recente (ricente)
Come il latino recens, vale " nuovo ", " che è stato fatto da poco tempo ": Cv IV XV 8 la recente terra, di poco dipartita dal nobile corpo sottile e diafano, li semi del cognato cielo ritenea (il passo è esplicita traduzione da Ovidio Met. I 80 ss. " recens tellus seductaque nuper ab alto / aethere cognati retinebat semina coeli ").
In Pd XXXII 76 Bastavasi ne' secoli recenti / con l'innocenza, per aver salute, / solamente la fede d'i parenti, " recenti son dette le prime generazioni umane perché l'umanità era stata creata di recente, era cosa recente nel mondo, era un'umanità giovane. E ‛ recens ' in latino può significare appunto ‛ giovane ' " (Porena).
La variante volgareggiante ricenti di If XVI 11 piaghe vidi ne' lor membri, / ricenti e vecchie, da le fiamme incese, non soltanto " va serbata per l'autorità dei testi " (Petrocchi, ad l.), ma risponde anche a una diversa colorazione stilistica del discorso: piaghe " aperte ", " in carne viva ", quelle ricenti, già " chiuse ", " rimarginate ", le vecchie. L'aspro realismo del passo richiedeva un vocabolario immediato e popolaresco; e non per nulla la forma con la i protonica da e è già nel Duecento in Firenze (valga per tutti l'esempio di Rustico Su, donna Gemma 2 " col buon vino e co l'uova ricenti ", cioè " fresche ", " di giornata ") e sarà poi ripresa dal Boccaccio in un contesto vivacemente realistico (Dec. II 7 57 " non spaventato dal ricente peccato da lui commesso, con le mani ancor sanguinose allato le si coricò "); e cfr. anche F. Ageno, Per il testo della Fiammetta, in " Lettere Italiane " VI 2 (1954) .152 ss.