesco Di Gesù, n. 1969) ha esordito nel 1992 come ‘spalla’ dei concerti italiani dei Beastie Boys e dei Run DMC. Nei suoi dischi ha denunciato la mafia, la corruzione, i crac finanziari attraverso l’uso di rime liriche e campionamenti colti (da Fabrizio De André a Jimmy McGriff). Risalgono al 2008 la sua prima apparizione a Sanremo, la svolta più pop e le collaborazioni con Enrico Ruggeri, Georgia, Raf. Nel 2010 si è cimentato anche come autore per Simone Cristicchi. A partire dalla primavera del 2012 ha accompagnato Fiorella Mannoia nel Sud Tour. Nel 2014 ha partecipato di nuovo al Festival di Sanremo dove è arrivato all’ottavo posto con il brano Pedala, tratto dal suo album autoprodotto Essere umani.
Caparezza (nome d’arte di Michele Salvemini, n. 1973) ha scelto invece una vena più ironica e paradossale per denunciare le storture del mondo. Grande animale da palco, appassionato di Frank Zappa, Caparezza, dopo il successo del singolo Fuori dal tunnel del 2003, si è ripresentato sul mercato nel 2008 con un libro – Saghe mentali – e l’album Le dimensioni del mio caos, un ‘fonoromanzo’ secondo la definizione dello stesso autore. Nel 2011 l’artista pugliese ha pubblicato il suo quinto lavoro, Sogno eretico che, secondo la casa discografica Universal, è diventato disco di platino in pochi mesi. Nel 2014 è uscito Museica.
J-Ax (Alessandro Aleotti, n. 1972) è invece un rapper più melodico e di maniera, ex cantante del gruppo hip-hop Articolo 31. Dopo una breve parentesi con il musicista Neffa e il progetto Due di picche, si è dedicato alla carriera solista con successo (tra l’altro veejay per MTV Italia, trionfatore nel 2011 dei Rockol awards con il singolo Domenica di coma) e nel 2014 è stato scelto come giurato per The voice of Italy, il talent show trasmesso da RAI2. Come coach ha seguito suor Cristina Scuccia che poi ha vinto quella edizione del programma.
Il debutto ufficiale di Fabri Fibra (Fabrizio Tarducci, n. 1976) è avvenuto nel 2002, ma è quattro anni dopo che il rapper ha firmato con la multinazionale Universal e ha pubblicato Tradimento, l’album che gli ha aperto la strada della grande notorietà caratterizzata da premi prestigiosi (MTV Award, World Music Award tra gli altri), e nel 2011 un libro intitolato Dietrologia. I soldi non finiscono mai pubblicato da Rizzoli, nel frattempo ottenendo dischi d’oro e di platino e posizioni altissime nelle classifiche di vendita. Personaggio inquieto, spesso al centro di polemiche furibonde (dall’accusa di vilipendio alla religione per il brano Cattiverie all’esclusione dal Concerto del 1° maggio nel 2013 per una serie di testi giudicati omofobi e misogini), Fabri Fibra racconta a suo modo, attraverso rime esplicite e aggressive, il disagio di una generazione a caccia di ideali, ma circondata da un mondo oppressivo e artificioso. Ha cantato il delitto di Novi Ligure, ha attaccato la Chiesa cattolica, la politica, e con sei album all’attivo resta una delle voci ‘contro’ più efficaci del rap italiano.
Anche Emis Killa (nome d’arte di Emiliano Rudolf Giambelli, n. 1989) è stato accusato di omofobia, ma ha scalato le classifiche ed è diventato l’interprete ufficiale dei Campionati del mondo di calcio del 2014 trasmessi da Sky con il brano Maracanà. Nel 2012 ha pubblicato L’erba cattiva con un grande riscontro di pubblico, nel 2012 è stata la volta del singolo Se il mondo fosse con J-Ax, Club Dogo e Marracash, che è balzato al secondo posto della classifica italiana e i cui proventi sono stati destinati alle popolazioni emiliane colpite dal terremoto. Nel 2013 è uscito Mercurio, disco d’oro per la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana).
Tra gli astri nascenti della scena italiana, soprattutto in termini di prospettive e possibilità future, merita un posto di tutto rispetto Fedez (nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, n. 1989), rapper e produttore discografico per l’etichetta indipendente Newtopia con J-Ax. Una carriera più lenta iniziata nel 2011 con un album autoprodotto e proseguita nel 2013 con il vero successo: l’album Sig. Brainwash. L’arte di accontentare. Anche in questo caso non sono mancati premi e polemiche, alta classifica e migliaia di clic su YouTube. Nel settembre del 2014 per Newtopia è uscito Pop-hoolista registrato a Los Angeles e con la partecipazione di Elisa, Noemi e Francesca Michielin. Nello stesso anno Fedez è stato giudice di X-Factor, talent show su Sky Uno (come coach ha vinto l’edizione aggiudicandosi il primo e secondo posto grazie a Lorenzo Fragola e Madh), e autore di Non sono partito, inno del Movimento 5 Stelle.
Tra i gruppi, infine, vanno citati i Club Dogo, provocatori e amatissimi soprattutto dal pubblico dei più giovani per la vena trasgressiva (sono stati protagonisti, nel 2007, del film porno Mucchio selvaggio di Matteo Swaitz). Anche loro vantano un seguito importante: tra i loro maggiori successi Vile denaro del 2007, Dogocrazia del 2009 e Non siamo più quelli di Mi Fist (2014).
Bibliografia: D. Ivic, Storia ragionata dell’hip hop italiano, Roma 2010; Fabri Fibra, Dietrologia. I soldi non finiscono mai, Milano 2011; L. Bandirali, Nuovo rap italiano. La rinascita, Viterbo 2013; J-Ax, Axforismi, Milano 2014.