BARANZANO, Redento (al secolo Giovanni Antonio)
Nacque nel 1590 a Serravalle Sesia (Biella) da Pietro e da una Clara d'ignoto casato.
Dopo i primi studi compiuti a Crevacuore, a Vercelli (nel seminario), a Novara e a Milano (nelle scuole di Brera), entrò fra i barnabiti all'età di diciotto anni, professando i voti religiosi a Monza, nella chiesa di S. Maria di Carrabiolo, l'11 apr. 1609. Si iscrisse al corso quadriennale di filosofia e di teologia, alla fine del quale fu giudicato idoneo ad occupare la cattedra di filosofia. Nel 1615 infatti il padre Ambrogio Mazenta, generale dei barnabiti (celebre allora come architetto e noto soprattutto oggi come illustratore dell'opera di Leonardo da Vinci), lo incarica di leggere filosofia ad Annecy (Savoia) nel collegio fondato qualche tempo prima da Eustachio Chappuys, detto perciò "chappuysiano", e affidato nel 1614 da s. Francesco di Sales e da Carlo Emanuele I ai chierici regolari di S. Paolo.
Alla scuola il B. alterna in questo periodo una vasta attività di predicazione usando nella lotta contro i calvinisti tutte le armi della sua abilità dialettica e della sua perizia filosofica, sia a Thonon e a Ginevra sia nel Béarn (Bassi Pirenei), dove la sua congregazione aveva aperto una missione per volere di Enrico IV.
Fu caro, per le sue doti di virtù e di scienza, a s. Francesco di Sales, allora vescovo di Ginevra. Questi, quando il B. fu chiamato a Milano dal suo generale a scolparsi per aver difeso nella Uranoscopia il sistema copernicano, lo volle munire di una sua lettera (in data di Annecy 1617),dove tra l'altro si diceva: "Partì il padre D. Redento per ritornare in Italia, e per conjettura indovino quello che V.P.R. desidera da lui. Il che essendosi fatto, se così pare bene alla molta sua prudenza, saria forse bene che lo facesse ritornare... essendo egli buono, pieghevole e semplice, onorato poi dei varj doni di scienza" (Ungarelli, p. 332, nota). Nella lettera del 23 sctt. 1617 al generale Girolamo Boerio S. Francesco di Sales elogia ancora il B. come "persona di bonissima qualità et la quale ci ha dato a tutti grande edificatione. So che ha fatto errore nell'impressione di libri suoi senza licenza; ma di questo errore so che la maggiore parte è venuta da una certa semplicità e inadvertenza" (Oeuvres, VIII, p.94).
Il B. fu rimandato ad Annecy, ma non vi rimase a lungo. Verso il 1620 lo troviamo a Parigi, dove era stato inviato perché si adoperasse, di concerto col padre Tobia Corona, a ottenere licenze di fondazioni barnabite in Francia. Le trattative, piuttosto lunghe, ebbero esito positivo, per l'interposizione soprattutto di S. Francesco di Sales e di Antonio de Hayes, governatore di Montargis (e padre di quel Ludovico de Hayes che, scolaro del B. ad Annecy, si fece poi editore della sua Uranoscopia); quando venne aperto dunque a Montargis un nuovo collegio di educazione (1620), ad esso venne assegnato anche il Baranzano. Qui egli morì il 23 dic. 1622.
Filosofo ed astronomo, o più esattamente filosofo dell'astronomia, secondo quanto dettava la ricca ambiguità del discorso aperto da Copernico, il B. nella sua opera scientifica si muove ancora fortemente indeciso tra vecchio e nuovo. Un ingegno aperto, tendenzialmente indagatore e sperimentatore, lo lanciava in, avanti, salvo poi a retrocedere secondo quanto consigliava la disciplina scolastica e la condizione di religioso vincolato dai voti. Qualche volta arrivò a varcare i limiti consentiti, ma subito fu in grado di pentirsi. Tra i primi si contrappose ad Aristotele in modo corretto, contrapponendo alla Summa sistematica il metodo sperimentale. Bacone non a caso gli scrisse una lettera di favorevole commento alla sua opera proprio su questo tema. La lettera è datata Londra 1622, e vi si legge fra l'altro: "In Physica prudenter notas, et idem tecum sentio: post notiones primae classis et axiomata super ipsas, per inductionem bene eruta et terminata, tuto adhiberi syllogismum, modo inhibeatur saltus ad generalissima et fiat progressus per scalam convenientem". (Il testo intero di essa fu edito per la prima volta dal Niceron [Mémoires...,III, p. 45 ss.], poi dal Colombo [Intorno alla vita e alle opere del P. Red. B.,pp. 58-61], ed è compreso oggi nella edizione delle opere di Bacone [Letters and Life of Bacon,VII, pp. 374-771].
