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razzismo

Lessico del XXI Secolo (2013)
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razzismo


s. m. – L'ONU ha condannato il r. con la Dichiarazione sulla razza dell'UNESCO (1950) e con una Convenzione del 1965 che definì discriminazione razziale «ogni differenza, esclusione e restrizione dalla parità dei diritti in base a razza, colore della pelle e origini nazionali ed etniche». Il 21 marzo del 2000 è stata dichiarata giornata mondiale contro il r., in memoria dell'eccidio di 69 persone di colore nel 1960 a Sharpeville (Sudafrica). Da anni l'Unione Europea invita con direttive gli stati membri a dotarsi di leggi antidiscriminazione. Nel 2012 il Consiglio d’Europa denuncia la crescita del fenomeno r. nei 42 paesi membri. Secondo l’ECRI (Europan Commision against racism and intollerance), l’organismo del Consiglio d’Europa contro il r. e l’intolleranza, «i paesi europei devono imparare a gestire la diversità o rischieranno di perdere un ricco bacino di talento economico». Inoltre, nel suo rapporto, l’ECRI denuncia l’aumentata accettazione di discorsi xenofobi nel dibattito pubblico e il pericolo derivante dalla diffusione di questi messaggi sui social media. In origine il termine r. era stato introdotto nei vocabolari europei intorno agli anni Venti del Novecento, per designare polemicamente e negativamente l’ideologia dell’estrema destra nazionalista tedesca. Tuttavia, in quanto elaborazione dottrinale e pratica discriminatoria, il r. esisteva ben prima dell’invenzione del neologismo. Nei suoi aspetti cognitivi, il r. è stato innanzitutto descritto sulla base di alcuni elementi ritenuti caratterizzanti e ricorrenti: l’essenzializzazione, ovvero la riduzione dell’individuo a rappresentante del suo gruppo di appartenenza o della sua comunità di origine, elevata a comunità di natura, fissa e insormontabile; la stigmatizzazione e l’esclusione simbolica dell’individuo categorizzato, attraverso processi di stereotipizzazione negativa (barbarizzazione, patologizzazione, demonizzazione); la mixofobia, ovvero la paura dell’ibridazione, dell’incrocio o, più genericamente, il rifiuto del contatto e della comunicazione. In secondo luogo, il r. è stato analizzato in quanto esperienza vissuta individuando le sue specifiche ed empiriche modalità di espressione: il pregiudizio, la discriminazione, la segregazione, la violenza. L’interazione tra queste differenti forme elementari di r. e la dimensione del politico ha infine consentito di delineare quattro differenti livelli di r., contraddistinti sulla base della crescente integrazione delle teorie e delle pratiche razziste con le strutture politiche e istituzionali dello Stato: infrarazzismo, razzismo dispiegato, razzismo istituzionalizzato, razzismo totale. In quest’ultima categoria rientrano storicamente la Germania nazionalsocialista e il Sudafrica dell’apartheid. Il r. è venuto così a configurarsi negli ultimi decenni, almeno secondo alcuni approcci sociologici e politologici, come il prodotto della crisi della modernità, della progressiva destrutturazione dei movimenti sociali e del parallelo rafforzamento dell’azione comunitaria. Il sociologo, filosofo e storico P. A. Taguieff ha delineato due logiche di «razzizzazione». La prima, la logica della gerarchizzazione, che si esplica nella serie «eterorazzizazione-ineguaglianza-dominio-sfruttamento»; la seconda, la logica della differenziazione, la quale si esprime attraverso la serie «autorazzizzazione-differenza-purificazione-sterminio». Nella società contemporanea sono stati numerosi gli episodi di cronaca di stampo razzista. Per es., in Italia, nel settembre 2008, a Castel Volturno sei cittadini ghanesi furono uccisi da affiliati del clan dei Casalesi. I responsabili Giuseppe Setola, Davide Granato, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia sono stati condannati con il massimo della pena, ovvero l’ergastolo, mentre un quinto imputato, Antonio Alluce è stato condannato a 23 anni di reclusione Cirillo è stato assolto dalla partecipazione alla strage. A Firenze, nel dicembre 2011, un militante di estrema destra ha aperto il fuoco al mercato di piazza Dalmazia su un gruppo di ambulanti senegalesi (due morti e un ferito gravissimo), per poi recarsi al mercato di San Lorenzo, nel centro della città, e ferire due ambulanti; infine si è ucciso. Inoltre, numerosi sono gli episodi di r. che hanno interessato il mondo del calcio, dagli insulti i giocatori stessi si rivolgono l’un l’altro, agli striscioni e cori razzisti da parte dei tifosi stessi. Infine, l’aumento degli affiliati ai partiti di stampo nazionalsocialista ha incrementato ulteriormente gli episodi a sfondo razzista in tutto il mondo.

Vedi anche
UNESCO Sigla di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura). nazionalsocialismo Complesso ideologico (comunemente noto nella forma abbreviata nazismo) elaborato in Germania soprattutto da A. Hitler in Mein Kampf e divenuto sistema di governo dal 1933 al 1945. Principio centrale di esso è il mito della superiorità della razza ariana. L’individualismo democratico fu ripudiato in funzione ... etnia Nell’antropologia della fine del 19° sec., raggruppamento umano (dal gr. ἔθνος «razza, popolo») distinto da altri sulla base di criteri razziali, linguistici e culturali. ● Tale definizione, tuttora impropriamente ma correntemente usata, è stata sottoposta a radicale revisione dall’antropologia contemporanea. ... nazionalismo Insieme delle dottrine e dei movimenti che attribuiscono un ruolo centrale all'idea di nazione e alle identità nazionali. Il nazionalismo si è storicamente manifestato in due forme: come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse e come ideologia della supremazia di una nazione sulle altre. le origini Il ...
Categorie
  • TEMI GENERALI in Scienze demo-etno-antropologiche
Vocabolario
razzismo
razzismo s. m. [der. di razza, sull’esempio del fr. racisme]. – Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori», destinate al comando,...
antirazzismo
antirazzismo s. m. [comp. di anti-1 e razzismo]. – Atteggiamento di chi contrasta le dottrine e le pratiche del razzismo.
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