Vedi REGGIO EMILIA dell'anno: 1965 - 1996
REGGIO EMILIA (v. vol. VI, p. 646)
Grazie a scavi condotti nell'ultimo decennio si è potuta registrare attorno a R. E. un'occupazione etrusca databile almeno dall'inizio del VI sec. a.C. (cippi orientalizzanti iscritti di Rubiera), che raggiunge la periferia urbana (piccolo insediamento arcaico in loc. S. Claudio). La presenza etrusca diviene più netta e sistematica nel corso del V sec., quando l'aumento progressivo degli insediamenti nel territorio (Casale di Villa Rivaita, S. Rigo, Canali) appare finalizzato soprattutto alla produzione agricola.
I rinvenimenti urbani degli anni '60 hanno confermato da un lato la presenza a Regiurn Lepidi di ricche domus della prima età imperiale con pavimentazioni a mosaico anche di ottimo livello artistico (Piazza Cavour, area dell'Ospedale Omozzoli-Parisetti), dall'altro hanno portato alla scoperta di tratti stradali selciati in trachite che hanno fornito nuovi elementi per una migliore comprensione del tessuto urbano. Quest'ultimo non appare del tutto regolare in età repubblicana, con adattamenti dei percorsi viari a elementi naturali, come il corso del torrente Crostolo, e viene parzialmente sistematizzato con la prima età imperiale. È comunque confermata la funzione predominante della Via Aemilia, che costituisce il decumanus maximus.
Abbondantissimi sono stati negli ultimi trent'anni i rinvenimenti di materiali di età romana, specie da depositi e scarichi posti nell'immediata periferia urbana; spicca, fra gli altri, un deposito di grandi anfore del I sec. d.C., da Via Roma, probabilmente utilizzate per bonifica.
Dal 1980 al 1983 sono stati condotti scavi in uno dei settori centrali della città romana, immediatamente a Ν della Via Aemilia, tra l'attuale Via Emilia e la Via Sessi. Gli scavi hanno consentito di confermare la cronologia della fondazione del Forum Lepidi al 175 a.C., in occasione del secondo consolato di M. Emilio Lepido, e hanno individuato nella zona diverse fasi edilizie di età repubblicana. Risalgono a questo periodo sia ambienti di una domus patrizia con pavimentazioni in opus signinum, sia abitazioni più modeste con fondazioni in ciottoli e pavimenti a semplice battuto, alternate a impianti artigianali e commerciali. Il livello culturale ed economico dell'insediamento appare in continua crescita, anche se i circuiti commerciali sembrano relativamente limitati a vantaggio di una produttività locale artigianale, piuttosto vitale già dalla fine del II sec. a.C.
Nel corso della prima età imperiale gran parte dell'area viene occupata da un edificio pubblico a probabile pianta rettangolare con larghe fondazioni in opus caementicium; è probabile che si tratti di una basilica, di cui è stato possibile riconoscere uno dei lati minori, della lunghezza di cento piedi. Al corpo principale dell'edificio vennero aggiunti in età tardo-imperiale altri ambienti, tra cui un'aula absidata.
Tra i rinvenimenti di carattere funerario si distingue, oltre a una nuova epigrafe dalla necropoli urbana di S. Maurizio, il rinvenimento, a Ν di Rubiera, in un'area intermedia tra Regium Lepidi e Mutina, in prossimità della Mutatio Ponte Secies, di frammenti di un monumento funerario circolare a tamburo con figurazioni di dona militaría, attribuibile probabilmente a un ufficiale della guardia pretoriana e databile in età giulio-claudia. A partire probabilmente dal III sec. d.C. la città sembra risentire della crisi generale dell'impero e si rimarcano segni evidenti di un restringimento dell'area urbana. Una necropoli tardoantica, formata da alcune decine di tombe a cassa laterizia disposte a file regolari, è stata scavata nei primi anni '60 nell'area SE della città (isolato S. Raffaele). Tre tombe presentavano materiale di corredo databile al IV sec. d.C.
Un segno evidente della crisi delle strutture urbane è del resto rappresentato dal ricco tesoretto, costituito da oreficerie e solidi, occultato, presumibilmente alla fine del V sec., tra le rovine degli edifici pavimentati a mosaico della prima età imperiale nell'isolato S. Rocco. Sono stati scavati i livelli altomedievali e tardoantichi nelle stratigrafie urbane, nell'intento di meglio chiarire i meccanismi di trasformazione culturale e civile della città romana nel centro medioevale.
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