Negli ultimi anni della sua vita il B. moltiplicò i contatti e i legami con i più celebri innovatori: leggeva Patrizi e Telesio, era in corrispondenza (a quanto assicura il Pintard) con il tedesco Adami, discepolo e confidente di Campanella. Il Dionisotti, non si sa con quale fondamento, lo ricorda come amico di Keplero, Tycho Brahe e G. A. Maginio, professore a Bologna. Per quanto riguarda Galilei, pur mancando testimonianze di un diretto rapporto, vanno sottolineati almeno due importanti punti di contatto: la teoria copernicana e la discussione dei passi della Scrittura che sembravano confermare questa teoria, causa occasionale poi della condanna papale.
L'opera più importante e la prima pubblicata dal B. fu la già citata Uranoscopia, seu de coelo,seconda parte della Summa filosofica, la prima parte della quale doveva essere naturalmente dedicata alla logica. L'opera si apre con un proemio, diviso in dieci sezioni, in cui, avverte il B., "anteaquam ipsius coeli considerationem aggrediamur, pauca de coelestis scientiae natura praemittenda duxi" (p. 1). E si articola poi in due grandi parti: la prima, "in qua novo ordine, modo et methodo coelestia praedicata communiora explicantur", tratta "de corpore coelesti in genere"; la seconda "in qua singularum sphaerarum essentia, natura, proprietas, theoria, praedominium, distantia, magnitudo, motus et status brevibus exponitur", tratta "de corpore coelesti in specie". La struttura dell'opera è data da un lungo elenco di quaestiones:ogni quaestio viene poi sottoposta a una serie di dubitationes. La "quaestio tertia", che tratta "de accidentibus corporum coelestium", ha come "decima dubitatio" quella riguardante "de ordine coelestium sphaerarum". È il punto in cui il B. dà il proprio assenso alla teoria copernicana sul moto della terra: "Duplex considerari potest sphaerarum ordo, alter situs, alter perfectionis et circa primum duae sunt sententiae, una communis, ponens terram in centro mundi immobilem, altera Copernici ponentis solem in centro mundi immobilem et terrain in epiciclo lunae mobilem..." (Pars prima, p.102).
Nel giro di un anno il B. è indotto a ritiare questo assenso, in seguito alla condanna inferta al sistema copernicano da Paolo V. Scrive pertanto la Nova de motu terrae Copernicaeo iuxta Summi Pontificis mentem disputatio,dove asserisce di aver scritto del moto della terra "potius possibilitatem quam actualem existentiam" e si scusa di aver citato ex abundantia cordis le Sacre Scritture: "Ex omnibus supra datis concludo improbabilem esse prout de facto procedit opinionem Copernici de terrae motu et sacrae scripturae adversari meritoque a summo Pontifice hac de causa damnatam " (p. 31).
La logica doveva fornire la prima parte della Summa Philosophica Anneciacensis. Congettura il Colombo che il titolo Anneciacensis o Anneciensis volesse indicare la gratitudine del B. per le dimostrazioni di benevolenza prodigate a lui e ai suoi confratelli dalla città di Annecy; per il Boffito invece il titolo deriva dal fatto che il B. cominciò a dettare l'opera ad Annecy. Una breve Introductio porphiriana "ad Dialecticam" precede il testo vero e proprio della logica. Nella dubitatio VI della quaestio III si pone il problema "an logica sit pars Philosophiae", e si dà una risposta negativa, elencando almeno tre ordini di motivi. Per prima cosa, la logica "non est scientia speculativa"; in secondo luogo, "idem Aristotiles dicit dialecticam utilem esse ad Philosophicas disciplinas, quasi ab illis distinguatur..."; in terzo luogo, "metaphysica simpliciter dicitur Philosophia: et cognitio quae habetur in Logica non est talis " (pp. 71 s.).
Nelle Auscultatoriae Disputationes,che è un'opera di fisica, la disputatio prima tratta "de philosophia in genere". Per quanto riguarda il nomen,filosofia non indica "ullum intellectualem habitum, sed quandam propensionem voluntatis ad scientias comparandas". Per quanto riguarda l'oggetto, filosofia indica "ipsam sapientiam, ita tamen ut Philosophia semper accipiatur cum aliquo ordine ad ulteriorem cognitionem... Tum quia philosophia nihil aliud est quam incohata scientia" (pp. 6 s.).
La logica fuori della filosofia e la filosofia tendenzialmente dentro le scienze naturali sono i due motivi, appena accennati, che esemplificano nel pensiero del B. il suo atteggiamento duplice nei confronti della tradizione: tra vecchio e nuovo, cioè Aristotele e Bacone, nello stesso tempo. Ma come dietro il primo si nascondeva l'obbedienza tranquilla al dettato della Chiesa, dietro il secondo compariva niente di più che il gusto libertino per il mondo della magia.
