reda
Metaplasmo aferetico di ‛ erede ', diffuso nell'italiano antico, che D. usa per lo più in contesti figurati (il valore proprio prevale in Pg VII 118, dove si parla delle rede di re Pietro III d'Aragona [per le varianti, sia erede, sia, al singolare, de l'altro erede, cfr. Petrocchi, ad l.]; e si aggiunga qui la predizione di Beatrice: Non sarà tutto tempo santa reda / l'aguglia che lasciò le penne al carro [XXXIII 37], cioè " l'Impero non sarà per sempre... vacante. D. lo considerò tale dalla morte di Federico II fino all'elezione di Arrigo VIII ", Scartazzini-Vandelli): si veda infatti Cv IV XI 10 Così fosse piaciuto a Dio che quello che addomandò lo Provenzale fosse stato, che chi non è reda de la bontade perdesse lo retaggio de l'avere! (Busnelli-Vandelli citano i testi provenzali di Cadenet e Giraldo da Borneill come fonte dantesca); Pg XVIII 135 Prima fue / morta la gente [gli Ebrei] a cui il mar s'aperse, / che vedesse Iordan le rede sue, cioè prima che " 'l fiume Giordano vedesse coloro cui Iddio aveva promesso la reditate di quello paese " (Ottimo), la Palestina.
Sono " eredi " spirituali anche i discepoli di s. Francesco e di s. Domenico (la presenza del vocabolo nei canti dedicati ai due santi è un aspetto del loro parallelismo): s. Francesco a' frati suoi, sì com'a giuste rede, / raccomandò la donna sua più cara, la Povertà (Pd XI 112); la donna che tenne a battesimo s. Domenico vide nel sonno il mirabile frutto / ch'uscir dovea di lui e de le rede (XII 66).
Due volte ricorre il sintagma ‛ fare r. ' (cfr. Guittone Altra fiata aggio 63 " fal reda e partel d'ogni noia "): la fortunata valle / che fece Scipïon di gloria reda, / quando Anibàl co' suoi diede le spalle (If XXXI 116) è la valle del fiume Bagrada, presso Zama, che rese Scipione famoso anche presso le generazioni future; nel Purgatorio Guido del Duca, lamentando la degenerazione delle famiglie romagnole, ricorda che nullo / fatto s'è reda... del... valore di Rinieri da Calboli (Pg XIV 90).