Galindo, Regina Jose
Galindo, Regina José. – Artista guatemalteca (n. Città del Guatemala 1974). L’opera di G. ruota attorno all’uso della propria corporeità per denunciare la violenza contro le donne e più in generale quella sociale, politica e culturale della società contemporanea, inserendosi nel solco della linea d’indagine aperta da Ana Mendieta e Marina Abramovič negli anni Settanta del Novecento. Nelle sue performance, che definisce «atti di psicomagia» a sottolinearne la carica emotiva e la sofferenza di cui si fanno portatrici, l’artista opera con gestualità aggressiva sui propri limiti fisici e psicologici e trasforma così il proprio corpo nel teatro di un conflitto permanente, esemplificando i drammi vissuti dal popolo guatemalteco e dalla società umana in generale. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2003 mette in scena ¿Quién puede borrar las huellas?, performance in cui attraversa Città del Guatemala a piedi nudi, fermandosi di tanto in tanto per immergerli in un bacile di sangue umano e lasciare orme insanguinate come atto di denuncia contro la ricandidatura del generale ex dittatore Efraín Ríos Montt alla presidenza del Guatemala. Nel 2005 vince il Leone d’oro come giovane artista alla Biennale di Venezia con Himenoplastia, una performance sul tema della verginità come imposizione istituzionale, presentando in video un intervento di ricostruzione del proprio imene. Nel 2007 presso la Fondazione Volume! a Roma, inscena Cepo incatendosi per un’intera notte al muro che costeggia l’adiacente carcere di Regina Coeli, per creare un parallelismo con la condizione dei detenuti al di là del muro.