Alfredo, Re del Wessex
Figlio minore di Etelvulfo, re del Wessex, A., nell'853 ancora bambino, "fu consacrato re" a Roma da papa Leone IV (Anglo-Saxon Chronicle, sub anno; Asser, Vita Alfredi Regis, cap. 8). Nell'871 successe al trono di un regno da tempo soggetto alle scorrerie e a quel tempo minacciato dalla presenza dei Vichinghi (Anglo-Saxon Chronicle, anno 876). La resistenza militare e navale di A. stabilizzò il Wessex, creando così le premesse per una più ampia ripresa inglese sotto Edoardo il Vecchio (899-925) ed Etelstano (924-939).
Sia l'Anglo-Saxon Chronicle, sia la Vita di Asser lo descrivono come amministratore capace e abile nelle finanze, grande costruttore, mecenate e ideatore di "venerabiliora et pretiosiora nova sua machinatione" (Vita Alfredi Regis, cap. 76). A. accolse volentieri eruditi stranieri e avviò un programma di traduzioni dal latino all'anglosassone, attività peraltro da lui stesso amata. La stima di cui godeva - come "immobilis occidentalium postis" (Chronicon Aethelweardi, anno 899) e come il più grande dei re inglesi (Orderico Vitale, Historia Aecclesiastica, IV) - non mutò anche dopo la sua morte (899); tuttavia le sue gesta, pur con una fiorente tradizione orale, non vennero composte in alcun ciclo.
Delle opere promosse da A. si conservano poche testimonianze. Degli edifici legati al suo nome restano le fondamenta di un palazzo reale portate alla luce a Cheddar (Colvin, 1963, I, p. 12) e un frammento di affresco su pietra, forse proveniente dal monastero alfrediano presso Athelney (The Golden Age of Anglo-Saxon Art, 1984, nr. 25), ricordato da Guglielmo di Malmesbury (De Gestis Pontificum Anglorum). La traduzione anglosassone della Cura pastoralis di Gregorio Magno (Oxford, Bodl. Lib., Hatton 20) è l'unico codice miniato sotto la direzione di A. a essersi conservato; presenta iniziali minori in stile antico (Temple, 1976, nr. 1; The Golden Age of Anglo-Saxon Art, 1984, nr. 1). Di alcuni manoscritti carolingi, compreso il Salterio di Utrecht (Utrecht, Bibl. der Rijksuniv., 32), si può sostenere con quasi assoluta certezza che siano giunti in Inghilterra entro il 900 ca. (Gneuss, 1981).
Le testimonianze più significative dell'attività artistica durante il periodo di A. sono costituite da tre lavori di oreficeria: la fibula Fuller (Londra, British Mus.), niello su argento raffigurante i cinque sensi; il reliquiario a borsa di Winchester (City Mus.), interessante in quanto si tratta della riutilizzazione di un'opera carolingia in metallo sbalzato, e il c.d. gioiello di A. (Oxford, Ashmolean Mus. of Art and Archaeology), un monile in oro, cristallo di rocca e smalto, con un'iscrizione in inglese antico sulla cornice: "Aelfred mec heht gewyrcan" ('A. ordinò che io fossi fatta'). L'uso di questo oggetto rimane incerto; potrebbe trattarsi di uno dei preziosi aestel - sorta di punte indicatrici usate come ausilio per la lettura e per la trascrizione dei manoscritti - che il re A. inviò in dono a ognuno dei suoi vescovi. Il gioiello fu trovato nel 1693 a km. 6,5 ca. da Athelney, nel Somerset, dove il re aveva fondato un monastero. L'unico oggetto simile si trova nello stesso museo di Oxford ed è il gioiello di Minster Lovell; le analogie nella tecnica di lavorazione dell'oro e nella decorazione a smalto sembrano indicare per i due oggetti la provenienza da un medesimo laboratorio.
Bibliografia
Fonti:
Anglo-Saxon Chronicle, a cura di D. Whiteel Lock, D.C. Douglas, S.I. Tucker, London 1961.
Asser, Vita Alfredi Regis, a cura di W.H. Stevenson, Oxford 1904.
Chronicon Aethelweardi, a cura di A. Campbell (Oxford Medieval Texts), London 1962.
Orderico Vitale, Historia Aecclesiastica, a cura di M. Chibnall, 6 voll. (Oxford Medieval Texts), Oxford 1968-1980.
Guglielmo di Malmesbury, De Gestis Pontificum Anglorum libri quinque, a cura di N.E.S.A. Hamilton, in Rer. Brit. MAe. SS, LII, 1870, p. 199.
Letteratura critica:
H.M. Colvin, The History of the King's Works: the Middle Ages, 2 voll., London 1963.
D.A. Hinton, A Catalogue of the Anglo-Saxon Ornamental Metalwork, 700-1100, in the Department of Antiquities, Ashmolean Museum, Oxford 1974, pp. 29-48.
E. Temple, Anglo-Saxon Manuscripts 900-1066 (Survey of Manuscripts Illuminated in the British Isles, 2), London 1976.
H. Gneuss, A preliminary list of manuscripts written or owned in England up to 1100, Anglo-Saxon England 9, 1981, pp. 1-60.
S. Keynes, M. Lapidge, Alfred the Great: Asser's Life of King Alfred and other contemporary sources (Penguin Books), London 1983; The Golden Age of Anglo-Saxon Art, cat., London 1984.