reddito di dignita
reddito di dignità loc. s.le m. Strumento di contrasto alla povertà da concedere a chi si trova in situazione di grave difficoltà economica.
• Si sono umiliate le imprese, mentre si finanziavano banche private; si sono tutelati, di fatto, i grandi evasori, ma nulla è stato messo in campo per i disperati. Nessun fondo a sollievo dei meno abbienti, dei disoccupati, delle piccolissime ma anche medie aziende in difficoltà anche a causa dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione, nessuna istituzione di un «reddito di dignità» per quanti all’improvviso si son trovati in gravi situazioni di crisi economico-finanziaria. (Francesco Storace, Giornale d’Italia, 16 gennaio 2014, p. 1, Prima pagina) • Don Luigi Ciotti introduce così la presentazione di Numeri Pari, rete contro le diseguaglianze, per la giustizia sociale e la dignità, [...] Nessuna nuova struttura associativa, ma un coordinamento di chi si ritrova nel «Documento base»: rilancio del contrasto alle disuguaglianze, sfratti zero, adeguamento del fondo nazionale sociale, investimento sull’infanzia a partire dagli asili nido, reddito di dignità, spesa sociale fuori dal patto di stabilità, più economia civile, accoglienza diffusa dei migranti. (Luca Liverani, Avvenire, 18 gennaio 2017, p. 6, Primo piano) • Il leader di Forza Italia ha già la soluzione: si chiama «reddito di dignità» ed è una «misura drastica sul modello dell’imposta negativa sul reddito del premio Nobel Milton Friedman». [Silvio] Berlusconi desidera che chi è sotto una certa soglia non solo non dovrà pagare le tasse ma «lo Stato dovrà versargli la somma necessaria per arrivare ai livelli di dignità garantita da Istat». Berlusconi individua la «soglia di dignità» in 1.000 euro mensili, una soglia che varierà a seconda della zona del Paese in cui il cittadino vive e in base al numero di figli a carico. (Giuseppe Alberto Falci, Corriere della sera, 28 dicembre 2017, p. 8, Primo piano).
- Composto dal s. m. reddito, dalla prep. di e dal s. f. inv. dignità.