REDICOLO
. Indigitazione (da redeo) di una divinità che protegge il ritorno. Per questa sua azione di tutela essa è detta anche tutanus. Il luogo a lui sacro (Fanum Rediculi, Fest., p. 282 M; campus Rediculi, Plin., Nat. Hist., X, 122) era localizzato sull'Appia a due miglia dalla porta Capena nella zona dove oggi si trovano la chiesetta del "Domine quo vadis?" e il cosiddetto tempio del dio Redicolo che appartiene in realtà a quel complesso di edifici che Erode Attico fece innalzare in onore della defunta moglie Annia Regilla.
In origine quella località doveva segnare (E. Meyer, G. De Sanctis) il punto donde chi tornava da sud verso Roma scopriva e salutam la città. Poi la leggenda vi riconobbe il luogo dove Annibale, in marcia su Roma, si sarebbe arrestato perché atterrito da una visione paurosa (Fest., loc. cit.; Varrone, Framm. 23 Bücheler, che dà al dio il nome di Tutanus). Di fatto Annibale si avvicinò a Roma dalla parte della porta Collina (Liv., XXVI, 10). Ma la tradizione già preesistente di un ritorno fausto per Roma localizzò su l'Appia sia il ritorno di Annibale, sia - per trasposizione del tema leggendario - quello di San Pietro che quivi fece fronte indietro dopo aver incontrato il Signore. È notevole il fatto che nella chiesetta del Domine quo vadis (S. Maria de plantis) si trovi sul pavimento la riproduzione di due enormi piante di piedi, grandioso ex-voto pro reditu.
Bibl.: E. Meyer, Die Götter Rediculus und Tutanus, in Hermes, L (1915), pagine 151-54; G. De Sanctis, Storia dei romani, III, ii, Torino 1917, pagine 340-41.