Ratline
Canale di fuga di cui una cinquantina di criminali di guerra nazisti, alcune centinaia di alti funzionari del Reich e ufficiali delle forze armate tedesche, nonché qualche migliaio di collaborazionisti si avvalsero tra il 1946 e il 1951 (soprattutto nel biennio 1948-49) per sottrarsi alla giustizia e trovare rifugio prevalentemente in America Latina, in partic. in Argentina. Dopo essere in un primo momento scappati in nazioni limitrofe a quelle in cui avevano operato, o essersi più semplicemente nascosti, costoro approfittarono dello stato di confusione del secondo dopoguerra per mescolarsi al flusso di profughi dei Paesi dell’Europa centrorientale diretto clandestinamente attraverso l’Austria in Italia. Qui, per proseguire alla volta delle destinazioni finali, fecero affidamento sugli scarsi controlli delle autorità italiane, desiderose di liberarsi il prima possibile di questi rifugiati indesiderati, e sull’aiuto di alcuni religiosi come il vescovo Alois Hudal, rettore del Collegio di S. Maria dell’Anima a Roma, che procurarono loro documenti falsi e biglietti di viaggio, sia per ragioni politiche sia per motivi umanitari e di conoscenza personale, con la presumibile connivenza di alcuni esponenti vaticani e l’assenso degli Stati Uniti.