Opere: Uranoscopia, seu de coelo, in qua universa coelorum doctrina, clare, dilucide et breviter traditur. Peregrinae plurimae de coeli animatione, simplicitate, fluiditate, gravitate, numero, influentiis occultis, lunae maculis, stellarum a terra distantiis, planetarum dignitatibus, coelestis figurae erectione, et coeteris omnibus ad perfectam coelorum cognitionem spectantibus examinantur opiniones,Coloniae Allobrogum 1617; 2. ed., Parisiis 1618; Nova de Motu terrae Copernicaeo iuxta Summi Pontificis mentem disputatio,Coloniae Allobrogum, 1618; Summa Philosophica Anneciacensis, in qua omnes philosophicae quaestiones docte et breviter suo quaeque loco disponuntur. Ad Dialecticam brevissima Introductio,Lugduni 1618; Prima Summae Philosophicae pars, seu Logica clare, breviter et subtiliter explìcata,ibid. 1618 (le ultime due opere vennero ripubblicate insieme in: Campus philosophicus in quo omnes dialecticae quaestiones breviter, clare et subtiliter suo quaeque loco agitantur. In gratiam tyronum praemissa est introductio brevis ad Dialecticam,ibid. 1620); Novae Opiniones Physicae, seu Tomus primus secundae partis Summae Philosophicae Anneciacensis et Physica Auscultatoria octo Physicorum libris explanandis accomodata. Cum insigni introductiuncula, Tractatus de qualitatibus occultis,ibid. 1619; Auscultatoriae Disputationes quibus methodice tota corporis naturalis in genere cognitio comprehenditur. Varia problemata, novae quamplurimae opiniones, et diversa theoremata de primis principiis, natura, arte, causis, motu in genere, generatione, corruptione, alteratione, intensione qualitatum, loco, vacuo, tempore, aeternitate et occultis qualitatibus evulgantur. Et praecipua reviviscentis Physiologiae fundamenta probantur,ibid. 1619.
Il Boffito cita poi le seguenti opere: De Cometa ad Serenissimum Ducem Sabaudiae (un necrologio conservato nel collegio di Montargis); Sur une fontaine de la Roche en Savoye (citata anche dal Niceron, Mémoires,III, p. 45); Sur la manière de se confesser,Bruxelles 1621; Sur la manière de méditer la Passion de J. C. (la data, Bruxelles 1621, è fornita dal De Gregory, Istoria...,II, p.66); Nuova teoria dei pianeti e dei moti celesti (dovrebbe trattarsi di una versione italiana dell'Uranoscopia); Speculatio de arte militari (di queste due ultime opere parla Giovanni Muratori, discepolo del B., come lasciate pronte per la stampa; cfr. Uranoscopia,Epistola al Lettore).
Fonti e Bibl.: La Mothe Le Vayer, Petit discours chrétien de l'immortalité de l'âme, in Oeuvres,IV, Paris 1662, p. 172; St. François de Sales, Oeuvres,VIII, Lettres" Annecy 1912, pp. 94, 97, 116; J. Foderé, Narration historique et thopologique des convents de l'Ordre St. François,Lyon 1619, p. 993; G. B. Riccioli, Almagestum novum,I, Bononiae 1651, p. XLV; A. Rossotto, Syllabus scriptorum Pedemontii,Monteregali 1667, p. 507; L. Barelli, Memorie della congregazione dei chierici regolari di S. Paolo,II, Bologna 1707, p. 509; J. P. Niceron, Mémoires pour servir à l'histoire des hommes illustres dans la république des lettres, avec un Catalogue raisonné de leurs ouvrages,III, Paris 1727, pp. 43-48; P. Bayle, Dictionnaire historique et critique,I, Amsterdam 1734, p. 638; G. M. Mazzucchelli, Gli Scrittori d'Italia,II, 1, Brescia 1758, pp. 230 S.; O. Derossi, Scrittori piemontesi savoiardi nizzardi registrati nei cataloghi del vescovo Fr. Ag. Della Chiesa e del monaco A. Rossotto,Torino 1790, p. 162; G. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti,II, Torino 1820, p. 66; G. Bonino, Biografia medica piemontese,I,Torino 1834, p. 361; L. M. Ungarelli, Bibliotheca scriptorum e Congregatione Clerr. Regg. S. Pauli,I,Romae 1836, pp. 331 ss.; Letters and Life of Bacon,a cura di J. Spedding, VII, London 1874, pp. 374-377; C. Dionisotti, Notizie biografiche dei vercellesi illustri,Biella 1862, p. 88; G. Colombo, Profili biografici d'insigni barnabiti,s. 1, Crema 1870, p. 62; Id., Intorno alla vita e alle opere del P. R. B., Torino 1878; C. A. Ducis d'Annecy, Notice sur d. Baranzano, père barnabite, professeur au Collêge Chappuysien d'Annecy,Annecy 1881; O. Premoli, Storia dei barnabiti nel Cinquecento,II, Roma 1913, pp. 72-75; C. R. Pasté, Il p. Giov. Antonio B. vercellese e la questione galileiana,in Arch. d. Soc. vercellese di storia e d'arte,XIII (1921), nn. 1-2, pp. 210-216; G. Boffito, Scrittori barnabiti,I,Firenze 1933, pp. 75-80; R. Pintard, Le libertinage érudit dans la première moitié du XVII siècle, I,Paris 1943, pp. 33-35 e passim;G. Spini, Ricerca dei libertini,Roma-Firenze 1950, p. 310; L. Thorndike, A History of Magic and Experimental Science,VII,New York 1958, pp. 112-114, 286-288.