Già tra il 2006 e il 2008, durante la transizione che avrebbe sancito il passaggio di potere da Fidel a Raúl Castro, gli analisti sottolineavano come la maggioranza dei nuovi dirigenti scelti dal Partito comunista cubano facesse parte della ‘nuova guardia’, più giovane e pragmatica.
Seppur non anagraficamente giovane, il nuovo presidente Raúl Castro (80 anni nel 2011) ha inaugurato una fase di riforme economiche, dando il via ad un processo di consultazioni e dibattiti che ha avuto il suo culmine nell’aprile 2011. In quella data sono stati formalizzati i cambiamenti riguardanti il sistema di gestione pianificata dell’economia a seguito del Congresso del Partito comunista, il primo dal 1997. In preparazione a questo passaggio critico, il governo aveva pubblicato un documento interno che prospetta un ruolo molto più ampio per il mercato, dichiarando d’altra parte che il sistema socialista ‘non è negoziabile’. Già nel 2010 il governo aveva ampliato l’elenco dei lavori che possono essere svolti dai privati e ha annunciato il licenziamento di 500.000 dipendenti pubblici. Dopo il Congresso, una delle novità maggiori in campo economico riguarda la possibilità, per la prima volta dalla rivoluzione del 1959, di vendere e comprare case da parte dei cittadini. L’evento ha rappresentato con molte probabilità la prima fase di una transizione economica e politica del Paese, in direzione della liberalizzazione.
Sebbene l’attenzione sia stata prevalentemente rivolta alle riforme economiche, sembra inevitabile, infatti, che queste avranno una serie di ricadute anche sulla struttura politica del paese. Alcuni analisti si interrogano già sugli scenari che una successione a Raúl Castro, che ha pubblicamente auspicato l’arrivo di una nuova generazione di leader politici, aprirebbe per l’isola. Intanto, le reazioni internazionali al processo di riforma sono discordanti. L’Unione Europea ha deciso di continuare a vincolare la propria cooperazione politico-economica con l’Avana al processo di democratizzazione, ma ha indicato la volontà di studiarne una modifica sulla scorta della liberazione di 52 prigionieri politici. D’altra parte, a dispetto delle iniziali aperture di Barack Obama, la vittoria dei repubblicani alle elezioni di mid-term nel 2010 sembra invece aver allontanato le prospettive di un riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti.